PALERMO. Venti alberi di ulivo per ricordare venti bambini. A trentadue anni dal martirio di don Pino Puglisi, il quartiere Brancaccio ha vissuto una giornata di memoria e di speranza con la piantumazione degli ulivi nel Centro polivalente sportivo “Padre Pino Puglisi e Padre Massimiliano Kolbe”, in via San Ciro. Ogni pianta porta il volto dei piccoli uccisi dalle SS nella scuola di Bullenhuser Damm, ad Amburgo, il 20 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della Seconda guerra mondiale. Tra loro anche un italiano, Sergio De Simone, di origini napoletane.
La cerimonia è stata promossa dal Centro di accoglienza Padre Nostro, fondato da don Puglisi, e da Larcadarte Cartoons, che ha realizzato il film d’animazione La storia di Sergio, diretto da Rosalba Vitellaro e sostenuto, tra gli altri, dall’Assessorato all’Istruzione della Regione Siciliana. Durante l’iniziativa sono stati scoperti i drappi che custodivano le fotografie delle venti vittime innocenti.
«Crimini orrendi compiuti nella Storia possono assumere un significato positivo solo se contribuiamo a diffonderne la conoscenza e ne facciamo memoria – ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani –. La vicenda dei bambini di Bullenhuser Damm tocca i cuori e le coscienze perché riguarda vittime innocenti. E questo luogo della memoria, che è anche il luogo del riscatto e del cambiamento che don Puglisi auspicava e per il quale ha sacrificato la vita, servirà a non dimenticare gli orrori che ci ha consegnato la storia e che non devono più ripetersi».

Accanto al governatore, accolto dal presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale, erano presenti autorità civili e militari, volontari e abitanti del quartiere. Al termine della cerimonia, Schifani ha visitato il nuovo “Poliambulatorio di prossimità Beato Giuseppe Puglisi”, ricavato all’interno di un bene confiscato alla mafia e destinato a offrire cure mediche gratuite agli abitanti di Brancaccio.
Maurizio Artale ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Abbiamo pensato a un segno concreto: piantare venti ulivi con le foto dei bambini, in un luogo dove oggi tanti piccoli vivono la gioia del gioco. Loro non ci sono più, ma i bambini di oggi devono sapere che esistono tragedie da cui imparare. Ci lamentiamo spesso di ciò che manca, ma guardando quei volti non possiamo che fermarci un attimo, fare silenzio e riflettere: ci sono stati bambini uccisi a nove anni per la cattiveria umana. E intanto, ancora oggi, vediamo morire migliaia di minori a Gaza e in Ucraina. Questo centro è un angolo di paradiso, ma ogni quartiere dovrebbe averne uno: era l’attenzione di padre Puglisi, che nel 1993 si prendeva cura dei bambini di Brancaccio».
La giornata ha intrecciato memoria storica e creatività artistica. Proprio da questa tragedia, infatti, è nato La storia di Sergio, un’opera d’animazione che ha richiesto anni di ricerca e di impegno produttivo. «Tutto è nato dal libro scritto con le sorelle Bucci – ha raccontato la regista Rosalba Vitellaro –. Raccontiamo solo storie vere, e quella di Sergio De Simone è tra le più dolorose. Abbiamo lavorato a lungo per trovare i fondi, con l’aiuto dell’ambasciata tedesca, dell’UNAR, dell’Assessorato all’Istruzione della Regione Siciliana e di tanti sostenitori. Abbiamo deciso di legare il film a una donazione concreta: venti ulivi per ricordare quei bambini. Alberi che porteranno frutti e olio per le famiglie più bisognose, simbolo di vita che rinasce. È un progetto dedicato non solo a Sergio e ai suoi compagni, ma a tutti i bambini vittime di violenza nelle guerre di ieri e di oggi. Perché i piccoli vanno protetti sempre, senza eccezioni».






 
                                    


