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giovedì, 13 Novembre 2025
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Dai 150 milioni nel mondo ai 100mila in Italia: da Palermo l’allarme sui “bambini di strada”

Nel mese dedicato ai diritti dell’infanzia, esperti e istituzioni si confrontano sull’urgenza di dati e interventi concreti

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in "Comunicazione per le Culture e le Arti" all'Università di Palermo, con un master in "Editoria e Produzione musicale" all'Università IULM di Milano. Si occupa di sociale, cultura, spettacoli, turismo, scuola, per diverse testate online e da addetta stampa. Scrive per "Il Mediterraneo 24" ed è socia dell'impresa sociale-editrice del giornale. Ha realizzato dei reportage-inchiesta sul fenomeno della dispersione scolastica nel quartiere Sperone di Palermo per la testata "OrizzonteScuola", il giornale dedicato alla scuola più seguito in Italia. Si occupa di violenza sulle donne come addetta stampa per il Centro Antiviolenza "Lia Pipitone" di Palermo. Ha lavorato come giornalista e addetta all'accoglienza per la Fondazione "Le Vie dei Tesori", il più grande circuito di promozione del patrimonio culturale della Sicilia, nell'ambito di varie edizioni del festival che ogni anno si svolge a Palermo, Sambuca di Sicilia e Sciacca. Nel quartiere Sperone di Palermo, periferia a forte marginalità sociale, a sud-est di Palermo, ha curato l'ufficio stampa della grande iniziativa territoriale e di comunità "Il Carro risorto delle Rosalie ribelli. Il Festino dello Sperone", con la partecipazione attiva di cittadini, scuola e associazioni. Altre importanti collaborazioni l'hanno vista impegnata come addetta stampa per l'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella campagna elettorale delle Elezioni Europee 2024; per l'Ufficio speciale del "Garante regionale per i diritti dei detenuti e il loro reinserimento sociale" guidato dal dott. Santi Consolo; per il Centro Antiviolenza "Lia Pipitone" a Palermo gestito dall'associazione Millecolori APS ETS. Ultime iniziative recenti: l'ufficio stampa del XX° Premio Letterario Internazionale "G. Tomasi di Lampedusa" di Santa Margherita di Belìce; e lo show internazionale "Be like the wind - Essere come il vento" del Teatro del Fuoco a Palermo, realizzato dall'associazione Elementi di Amelia Bucalo Triglia.
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PALERMO. Quanti sono i bambini di strada in Italia? Cento? Mille? Diecimila? “Non si sa: non esistono dati ufficiali (per ammissione dell’Istat)”, dice Alessandro Mauceri, chair per i diritti dei minori del Kiwanis Distretto Italia San Marino.

Da qui la decisione di Kiwanis di agire e di coinvolgere l’ISTAT. Le stime di alcuni studi citati in un rapporto redatto da Mauceri, parlano di almeno 52.000 bambini di strada solo in Italia. “Ma sono approssimati per difetto e non tengono conto di alcune categorie di bambini di strada previste dalle Nazioni Unite. La nostra stima è oltre 100.000. Basti considerare il numero dei minori in povertà estrema. Secondo ISTAT sono almeno 1,2 milioni. Se solo uno su dieci finisce a vivere ‘per strada’, significa 120.000 bambini di strada in Italia, spiega Mauceri.

Questi dati sono stati esposti nel corso di un incontro a Palermo sul fenomeno dei “minori di strada”, organizzato nel mese della giornata internazionale per diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre. Tra gli ospiti, il Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, e la dirigente Ufficio territoriale Area Sud dell’Istat, Antonella Bianchino; Alessandro Mauceri che ha trattato “Il problema sociale dei minori di strada e l’assenza di dati in Italia e all’estero”; Giuseppe Lecardane, dell’Ufficio territoriale Area Sud, sede Sicilia dell’Istat, per trattare “Il disagio sociale dei minori in Italia. Analisi e prospettive”; Elena Mignosi, docente in Scienze pedagogiche dell’Università di Palermo, che ha parlato della “Condizione dei ‘minori di strada’ in Italia: come intervenire? Il possibile ruolo delle istituzioni educative”. Presente la Garante comunale Infanzia e adolescenza, Giovanna Perricone, con “La strada: da maestra a nemico dello sviluppo”; l’avvocata Katia Lo Monaco su “Abitare la città: la strada dei diritti dei bambini invisibili”, e la consigliera comunale Concetta Amella.

Niente numeri ufficiali sui bambini di strada nemmeno in Europa o nel mondo. “Anche le stime delle Nazioni Unite che parlano di 150 milioni di bambini di strada potrebbero essere non esatte: molti paesi (a cominciare dai più popolati come Cina o India) forniscono solo dati parziali spesso legati a fenomeni sociali o geopolitici particolari”, spiega Mauceri.

A questo si aggiunge che molti dei fattori che possono portare un minore a vivere per strada sono in aumento: povertà estrema, guerre, eventi climatici estremi, migrazioni, apolidia (ogni 10 minuti nel mondo nasce un bambino apolide) e mancanza di registrazione alla nascita (secondo un recente studio di Unicef International sono oltre 200 milioni i bambini che non sono stati registrati alla nascita in modo legale). Molti di loro sono come invisibili. Non vengono nemmeno considerati scomparsi. “Una situazione che fa comodo ad alcuni che giustificano la mancanza di iniziative a favore di questi minori nascondendosi dietra la mancanza di numeri ufficiali prosegue Alessandro Mauceri -. Tutto questo è causa di una ripetuta continua violazione dei diritti di milioni di bambini.

“Ogni bambino di strada è una storia di fallimento collettivo dice la consigliera comunale di Palermo, Concetta Amella -, della famiglia, della scuola, della comunità, ma soprattutto delle istituzioni. I bambini di strada esistono, anche se non compaiono in nessuna statistica ufficiale. Esistono negli angoli delle nostre città, nelle stazioni, nei centri commerciali, nelle periferie dimenticate. Esistono, ma non sono visti. E l’invisibilità continua Amella -, lo sappiamo, è la forma più sottile e dolorosa di esclusione. Come rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere di riportare la luce su queste vite dimenticate. La mancanza di dati ufficiali non può essere una scusa per l’inazione, ma un motivo in più per costruire reti di ascolto, collaborazione e intervento tra Comuni, scuole, servizi sociali, terzo settore e forze dell’ordine.”

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