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sabato, 11 Ottobre 2025
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Al Cep nasce la prima Portineria di Comunità del Sud Italia: “Un luogo di prossimità”

Un presidio civico e sociale nato grazie al progetto LGNet 3 – FAMI e co-progettato con l’amministrazione comunale. Lo spazio ospiterà anche un centro per le politiche giovanili e uno sportello sanitario.

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di Salvo Di Stefano
PALERMO

Nasce la prima Portineria di Comunità nella periferia di Palermo. Un servizio che prende luogo all’interno di un bene confiscato alla mafia, in via Besio, al Cep, che include anche altri servizi, come un centro delle politiche giovanili e uno sportello sanitario.
La Portineria di Comunità è un’azione fortemente voluta e co-progettata insieme all’amministrazione comunale e, in particolare, dall’assessore Fabrizio Ferrandelli con la responsabile della U.O. “Casa dei Diritti”, Angela Errore, all’interno di un contesto periferico come il quartiere Cep. Le risorse per la sua realizzazione derivano dai fondi del progetto “LGNet 3” del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione – FAMI.

Il servizio verrà effettuato all’interno di alcuni magazzini confiscati alla mafia presenti in via Besio e che l’amministrazione comunale ha voluto riconsegnare al territorio “riaprendo le saracinesche”, come segno di valorizzazione e di legalità affermata.
Alla presentazione ufficiale del nuovo spazio multifunzionale hanno partecipato il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore alle Politiche giovanili Fabrizio Ferrandelli, la presidente e il direttore della Rete Italiana di Cultura Popolare, Chiara Saraceno e Antonio Damasco. Erano presenti anche l’eurodeputato Giuseppe Milazzo e il presidente della Circoscrizione, Giuseppe Valenti.

La Portineria di Comunità è un concetto semplice, è un concetto di alleanze, dove si sviluppano relazioni e che è aperto a tutti i cittadini. A noi è piaciuto molto il concetto di portineria di comunità, che è un modello che esiste a Torino. Si tratta di un franchising sociale – ha spiegato Angela Errore durante il suo intervento -. Abbiamo voluto creare a Palermo la prima portineria del sud e lo facciamo basandoci su due elementi: uno è il territorio pieno di realtà vive che aiutano l’amministrazione; dall’altro tutto un insieme di persone e di progetti infrastrutturati con l’amministrazione e sono in grado di mettere insieme i pezzi per potenziare un tessuto cittadino che può sempre più migliorare.
Inoltre, la responsabile della “Casa dei Diritti” ha tenuto a spiegare come funziona una portineria di comunità: “Portineria ha un portale che si chiama ‘Portale dei Saperi’ dove le persone possono registrarsi, esplicitando le loro competenze e le loro capacità. Dall’altra parte ci sarà un cittadino che potrà trarre aiuto da questa disponibilità. Il portale serve per disegnare il quartiere con tutti i suoi nodi e non fa altro che mettere insieme il bisogno del cittadino con la risorsa che ha messo a disposizione qualcun’altro.

Un presidio civico e un esempio concreto di innovazione sociale e welfare di prossimità che si inserisce all’interno della Rete delle Portinerie di Comunità ed è promosso dalla Rete Italiana di Cultura Popolare. ”È importante che la portineria sia nata a Palermo perché la rete nazionale si sta allargando e ci sono tantissime grandi aziende che si stanno interessando proprio sul tema del lavoro, come Lavazza, o della casa, come Ikea – ha detto Antonio Damasco -. La cosa interessante è costruire una rete nazionale che porti anche le grandi aziende sul territorio.

La nascita della portineria di comunità al Cep – ha aggiunto il sindaco Lagallarappresenta un passo fondamentale nella costruzione di un modello di città più inclusivo e coeso. Siamo orgogliosi che Palermo sia la prima città del Sud ad accogliere questa realtà nazionale. Questo spazio non è solo un presidio sociale, ma una risposta concreta ai bisogni del territorio e un segnale di attenzione verso chi spesso si sente lontano dalle istituzioni. È la dimostrazione che le politiche pubbliche possono e devono tradursi in presenza reale e quotidiana nei quartieri“.

Per l’assessore alle Politiche giovanili, Fabrizio Ferrandelli, “quello che abbiamo inaugurato è un luogo di possibilità“. “Il centro per le politiche giovanili che prende vita al CEP vuole essere un punto di riferimento per i ragazzi, uno spazio dove si costruiscono percorsi di orientamento, formazione e futuro. La nostra sfida è riportare fiducia nei quartieri periferici, partendo dall’ascolto, dalla partecipazione e dalla creazione di reti di supporto reale. Insieme allo sportello sanitario e alla portineria di comunità, questo luogo incarna una nuova visione del welfare, vicino alle persone e ai loro bisogni quotidiani“.

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