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martedì, 9 Settembre 2025
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Libera Palermo: trent’anni di impegno tra memoria e giustizia sociale

Dalle stragi del ’92 alla gestione di un bene confiscato, passando per progetti educativi, giustizia riparativa e sostegno ai giovani nei quartieri più fragili: l’esperienza di Libera nel capoluogo siciliano continua a intrecciare memoria, volontariato e reti sociali per costruire comunità responsabili

Francesco Palazzo
Francesco Palazzo
Palermitano, laureato in filosofia, giornalista. Nel blog https://www.leggendoerileggendo.com/ i suoi articoli (Repubblica, Centonove, LiveSicilia, PalermoToday, Porta di Servizio, il Mediterraneo 24, Rosalio Il Blog di Palermo, Città Nuove Corleone, Maredolce). Per Di Girolamo Editore ha scritto, "Beato fra i mafiosi", su Don Pino Puglisi, e diretto la Collana "Mafia, antimafia e dintorni". Ha fondato e diretto la Scuola di Formazione etico-politica "Giovanni Falcone". Spera di finire il romanzo che sta scrivendo da dieci anni. "Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla” (A. Baricco). francipalazzo@gmail.com
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PALERMO. Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie è presieduta da don Luigi Ciotti ed è stata fondata nel 1995. Coordina più di 1600 realtà nazionali e internazionali. Le finalità sono quelle di promuovere i diritti di cittadinanza, la cultura della legalità democratica e la giustizia sociale, valorizzando la memoria delle vittime delle mafie.
Nell’anno di Palermo Capitale del Volontariato ne parliamo con Eliana Messineo, di Libera Palermo. Che opera nel capoluogo ma pure in provincia. Ci ricorda che la genesi di Libera va retrotadata ed ha come epicentro la Sicilia, Palermo, le stragi del 1992, tra Capaci e Via D’Amelio, e quelle oltre lo stretto del 1993. Il Coordinamento di Libera Palermo fu tra i primi a nascere. Si trova in un bene confiscato in quella che i palermitani chiamano Piazza Politeama e per fare questo nel 2008 si è trasformata in associazione autonoma. Adesso sta partecipando al Bando del Comune per avere rinnovato l’affido, in questo caso decennale, del bene. La sede del coordinamento è pure una bottega che è nata e vive, sottolinea Eliana, per promuovere i prodotti provenienti da Libera Terra, ossia da terreni confiscati alla mafia. Va ricordato che Libera è stata promotrice della Legge, approvata nel 1996, sull’uso sociale dei beni confiscati.

Negli ultimi 10 anni, puntualizza Messineo, si è dato ancora più spazio al coordinamento provinciale delle attività di Libera. Ciò ha comportato un rafforzamento del rapporto con le altre organizzazioni associative lavorando sui diversi territori, continuando la forte presenza nelle scuole e confermando i percorsi di memoria (che culminano il 21 marzo nella giornata di memoria di tutte le vittime di mafia). Ma c’è anche la giustizia riparativa del Progetto Amunì. Che consiste, precisa Eliana, nella messa alla prova di giovani condannati per favorire percorsi di ripensamento. La strada che si percorre da tempo, per fornire un’altra gamba all’antimafia oltre quella della memoria e del contrasto diretto, ha una linea d’azione che intende contrastare e affrontare le povertà educative nei luoghi dove nascono. Libera interviene sulle famiglie attraverso una coprogettazione che vede coinvolti comunità educanti ed associazioni. Come, ad esempio, l’ultimo progetto Effetto Volontariato all’Albergheria. Ma si è intervenuti, ci dice Eliana, e si interviene, pure nei quartieri palermitani dello ZEN e del CEP.

Messineo mette in evidenza che attraverso i contatti con le scuole Libera è presente in molti pezzi di territorio. C’è da considerare nel campo scolastico la Rete di promozione per la cultura antimafia con 100 istituti coinvolti. Poi altri progetti specifici. Come quello denominato Fuori dal giro, sul contrasto alle dipendenze, condotto nelle scuole, anche allo Sperone di Palermo. Alla Scuola Pertini, sempre allo Sperone, con l’Associazione Per esempio, sono stati supportati diversi percorsi educativi. Le persone che direttamente lavorano a Libera Palermo sono nove. Altre sedi di Coordinamento sono presenti a Catania, Siracusa e Trapani oltre i presidi esistenti in vari territori. Esiste un coordinamento regionale molto articolato. Libera Palermo, apprendiamo da Eliana, organizza assemblee periodiche con associazioni e singoli soci e socie aderenti. Poi vi sono i rapporti con le istituzioni e con le grandi organizzazioni aderenti a Libera, come ad esempio ARCI e CGIL. Il quadro è molto esteso, ce ne rendiamo conto dialogando con Messineo. Ci cita i campi settimanali di impegno e formazione sui beni confiscati alle mafie, denominati E!State Liberi!, dove si incontrano i familiari di vittime di mafia. Ad agosto si è concluso, ci rappresenta l’esponente di Libera, il progetto CORE (Comunità Responsabili) nel quartiere Albergheria di Palermo relativo al rafforzamento di reti giovanili.

Libera guida anche a Palermo un percorso di co-progettazione ricadente nel centro storico che vede coinvolte più di 30 associazioni. C’è anche uno sguardo al problema migratorio. Libera Palermo è impegnata a garantire l’autonomia dei minori stranieri non accompagnati. Il ruolo di Libera, sintetizza Eliana, è di facilitazione nel mettere insieme le forze presenti sul territorio, non necessariamente iscritte a Libera. Sullo sfondo sempre la memoria, le memorie. Soprattutto quelle che tendono per vari motivi a passare nell’oblio. Messineo ci ricorda ad esempio la Mattonella per Lia Pipitone fissata nel giugno di quest’anno nel luogo dove è stata uccisa, nel quartiere Arenella. Anche questo è il frutto di un lavoro comune con altri soggetti e con le istituzioni voluto da Libera Palermo. A conferma che la lotta alle mafie si può condurre meglio, e con più incisivi risultati nei territori, se si fa strada insieme.

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