PALERMO. Un appello per evitare la chiusura di un Centro che ha “portato” negli anni i colori dell’arcobaleno laddove vi era il grigiore nella vita quotidiana delle persone, rese invisibili dall’indifferenza nella società. Lo lancia una suora missionaria, suor Anna Alonzo, che ha promosso numerose attività per le persone che vivono nel quartiere della Guadagna, con il Centro Arcobaleno 3P, donando loro speranza e a volte un tetto. Oggi, la struttura è a rischio chiusura per la difficoltà nel reperire dei fondi arretrati, non ancora pervenuti, da parte delle istituzioni comunali.
Le esperienze degli ospiti e dei volontari del Centro Arcobaleno 3P
Un quartiere con numerose vulnerabilità di stampo socioeconomico che, nonostante tutto, vede nel Centro Arcobaleno 3P un luogo dove rinasce uno spiraglio di luce e di speranza per tutti, senza distinzione alcuna: “Si tratta di un quartiere che ha numerose difficoltà, soprattutto per ciò che riguarda il contesto occupazionale – riferisce Ciro, volontario del centro –. Si è instaurato negli anni un ottimo rapporto con il quartiere Guadagna testimoniato anche dalla presenza dei ragazzi che vengono a giocare da noi e dai tanti che vedono in noi un punto di riferimento”.
La notizia del rischio chiusura ha scosso fortemente chi in questa struttura ne vede una casa e un luogo in cui sentirsi se stessi relazionandosi con le persone e costruendo una percezione di stare in un’unica famiglia: “Il centro per me rappresenta tutto, una casa, una famiglia, per me è tutto – dichiara uno degli ospiti –. Sogni? Io? Penso che ho smesso di sognare, se chiude questo centro dove andremo noi? Solo il Signore ci potrà dare aiuto“.
L’appello di suor Anna Alonzo
Suor Anna Alonzo lancia un appello molto forte che racchiude il dolore e la paura di trovarsi dinanzi a una situazione insostenibile che potrebbe mettere a rischio il futuro di un nucleo familiare con minori lì ospitato da 4 anni in attesa di una collocazione definitiva e risposte dal Comune: “Il mio appello è che ci diano i soldi che ci devono dare dal mese di dicembre – dichiara Alonzo –. Se il Comune non ci dà ciò che ci spetta cosa facciamo? Chiediamo l’elemosina in giro?“.
Un problema di stampo igienico-sanitario crea ulteriori problematiche alla fruibilità dei bagni all’interno del centro: “In questo momento è successo un problema molto grave, si sono otturati 4 gabinetti e la fognatura si deve spurgare. C’è un lavoro di circa 4.500 euro, già preventivato con operaio che è disposto a farlo ma vuole essere pagato – sostiene suor Alonzo –. Non dispongo di tali somme, o il Comune me li anticipa o altrimenti cosa si fa? Dobbiamo mandare la famiglia che è rimasta qui con 5 bambini piccoli per strada?”, conclude Suor Alonzo.
La necessità di nuovi volontari per le attività
La pandemia ha influito molto nelle attività del Centro fino a ridurre la presenza di volontari e delle attività ricreative, sportive e ludiche avviate da anni: “Da quando c’è il Covid, di volontari ne abbiamo pochi, quasi niente – riferisce suor Alonzo -. C’è soltanto qualche ex pip ma non c’è più nessuno. Noi abbiamo avuto dal 2011 ben 16 laboratori diurni come sartoria, decoupage, teatro, musica, canto, ginnastica, pittura Pilates, ballo di coppia, calcetto, pallavolo, pallacanestro, informatica. Ma ci vogliono i volontari per questi laboratori. Non possono stare chiusi. Abbiamo 18 stanze perfettamente arredate, i bambini continuano a giocare, c’è campetto calcio che va ridipinto”, termina Suor Alonzo.
Insomma, c’è tanto da fare ma mancano le forze. La storia del Centro Arcobaleno 3P, però, non può finire così. Si attende la svolta. E suor Anna è lì pronta a ridipingere i colori di quell’arcobaleno.