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domenica, 1 Giugno 2025
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Gli studenti del Cep al fianco dei bambini di Gaza: girotondo attorno alla scuola Giuliana Saladino

La Presidente del Consiglio d'istituto, Stefania Tranchina, e il dirigente scolastico, Giusto Catania, hanno scritto una lettera aperta a tutte le scuole italiane chiedendo di prendere parola contro il massacro nella Striscia

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di Salvo Di Stefano
PALERMO

“Free Palestina” è l’urlo lanciato dagli studenti della scuola Giuliana Saladino che, questa mattina, intorno alle 10, si sono ritrovati in cortile per vivere un momento di solidarietà e mostrare vicinanza a tutti quei bambini che ogni giorno diventano vittime delle bombe che cadono su Gaza.
La scuola del Cep ha deciso di non perseguire la via silenzio, ma si schiera contro ogni forma di violenza e prevaricazione e ha scelto di stendere un lenzuolo bianco sulla facciata laterale dell’edificio, in quanto “sta diventando il simbolo del popolo palestinese”, queste le parole usate dal preside della scuola, Giusto Catania, nel post pubblicato su Facebook per annunciare questa iniziativa. “Il Consiglio d’Istituto ha scelto di stendere un lenzuolo bianco perché è un simbolo di pace. Serve anche a ricordare tutti quei bambini palestinesi che, perdendo la vita tra le bombe, vengono avvolti da questo e portati via. Il lenzuolo è il simbolo di questa scuola, la quale porta il nome di Giuliana Saladino, ovvero colei che per prima ha steso un lenzuolo bianco come simbolo di protesta contro la mafia,” continua Giusto Catania ai nostri microfoni.

Di bianco erano vestiti anche i bambini, i quali si sono disposti uno accanto all’altro per creare un unico grande cerchio intorno all’intero edificio. Dopo di ciò hanno iniziato a girare e a giocare facendo il girotondo. A tal proposito abbiamo chiesto al preside il perché di questa scelta e lui ci ha risposto dicendo: “Il girotondo è il gioco dei bambini e in questo momento il dramma più grande a Gaza è che i bambini non possono giocare. È il gioco più classico che i bambini fanno insieme. A Gaza sono stati distrutti 2300 presidi educativi, quindi i bambini di Gaza non possono più fare il girotondo intorno alle scuole perché non ce ne sono più”.

“Questa iniziativa nasce dall’esigenza di prendere parola – aggiunge Catania -. Nasce dalla nostra idea di concepire la scuola, la quale si deve occupare del presente e di ciò che avviene. Ha il compito di formare cittadini e cittadine che devono conoscere. Quello che sta accadendo in questo momento non può lasciare in silenzio la scuola. Quello che stiamo facendo non è nulla di straordinario. C’è scritto nelle indicazioni del ministero, la scuola si deve occupare di ciò che avviene e noi stiamo facendo solamente il nostro compito. Se non spieghiamo il presente, non ha senso spiegare la storia. Abbiamo scritto una lettera io e la presidente del Consiglio d’Istituto Stefania Tranchina a tutti i presidi e tutti i presidenti dei Consigli d’Istituto di tutte le scuole d’Italia per dire che non possiamo stare in silenzio, la scuola deve prendere la parola. Questo è l’impegno che vogliamo ribadire, soprattutto quando stanno morendo bambini che hanno la stessa età dei nostri. Dare protagonismo agli studenti e alle studentesse è importante per dimostrare che c’è consapevolezza. I bambini si sentono protagonisti. Acquisiscono una nuova consapevolezza. Questo è il risultato di piccoli tasselli che mettiamo ogni giorno, non solo oggi. Tante attività che facciamo ogni giorno per formare cittadini e cittadine consapevoli. Quella di oggi rappresenta una tappa di quello che facciamo ogni giorno”.

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