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venerdì, 21 Novembre 2025
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“BeCapture, scatti di solidarietà”: quattro giovani raccontano il volontariato a Palermo

Dal 17 novembre al 12 dicembre, quattro giovani fotografi, Andrea Bilardo, Maria Scalici, Egle Calamia e Mariachiara Iride, offrono, a rotazione settimanale, il loro sguardo originale sul volontariato. La mostra fotografica promossa dal CeSVoP per Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025

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di Federica Chiarello
PALERMO

Si è aperta, lunedì 17 novembre, la mostra fotografica BeCapture, scatti di solidarietà“, a Palermo, nella sala lettura della Biblioteca comunale “Terre Rosse” di Villa Trabia. L’iniziativa, promossa dal CeSVoP nell’ambito delle manifestazioni di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025, intende mostrare il volontariato dal punto di vista di quattro giovani talenti: Andrea Bilardo, Maria Scalici, Egle Calamia, Mariachiara Iride.
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 con ingresso libero fino al 12 dicembre. Ogni settimana sarà dedicata a un progetto fotografico diverso.

Dal 17 a 22 novembre la rassegna propone, in apertura, Lo scatto al di là della disabilità di Andrea Bilardo, che in passato si è raccontato sul nostro giornale. Il progetto fotografico vuole ribaltare lo stereotipo della disabilità come limite e ostacolo proponendola come un punto di vista semplicemente diverso sul mondo. Alberto Bilardo ci racconta a proposito del suo lavoro che “nonostante la mia difficoltà ho potuto raccontare la meraviglia di Palermo”. “Nonostante la difficoltà si può fare volontariato per aiutare il prossimo”, dice.

Dal 24 al 28 novembre sarà il momento della mostra Creato dall’uomo e creato dalla natura di Maria Scalici che indaga la relazione tra l’uomo – ­­­­che modifica con il suo ingegno l’ambiente lasciando la sua impronta – e la natura, formidabile e inarrestabile, bellissima e temibile allo stesso tempo. La fotografa ci spiega la sua urgenza di parlare di natura. “L’uomo non è altro che ospite sulla terra – dice -. E volevo raccontare sia la forza distruttiva sia quella positiva della natura e metterla a confronto con l’azione dell’essere umano.”

Dal 1° al 5 dicembre tocca al progetto Oltre le nuvole di Egle Calamia. Frutto di anni di attività di volontariato, questo progetto fotografico amatoriale, che si inserisce nel contesto di La città che educa promosso dal Comitato Movimento Educativo di Palermo, vuole mostrare Palermo in una prospettiva di educazione diffusa direttamente connessa al mondo del volontariato. “Palermo deve tornare a mettere al centro le persone, consentendo loro di trasformare spazi urbani anonimi in luoghi del benessere in cui tornare ad assumere un significato sociale: il volontariato, sicuramente, sta lavorando in questa direzione. Da architetto e da volontaria ritengo che i nostri spazi urbani debbano tornare ad essere luoghi culturali ed educativi. Il volontariato sta dando buoni frutti nella rigenerazione di strade e di piazze, di cortili e giardini, e sono fermamente convinta che l’educazione non debba essere relegata soltanto all’interno degli spazi familiari e scolastici, ma che tutta la città possa educare, crescendo sognata e immaginata da chi la vive oggi, compresi bambini e ragazzi.”

Dal 9 al 12 dicembre chiude la rassegna il progetto di Mariachiara Iride che racconta il volontariato, nello specifico i momenti salienti di Palermo Capitale Italiana del Volontariato, che si conclude in concomitanza con la chiusura della mostra. L’excursus fotografico parte dall’inaugurazione del 26 marzo al Teatro Politeama all’evento dedicato al volontariato giovanile del 6 maggio al Cinema Teatro De Seta, dalle interviste ai volontari fino al WeCare Festival lo scorso ottobre a Villa Trabia.
“Per me il volontariato ha rappresentato tanto fino ad ora – spiega Mariachiara Iride –; prima di tutto un modo per mettere alla prova se stessi, capire cosa si è in grado di fare per il prossimo grazie alle proprie competenze e anche di apprendere, da chi ci sta intorno sempre qualcosa di nuovo. Inoltre, la possibilità di potersi connettere con la propria terra e sentirsi parte di una comunità. Ho scoperto realtà nuove ed ho potuto incontrare persone eccezionali e ricche di capacità che si mettono a disposizione. Infine, la motivazione che danno tutti i volontari: dare una mano e sostenere il prossimo. Fare ciò ti soddisfa davvero e ti rende il cuore più leggero, ti fa ricredere che può esserci un posto migliore non solo per sé stessi ma per tutti.”

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