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lunedì, 2 Giugno 2025
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Viaggio nella vita di Biagio Conte attraverso i murales nella Missione di via Archirafi

Inaugurate le opere 33 anni dopo il suo ingresso nella prima sede della Missione Speranza e Carità: le hanno realizzate gli artisti dell'associazione Calapanama

Francesco Palazzo
Francesco Palazzo
Palermitano, laureato in filosofia, giornalista. Nel blog https://www.leggendoerileggendo.com/ i suoi articoli (Repubblica, Centonove, LiveSicilia, PalermoToday, Porta di Servizio, il Mediterraneo 24, Rosalio Il Blog di Palermo, Città Nuove Corleone, Maredolce). Per Di Girolamo Editore ha scritto, "Beato fra i mafiosi", su Don Pino Puglisi, e diretto la Collana "Mafia, antimafia e dintorni". Ha fondato e diretto la Scuola di Formazione etico-politica "Giovanni Falcone". Spera di finire il romanzo che sta scrivendo da dieci anni. "Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia da raccontare e qualcuno a cui raccontarla” (A. Baricco). francipalazzo@gmail.com
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PALERMO. A Palermo il 30 maggio si è aperta una nuova porta santa. Per inaugurare il grande murale, 23 pannelli e 18 artisti, realizzato sui muri esterni della Missione Speranza e Carità di Via Archirafi, la missione è stata svuotata, chiuso il portone d’ingresso e poi riaperto. Per ripetere il primo ingresso di Biagio Conte, 33 anni fa esatti il 30 maggio, dopo tredici giorni di digiuno, nella struttura abbandonata.
Anche i poveri hanno diritto a un tetto e a un letto, c’era scritto nei cartelloni allora. Le opere sono un dono dell’Associazione Calapanama. “Noi disegniamo il sabato alla Cala – dice Mariella Ramondo – con il cappello chiamato panama. Una ragazza ci ha appellati Calapanama. Siamo pittori, musicisti, letterati. Abbiamo realizzato il muro della legalità alla caserma Carini e dipinti sulla Divina Commedia. Siamo nati nel 2021. Realizziamo anche cravatte della legalità, questa con il volto di Impastato. Abbiamo portato in giro per cinquanta chiese una mostra su don Puglisi, ora si trova nella chiesa di San Marco al Capo”.

Don Pino Vitrano davanti al murale che raffigura l’incontro del card. Pappalardo con i poveri alla stazione centrale

I dipinti, che costeggiano il perimetro della Missione, riproducono i momenti più importanti dell’impegno di Biagio Conte. Si inizia con l’immagine del fratello laico e del suo cane, Libertà. Un dipinto, che ritrae anche il cardinale della Sagunto espugnata, ricorda gli esordi alla stazione centrale. “Andò dal cardinale Pappalardo – ricorda don Pino Vitrano, che con Biagio ha fondato la missione – e alla richiesta di cosa potesse fare per i poveri, il frate laico gli disse che poteva benedirli. Dopo una settimana Pappalardo fu lì”.

La più giovane dell’Associazione Calapanama è Giusy Lo Medico. “Lavoravo in un negozio di oggetti etnici, ho sempre dipinto e ho fatto un percorso scolastico specifico, una cliente mi ha segnalato i Calapanama e sono entrata nell’associazione, ora è questa la mia professione. Dovrei ritrarre Falcone e Borsellino in una scuola a Bagheria”. La fotografo davanti ai due dipinti dove ha messo mano, quello che del viaggio di Fratel Biagio in Trentino e l’altro che riproduce la spianata del Foro Italico con Biagio che prega insieme ai musulmani.

La pittrice Giusy Lo Medico accanto al murale che ha realizzato

Don Pino, col cappello dei Calapanama, spiega tutti i dipinti. Ci dice che la Missione ha sperimentato un ecumenismo pratico donando materie prime legate all’esercizio delle diverse fedi. Mentre parla alla folla radunatasi dentro la missione, ricorda l’ulivo proveniente da Gerusalemme regalato da Rita Borsellino e la prima palma piantata da Frate Biagio quando la struttura conteneva solo quattro tende. Due pezzi di questo lungo murale ricordano la visita di Papa Francesco in missione nel 2018. Due persone della missione nel dipinto che ritrae il pranzo col pontefice ora non ci sono più – chiosa don Pino – che è una miniera di ricordi. Come quello che riprende la scritta sul frontespizio della missione. “Un giorno vennero dei funzionari ricordando che avevano fatto tanto. Da dentro la chiesa sentii Biagio gridare contro di loro, utilizzando la frase: “Il Signore sino a oggi ci ha soccorso”.

Mariella Raimondo racconta che la gente del luogo ha collaborato. “Nel pezzo di murale che ritrae la croce piantata da Biagio allo Sperone ci sono i volti di diversi bambini della zona. Mentre dipingevo è come se fossi guidata da Biagio”. Don Pino svela un episodio. “Quando Biagio andò allo Sperone a piantare la croce, due gli si avvicinarono intimandogli di andare a piantarla ai Rotoli. Lui andò avanti. Dopo tanti anni i due lo andarono a trovare piangendo, chiedendo scusa e pregando di aggiungere un crocfisso, cosa che facemmo subito. Oggi in quel luogo c’è il murales che ritrae Biagio”.

Gli artisti dell’associazione Calapanama che hanno realizzato i murales

Non poteva non esserci il primo pulmino della missione notturna. Si vede Biagio con la conchiglia del pellegrino, immagine arrivata in missione dopo la morte. Uno dei dipinti, ci dice don Pino, parla di una pesca miracolosa. Un altro del terreno coltivato a Tagliava per dare da mangiare alla missione. Poi quello della permanenza presso i pastori a Raddusa. C’è la visita di Benedetto XVI, ritratto mentre saluta Biagio. Don Vitrano rivela che il papa intratteneva tutti per pochi secondi, alla delegazione della missione vennero dedicati cinque minuti. Ci sono pure ritratti gli ultimi anni di Biagio. Come il suo rifugio presso il Monte Grifone che sovrasta Palermo. Don Pino, e qua invece siamo agli inizi, ci descrive la conoscenza, attraverso un libro che gli era stato regalato da un pastore di Raddusa, di San Francesco da parte di Biagio. E un pezzo di murale lo ritrae ad Assisi. Viene pure riprodotto un suo viaggio a Bruxelles, che Biagio osserva mentre beve acqua da una bottiglietta. C’è anche il pellegrinaggio a Lourdes, in cui Biagio rivela la sua guarigione. Don Pino ci racconta la sua ritrosia, poi vinta, ad immergersi. Un libro a cielo aperto questa lunga opera d’arte a più mani. Dentro il quale non poteva mancare lo sciopero della fame, per scongiurare l’allontanamento dall’Italia di un giovane della missione, Paul, morto oggi, fatto da Biagio nel luogo dove la mafia uccise Don Puglisi. La cui statua compare nel disegno. Frate Biagio e don Pino. Due esempi di santità diversi e simili. Che tracciano dei percorsi di guarigione di Palermo. Che non stanno nell’alto dei cieli, ma che sono percorribili da tutti.

Sciopero della fame di Biagio Conte assieme a Paul che rischiava l’espulsione per il decreto Salvini nel luogo dove fu ucciso don Puglisi
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