Più della bellezza, stavolta è la comicità che ci salva da una realtà pietosa: nel tempo del ‘tutto è connesso’, il Nord è sempre più distante dal Sud Italia. Lo sperimentano sulla propria pelle, ogni anno, nel periodo natalizio, i siciliani che vivono fuori dall’Isola. Per tornare nelle loro famiglie, pagano cifre spropositate per acquistare biglietti aerei. E non basta la continuità territoriale, non basta il treno pensato dalla Regione a prezzi calmierati. L’unica soluzione al divario infrastrutturale sembra quella proposta da Ficarra e Picone nella miniserie Sicilia Express: un cassonetto dell’immondizia. L’unica opzione – condita di ironia – per dare risposte a un problema che i vari ambiti, da quello politico a quello imprenditoriale, non sembrano riuscire a fornire in maniera esaustiva.
Un’idea comica? Certo. Ma anche una metafora spietata: quando i servizi non funzionano, quando le distanze diventano castighi, quando la burocrazia blocca più di quanto aiuti, i siciliani più di tutti sopravvivono grazie all’inventiva. Per tornare a casa. Per affrontare il problema della crisi idrica. E così “importano” l’acqua da Milano, attraverso i viaggi nei cassonetti.
Il cassonetto, in Sicilia Express, diventa il mezzo più rapido, più efficiente, più “sicuro” per arrivare nell’Isola, dove i treni e gli aerei non arrivano con efficienza. È un paradosso che inchioda la politica, incarnata dal presidente di turno, e racconta una verità: nel Mezzogiorno l’uguaglianza dei diritti non è compiuta.
Ficarra e Picone lo dicono ridendo, ma il messaggio è serio: finché il progresso del Sud sarà affidato all’ingegno individuale invece che alle infrastrutture, continueremo ad avere un’Italia che viaggia su binari diversi. Da una parte l’alta velocità, dall’altra il cassonetto.
E l’ironia diventa denuncia: un Paese è davvero unito quando non serve inventarsi un trucco per essere trattati allo stesso modo. Quando non serve più un cassonetto per sentirsi cittadini come gli altri.







