PALERMO – Manutenzione e cura del verde pubblico in tutte quelle aree della città dove c’è maggiore bisogno. È una delle attività esterne in cui saranno impegnate le persone detenute. Il progetto di pubblica utilità per la manutenzione del verde, in collaborazione con il comune è, infatti, appena partito. “Questo è un progetto, nato circa un anno fa, che si sta concretizzando molto bene – afferma il direttore dell’Ucciardone Fabio Prestopino -. Crediamo che sia molto qualificante e significativo dal punto di vista professionale. Da una parte si risponde ai bisogni del territorio e dall’altra si offre loro la possibilità di imparare un mestiere che potrebbe essere speso in futuro a favore di imprese private”.
Ancora in fase organizzativa, cioè in progress, sono, invece, da realizzare dentro la Casa di reclusione, il progetto per la produzione di prodotti dolciari e il progetto di avvio di un’attività tessile.
“Tra i progetti a cui teniamo molto c’è sicuramente quello che riguarda la la predisposizione degli ambienti per la nascita di un pastificio per la produzione dei grandi lievitati – dice il direttore dell’Ucciardone Fabio Prestopino -. Il nostro desiderio sarebbe quello, in futuro, di riuscire a produrre dolci e panettoni come avviene nel carcere di Padova. Si tratterebbe di una bella opportunità che spero riesca a partire al più presto. Su questo si sta pensando di fare un investimento piuttosto rilevante che qualificherebbe tutta la casa di reclusione insieme al pastificio dedicato alla pasta. Per il momento, siamo nella fase della progettazione esecutiva. Si sta facendo a questo proposito anche un lavoro di rete preventivo per valutare nel mercato l’interesse di alcune aziende”.
Dentro una casa di reclusione avere, inoltre, una realtà dedicata alla produzione tessile sarebbe un ulteriore traguardo.
“Riuscire ad avviare una produzione tessile – aggiunge ancora il direttore – in grado di produrre biancheria che serve alle persone detenute, sarebbe una grande cosa. Abbiamo già un corso professionale nel campo della sartoria. Ho, recentemente, proposto al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di avviare una nostra produzione interna. Per quanto potremmo impegnare un massimo di 12 persone detenute, sarebbe un grande passo avanti riuscire in questo modo ad essere autosufficienti, provando perfino a produrre pure per gli altri istituti penitenziari. Si tratterebbe di produrre lenzuola, federe ma anche asciugamani, tovaglie, abiti da lavoro e zaini da viaggio. Tutto questo è per il momento in fieri. Non so in quale tempi si potrà realizzare ma, sicuramente, abbiamo gettato dei semi importanti che, siamo sicuri, porteranno, prima o poi, a buoni risultati”.