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giovedì, 13 Novembre 2025
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Viaggio fotografico tra bellezza e ferite del pianeta, la mostra di Salvo Gravano a Palermo

All’EPYC – European Palermo Youth Centre, il fotografo palermitano presenta “Il respiro della Terra”, un percorso visivo che racconta la relazione tra uomo e ambiente attraverso dodici dittici scattati dall’alto

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PALERMO. «Il respiro della Terra» è il filo conduttore della mostra di Salvo Gravano, un viaggio fotografico che racconta la fragilità, la forza e la speranza del nostro pianeta, da venerdì 7 novembre, alle 18, all’EPYC – European Palermo Youth Centre, in via Pignatelli Aragona 42, a Palermo.
Durante l’inaugurazione l’autore dialogherà con il fotoreporter palermitano Igor Petyx sul tema “Raccontare con le immagini”: uno scambio aperto tra visione artistica e testimonianza del reale.

L’installazione “Il respiro della Terra” stimola una riflessione su un tema estremamente attuale: la salute del pianeta in cui viviamo e il rapporto che la specie umana intrattiene con esso. Nei dodici dittici, pensati in maniera unitaria e omogenea, c’è la testimonianza dell’artista sull’argomento, grazie anche a un originale punto di vista, le foto realizzate in perpendicolare dall’alto.

Salvo Gravano

L’autore rappresenta una natura verdeggiante e rigogliosa, varia nella sua composizione e ricca di vita, ma anche una natura violentata dall’operato dell’uomo che troppo spesso la distrugge e la sfrutta senza pensare alle conseguenze che il suo atto avrà. Senza dubbio commovente è la storia delle ex acciaierie Afem di Campofelice di Roccella, raffigurate in uno dei pannelli, luogo di una catastrofe umana, una tragedia causata dall’uomo, luogo che oggi la natura si sta riprendendo dopo anni di abbandono.

Gli scatti sono schematicamente suddivisibili in quattro gruppi: il respiro, che racconta la Terra che si mostra in tutta la sua bellezza selvaggia; il respiro negato, che ci mostra gli abusi compiuti dall’umanità verso il proprio habitat; il respiro ritrovato, che dimostra la potenza della natura e la sua capacità di riprendersi ciò che le è stato tolto; il respiro condiviso, che svela la capacità che la nostra specie ha di convivere con l’ambiente, rispettandolo.

Salvo Gravano: ecco chi è l’autore

Classe 1966, Salvo Gravano è un fotografo palermitano. Inizia la sua attività fotografica da giovanissimo specializzandosi nel corso del tempo in ritrattistica e, soprattutto, in fotografia paesaggistica, diurna e notturna, che elegge a suo mezzo espressivo privilegiato.

Attraverso la sua arte sperimenta mezzi e tecniche diversi, dalla fotografia tradizionale al TimeLapse, sia in analogico che in digitale, e affronta temi che spaziano dalla sensibilità ambientale alla scoperta delle prospettive, fisiche e umane, più nascoste, utilizzando come filo conduttore lo sforzo espressivo, tecnico ma anche fisico.

Ha già all’attivo, oltre a svariate pubblicazioni con riviste di carattere culturale, due esposizioni collettive e quattro mostre personali.

Tra queste ultime “RiVolti a Ballarò”, dedicata a personaggi che hanno caratterizzato la vita del quartiere palermitano e realizzata su supporti autoportanti in cartone riciclato; “Look up!”, un invito a cambiare prospettiva sforzandosi di osservare le meraviglie che si trovano sopra la nostra testa; “Visioni pandemiche”, tratta da un’omonima pubblicazione che raccoglie fotografie e pensieri pubblicati quotidianamente su Facebook durante il periodo di lockdown forzato che ci ha coinvolto nei primi mesi del 2020; “E uscimmo a riveder le stelle”, composta da diciannove scatti di paesaggistica notturna realizzati con tecniche di esposizione e post-produzione differenti.

Ha, infine, partecipato alla prima e alla quinta edizione del Premio Nazionale “Novella Torreggiani” Poesia ed arti figurative classificandosi al terzo e al primo posto nella sezione “Fotografia”; ai concorsi fotografici “Le vie di Sellerio” (2024), classificandosi al primo posto, e “Terre delle Balestrate” (2025), ricevendo una menzione speciale per l’attenzione verso la tradizione balestratese del “ballo dei pastori”.

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