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Agricoltura biologica e biodistretti: a Sambuca, lo chef non vedente Andaloro presenta le “busiate sicane”

Nell'evento organizzato dal Bio-Distretto "Borghi Sicani" e da UNITRE, si è parlato di "coralità civile" e "coscienza di luogo", per una promozione efficace del territorio. Poi, spazio alla cucina e ai piatti tipici

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in "Comunicazione per le Culture e le Arti" all'Università di Palermo, con un master in "Editoria e Produzione musicale" all'Università IULM di Milano. Si occupa di sociale, cultura, spettacoli, turismo, scuola, per diverse testate online e da addetta stampa. Scrive per "Il Mediterraneo 24" ed è socia dell'impresa sociale-editrice del giornale. Ha realizzato dei reportage-inchiesta sul fenomeno della dispersione scolastica nel quartiere Sperone di Palermo per la testata "OrizzonteScuola", il giornale dedicato alla scuola più seguito in Italia. Si occupa di violenza sulle donne come addetta stampa per il Centro Antiviolenza "Lia Pipitone" di Palermo. Ha lavorato come giornalista e addetta all'accoglienza per la Fondazione "Le Vie dei Tesori", il più grande circuito di promozione del patrimonio culturale della Sicilia, nell'ambito di varie edizioni del festival che ogni anno si svolge a Palermo, Sambuca di Sicilia e Sciacca. Nel quartiere Sperone di Palermo, periferia a forte marginalità sociale, a sud-est di Palermo, ha curato l'ufficio stampa della grande iniziativa territoriale e di comunità "Il Carro risorto delle Rosalie ribelli. Il Festino dello Sperone", con la partecipazione attiva di cittadini, scuola e associazioni. Altre importanti collaborazioni l'hanno vista impegnata come addetta stampa per l'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella campagna elettorale delle Elezioni Europee 2024; per l'Ufficio speciale del "Garante regionale per i diritti dei detenuti e il loro reinserimento sociale" guidato dal dott. Santi Consolo; per il Centro Antiviolenza "Lia Pipitone" a Palermo gestito dall'associazione Millecolori APS ETS. Ultime iniziative recenti: l'ufficio stampa del XX° Premio Letterario Internazionale "G. Tomasi di Lampedusa" di Santa Margherita di Belìce; e lo show internazionale "Be like the wind - Essere come il vento" del Teatro del Fuoco a Palermo, realizzato dall'associazione Elementi di Amelia Bucalo Triglia.
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SAMBUCA. In un territorio vocato al biologico e alla sostenibilità anche la solidarietà è un dono. E una risorsa da tutelare e difendere con grande forza, dignità e coraggio.
È nel segno della “coralità civile” e di quella “coscienza di luogo”, citate da Fabrizio Ferreri nel suo saggio Culture della sostenibilità”, che si svolge a Sambuca, il convegno su “Come riconoscere e promuovere una nuova visione dello sviluppo locale” organizzato dal Bio-Distretto “Borghi Sicani”, sabato 25 marzo nell’azienda Antico Frantoio.
A Sambuca, dopo i saluti del sindaco e di Antonella Murgia, presidente del Bio-Distretto “Borghi Sicani” e titolare dell’azienda che ci ospita, dopo l’introduzione del direttore del Bio-Distretto e di UNITRE, Giuseppe Oddo, e l’intervento del presidente della Federazione Italiana “Strade del Vino”, Gori Sparacino, si inizia a parlare di “coralità civile” e di “sviluppo locale”.

Fabrizio Ferreri

Come riconoscere e promuovere una nuova visione di sviluppo locale? È la domanda a cui risponde Fabrizio Ferreri, assegnista di ricerca all’Università di Catania (Dipartimento Scienze Politiche e Sociali) ed esperto di piccoli paesi, si occupa di aree interne e sviluppo locale e ci spiega quanto la “coralità civile” sia fondamentale e decisiva al benessere di un territorio quindi al suo sviluppo.

Giuseppe Oddo e Antonella Murgia

“Questa coralità civile non è altro che quel giusto metro, quella fitta rete di relazioni e quel senso di appartenenza che gira intorno alle risorse di un territorio, come l’olio o il vino, il grano o i formaggi, come la solidarietà e il volontariatospiega Fabrizio Ferreri -. È dimostrato che i luoghi con meno ‘coralità civile’ si spopolano più velocemente e sono meno attrattivi: sia di persone che di capitali. La coralità civile è il sostrato indispensabile dell’economia. È un necessario fattore abilitante: senza ‘coralità civile’ non c’è sviluppo. Tutt’al più c’è uno sviluppo estemporaneo effimero”.

La “coralità civile” si sposa con il territorio, con la gastronomia, con l’economia e con la solidarietà. E il “Bio-Distretto Borghi Sicani”, nato nel 2017 proprio a Sambuca su iniziativa dell’Amministrazione Comunale gioca un ruolo fondamentale per difendere, tutelare e promuovere le risorse che qui sono presenti.

