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venerdì, 4 Luglio 2025
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Migranti e salute. Da Palermo alla Grecia, gli scatti di Bellina

Le immagini del fotoreporter siciliano sono state esposte a Istanbul al meeting dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in "Comunicazione per le Culture e le Arti" all'Università degli Studi di Palermo, con un master in "Editoria e Produzione Musicale" all'Università IULM di Milano. Si occupa di sociale, cultura, scuola, turismo e spettacoli per diverse testate online e da addetta stampa. Scrive per "Il Mediterraneo 24" di cui è anche socia dell'impresa sociale-editrice del giornale; e ha realizzato dei reportage-inchiesta su "OrizzonteScuola" circa il fenomeno della dispersione scolastica nel quartiere Sperone di Palermo. Ha lavorato come giornalista e addetta all'accoglienza per la Fondazione "Le Vie dei Tesori", il più grande circuito di promozione del patrimonio culturale della Sicilia, nell'ambito di varie edizioni del festival culturale a Palermo, Sambuca di Sicilia e Sciacca. Nel quartiere Sperone ha anche curato con diligenza l'ufficio stampa della grande iniziativa territoriale e di comunità "Il Carro risorto delle Rosalie ribelli. Il Festino dello Sperone", con la partecipazione attiva di cittadini, scuola e associazioni. Altre importanti collaborazioni l'hanno vista impegnata come addetta stampa per l'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella campagna elettorale delle Elezioni Europee 2024; per l'Ufficio speciale del Garante regionale per i diritti dei detenuti e il loro reinserimento sociale Santi Consolo; e per il Centro antiviolenza "Lia Pipitone" a Palermo gestito dall'associazione Millecolori onlus.
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PALERMO. Si è appena concluso a Istanbul il meeting dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per definire le attività strategiche per il 2022 in merito a migrazione e salute dove sono stati esposti alcuni scatti del fotoreporter siciliano Francesco Bellina realizzati tra Palermo e Francoforte, tra Sarajevo e Lesbo, in Grecia, per documentare alcuni momenti della pandemia in relazione alle difficoltà dei migranti.

Le foto di F. Bellina esposte al meeting a Istanbul

Contattato dall’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie, Bellina si dice orgoglioso di avere documentato con i suoi scatti come soprattutto in Sicilia, a Palermo, la struttura per le vaccinazioni istituita dal commissario Renato Costa abbia fatto fronte alla vaccinazione senza lasciare indietro nessuno. Fondamentale l’apporto dell’OMS ma anche di tutte le associazioni e i singoli che si sono prodigati per arginare la pandemia.

Campagna vaccinale, Sarajevo (Foto di F. Bellina)

I più deboli, i migranti, le persone meno informate con meno strumenti a disposizione sono state raggiunte grazie al lavoro del Centro Astalli, che ha ospitato diverse vaccinazioni, dove è attivo tutto l’anno un ambulatorio che cura i migranti in modo gratuito. Punto di riferimento per Ballarò e per la città. O il lavoro di associazioni come Moltivolti, documentato da Bellina, che ha preparato dei pasti e distribuito beni di prima necessità ai bisognosi.

Campagna vaccinale, Palermo (Foto di F. Bellina)

“Ho visto tanta umanità tra i dirigenti, i medici e i mediatori in prima linea nella campagna di vaccinazione. Sono stato a Lesbo e Sarajevo nei campi profughi dove ho incontrato diverse situazioni di migranti come africani, pakistani, afgani e iracheni. Una migrante afgana, una signora molto grande di età era sulla sedia a rotelle. Con due bambini e il marito vivevano in una tenda di fronte al mare. Lesbo è un’isola e il campo è quasi sugli scogli. Mi ha scosso parecchio vedere le immagini di queste persone che dopo anni non hanno ancora una vita serena”, racconta il fotografo. A Francoforte un’associazione di africani del Ghana aiutava i pazienti e chi aveva bisogno di delucidazioni in materia di Covid.

Campagna vaccinale, Palermo (Foto di F. Bellina)

“Quello che voglio sottolineare con i miei scatti è come il migrante non è soltanto un soggetto passivo che beneficia di cure e attenzioni. Nel caso di Palermo ma anche nei campi profughi, i mediatori che erano dei migranti facevano le amnesi e aiutavano nella traduzione tra medici e pazienti. Migranti che hanno dato una mano durante questo brutto periodo.

Campagna vaccinale, Palermo (Foto di F. Bellina)

A Palermo ci sono delle storie meravigliose come quella di Dhaker, che lavora al Centro Astalli, un ragazzo tunisino, che fa qualsiasi cosa e non si ferma mai. Sempre sorridente e a disposizione. Durante le vaccinazioni ha fatto di tutto. O Camal, un ragazzo marocchino, che faceva da mediatore. Sono rimasto colpito dall’umanità che medici e dirigenti hanno avuto verso queste persone più fragili. Palermo come sempre dimostra la sua umanità. Non ci vogliono infrastrutture ma ci vuole tanta umanità come quella dimostrata in questo periodo”, conclude Francesco.

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