È facile, consueto e retorico dire di chi ci lascia che era una brava persona. Ma Angelo Meli lo era davvero. Giornalista, redattore, del Giornale di Sicilia che sapeva di Economia. Sapeva di vita. Perché l’ha vissuta per 61 anni con amore. Angelo era esperto di nuovi inizi. Di partenze e ritorni. Aveva ricominciato tornando in Sicilia, dopo un’esperienza all’estero. Aveva ricominciato, quando riprese i libri e si iscrisse in Scienze della comunicazione, dopo essere diventato un riferimento per tanti giovani giornalisti. Ma anche all’università di Palermo gli bastò solo il tempo del percorso curriculare per passare dall’altra parte della scrivania, quella dell’insegnante, quella del “maestro”. Quella che gli apparteneva per indole. Avrebbe ricominciato anche tra qualche mese, grazie al prepensionamento, a vivere una nuova parte della sua vita. E la stava già disegnando. Ma non c’è stato tempo. Ieri sera, ci ha lasciato prematuramente.
Professionalità, garbo, lungimiranza, bontà. Erano proprie della sua persona. Era sempre al fianco dei giovani cronisti, che si avvicinavano alla professione giornalistica. Una volta lasciata la redazione del giornale, lo continuavano a chiamare al numero del suo telefono fisso, quel “320” finale indimenticabile per tanti di noi, che siamo cresciuti in via Lincoln. Indimenticabile anche per me. E c’è un momento di condivisione che ci ha legato tanto. Dovevo sostenere l’esame orale per diventare giornalista professionista. E lui mi indicò la strada. Papa Francesco era stato eletto da poco e l’interesse mediatico attorno al pontefice argentino era massimo. Così mi suggerì di presentarne nella tesina i riflessi dal punto di vista editoriale: l’audience crescente per le tv che raccontavano del Papa, l’aumento delle vendite per i giornali inseriti in questo solco. E così nacque il mio lavoro sul “marketing di Papa Francesco”. Tema che poi avrebbero rilanciato, mesi dopo, alcune testate nazionali. Ma che Angelo “vide” prima degli altri. E me ne fece dono.
Nel suo percorso professionale si è speso anche per la nostra categoria. Era stato consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti e aveva intrapreso da tempo un percorso che univa il lavoro professionale con un forte impegno civile: era componente del centro studi Pio La Torre per il quale curava la rivista A Sud d’Europa. Era un amico della nostra impresa sociale. Con lui avevamo cominciato a immaginare percorsi comuni. Li percorreremo anche per lui. Anche per te, nostro caro Angelo!
I soci dell’impresa sociale “Il Mediterraneo” si uniscono in un abbraccio filiale alla moglie e compagna di vita, Maria Rita Sgammeglia, e a tutti i familiari di Angelo