Risorse come il latte, il vino e l’olio, il grano e le ciliegie, il miele e i formaggi, le mandorle e le erbe officinali, che l’associazione del Bio-Distretto “Borghi Sicani”, tutela e promuove. Il Bio-Distretto “Borghi Sicani” mette assieme imprese profit e pubbliche amministrazioni, a cui aderiscono circa 8 Comuni tra le province di Agrigento e Palermo, con Sambuca di Sicilia capofila e circa 50 aziende tra le realtà agroalimentari più importanti della zona.

L’evento del Bio-Distretto “Borghi Sicani” del 25 marzo a Sambuca di Sicilia

Cos’è un “Bio-Distretto”?

Il biodistretto è un’area geografica naturalmente vocata al biologico dove i diversi attori, agricoltori, cittadini e associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni “si accordano” per la gestione sostenibile delle risorse puntando su produzioni biologiche che coinvolgono tutti gli anelli delle filiere fino al consumo. È un patto, di solidarietà potremmo dire, per lo sviluppo “green” del territorio.

E di solidarietà si parla con lo chef Anthony Andaloro, non vedente, ospite dell’evento di sabato a Sambuca, che nel 2006 diventa cieco per una retinite pigmentosa e per il morbo di Stargadt ma, che nello stesso tempo ricomincia a vivere sotto un nuovo nome, da Antonino ad Anthony, iniziando dalla cucina.

Anthony Andaloro

I piatti tipici dello chef non vedente nel bio-distretto “Borghi Sicani”

Nel 2016 Anthony viene premiato come “Blind chef on the road” a cinque stelle d’oro del mondo. Andaloro è uno chef di fama internazionale e vincitore di diversi premi, unico chef “Quality food” Unesco e ambasciatore identitario della Libera Università Rurale dei Saperi e dei Sapori. È fiduciario dell’associazione “Disciple d’Auguste Escoffier” presieduta dallo chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore. È un esempio di grande forza e di coraggio.

La stampa lo ha definito “Unico maestro sensoriale al mondo”. Ai ragazzi con trisomia 21 (sindrome di Down), con autismo e cecità, con il progetto educativo di autonomia in cucina “Cucinabile”, Anthony gli dà un’opportunità lavorativa per il “dopo di noi”. “Perchéspiega lo chef è assodato che questi ragazzi spesso sono abbandonati o i genitori si vergognano della disabilità”.

Anthony Andaloro

“Invece che restare chiusi negli Istituti voglio che escano fuori dalle mura spesso fisiche e mentali. Anch’io ho un figlio ‘speciale’, che è l’orgoglio della mia vita. Con il progetto ‘Cucinabile’, in cui la ‘cucina’ è associata all’abilità della disabilità, con gli eventi in giro per il mondo e le cene sensoriali ad occhi chiusi, dove i commensali vengono bendati, un format che ho ideato e portato in 43 nazioni con 151 eventi, è questo il futuro che io sogno: un futuro dove la disabilità diventa abilità”, conclude lo chef.

Già alla quarta lezione del progetto “Cucinabile” a Messina, con le associazioni Enigma Club e Il Sagittario, i ragazzi fanno da soli i maccheroni con il ferretto, le orecchiette e il sugo, tagliano e hanno fatto anche la focaccia. “Vedo, ma con altri occhi, il loro interesse, come si appassionano e sono felice”, racconta Anthony Andaloro facendo riferimento ad un’esperienza simile alla Locanda del Girasole a Roma dove ha partecipato con un evento sensoriale e ha donato l’incasso perché il progetto con questi ragazzi ‘speciali’ vada avanti. Appuntamenti a breve termine dello chef sono l’11 aprile al Teatro Pirandello di Agrigento, dove Anthony riceverà il Premio Sikelè, tra dieci premiati, per chi “eccelle nella vita e nella solidarietà”.

Le “busiate sicane”

“Mani in pasta” quindi, a Sambuca, dove lo chef Anthony Andaloro ha preparato le “busiate sicane”, con prodotti tipici del Bio-Distretto “Borghi Sicani”, presieduto da Antonella Murgia. La padrona di casa ci accoglie con questo piatto, con pasta di grani antichi Altamore, salsiccia, finocchietto selvatico e vastedda del Belìce, pangrattato, paprika dolce e zafferano, besciamella e asparagi, tutti prodotti tipici del Bio-Distretto.

Vini “Antico Frantoio”

E tra un calice del vino che produce nella sua azienda, divenuta negli anni un modello di sviluppo, tra un sorriso e un po’ di commozione, Antonella, che da poco ha lanciato una linea di cosmetici realizzata col suo olio, sogna ad occhi aperti, e dice: “La promozione del nostro territorio, sempre più crescente e forte, sia in Italia che all’estero, è una strada da continuare a perseguire, in modo autentico e vivace, con semplicità mostrando agli altri quello che davvero sei“.

Le foto sono di Franco Lo Vecchio

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