
PALERMO. Palermo, la città tutta porto, ha un rapporto strano col suo mare. Il mare in città sembra non esserci sebbene sia a due passi dal centro storico, i palermitani hanno come punto di riferimento delle loro estati Mondello, e poco altro, ma c’è stato un tempo in cui non era così. “Riprendiamoci il mare negato”, è la scritta su uno striscione messo in bella vista da attivisti, militanti e residenti ieri durante l’azione di riqualifica e pulizia di un tratto di costa Sud di Palermo, per la precisione un chilometro di spiaggia di Romagnolo.
Circa centocinquanta i ragazzi e le ragazze che insieme agli abitanti del quartiere e della città armati di guanti e sacchetti hanno ripulito quel tratto di litorale, da decenni lasciato all’abbandono e all’incuria. A parte all’azione anche tanti collettivi tra cui Fridays For Future Palermo, Caracol Albergheria, APE – Assemblea Popolare Ecologista, ma anche associazioni studentesche. Si sono incontrati e hanno deciso di iniziare tutti e tutte insieme un percorso che riporti all’attenzione delle istituzioni lo stato di abbandono e incuria in cui si trovano i territori e i quartieri al di fuori del centro della città.
Come hanno affermato i portavoce dell’iniziativa: “Dobbiamo difendere la natura e riprenderci il mare che ci è stato negato. La spiaggia di Romagnolo è sempre stata l’area balneare più accessibile della città poiché sviluppatasi a partire dal tratto di mare di Sant’Erasmo fino a Ficarazzi, percorrendo tutta la via Messina Marine. Questo tratto di arenile, culla della Conca d’Oro, per la sua favorevole posizione vicina al centro della città, in passato era la spiaggia dei palermitani, per poi essere completamente abbandonata e diventare così una zona di scarico industriale con un mare non più fruibile e quindi negato. Nel 2015 con il Patto per il Sud e il Piano per Palermo, sono stati stanziati dei fondi per ricostruire il cosiddetto WaterFront della costa sud; il piano prevedeva la totale ricostruzione e gentrificazione del litorale con la costruzione di una ruota panoramica sullo stile del London Eye londinese, progetto fortunatamente mai attuato”.
Dopo avere ripulito e raccolto tanti sacchetti di rifiuti spalmati per tutto il litorale, i volontari hanno anche suggerito alcune possibili soluzioni che il comune potrebbe adottare per risollevare le sorti di una delle spiagge più belle della città: “Quello che pretendiamo dall’amministrazione comunale è un qualcosa che ormai dovrebbe essere dato per scontato e per il quale tutti si riempiono la bocca, ma che nessuno purtroppo fa davvero: un vero piano di riqualificazione delle aree verdi e dei litorali della nostra città grazie all’assunzione di nuovi operatori ecologici. In un periodo storico in cui la “transizione ecologica” e l’inquinamento si trovano al centro delle agende politiche è necessario iniziare un dibattito serio e per accendere la discussione questa volta il lavoro sporco che sarebbe dovuto essere svolto da altri lo facciamo noi. Riprendiamoci la spiaggia che per tanti anni fu dei palermitani e rendiamola viva!”.
Per questo stanotte è stato affisso di fronte al comune – insieme ad alcuni sacchetti di immondizia raccolti in spiaggia – uno striscione che recita: “Crisi ecologica ed economica: più posti di lavoro ai disoccupati nei nostri territori”. I collettivi e le associazioni hanno infatti dichiarato che questo è soltanto il primo passo per costruire una forte mobilitazione per la manifestazione globale del Fridays for Future che si svolgerà a Palermo il 23 settembre, alle 16, a Piazza Verdi. Una manifestazione che “costituirà soltanto il primo passo di un percorso di lotta trasversale e condiviso per farci ascoltare dalle istituzioni che spesso sono indifferenti davanti ai problemi della città“, concludono gli attivisti.