PALERMO. Durante quest’anno scolastico le bambine e i bambini della Direzione Didattica Statale “F. Orestano” di Palermo – nel quartiere Brancaccio – hanno partecipato a “Giochiamo i diritti”, una nuova esperienza all’interno del Progetto Nazionale promosso dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (AGIA) in collaborazione con l’Associazione “Così per gioco”.
Al centro di quest’attività realizzata e condotta dalla docente Pamela Vassallo, con la sua Classe 5ªB, insieme ad altre sei Classi dell’Istituto, ci sono i bambini, le bambine, e i loro diritti.
“Allenando l’immaginazione, l’esplorazione, la riflessione, la curiosità, la logica e il pensiero divergente, i partecipanti sono stati coinvolti attivamente in proposte accattivanti e stimolanti, capaci di incoraggiare i più timidi, valorizzare gli esuberanti e motivare tutti quanti, in un clima giocoso e gioioso”, racconta la docente.
“Attraverso il gioco, la creatività e la collaborazione, gli alunni e le alunne hanno ‘costruito’ un vero e proprio alfabeto dei bisogni, partendo da riflessioni profonde su ciò che li rende felici, sicuri, liberi. Hanno trasformato uno ‘strappo’ in un capolavoro di arte e fantasia, dimostrando come anche da un’imperfezione possa nascere bellezza”, continua l’insegnante.
“Hanno inventato giochi originali, utilizzando anche il mazzo di carte Articolo e carte Esplorazione, fondendo idee, regole e cooperazione. Tra giochi conosciuti, giochi dei nonni e giochi moderni, hanno ideato, da veri game designer, ‘Diritti in mano’, seguendo tutte le fasi di sviluppo, fino alla stesura del regolamento finale, dopo numerosi play test”, continua Vassallo.
Tutte queste attività sono state un autentico spazio di partecipazione attiva, in cui ogni bambino e ogni bambina ha potuto esprimere il proprio punto di vista, contribuire con proposte, fare scelte, ascoltare gli altri e arricchirsi dal confronto collettivo.
“Giocando, divertendosi e allenando il cervello si sono allenati alla vita. Un allenamento che ha affinato lo spirito di squadra e l’ascolto dell’altro, sviluppato la capacità di gestire i conflitti e rispettare le regole, incentivato l’accoglienza e la valorizzazione delle unicità e delle diversità”, spiega la docente.
“Abbiamo vissuto appieno il significato dello Ius Ludere – il diritto al gioco – riconosciuto e garantito a ogni bambino e a ogni bambina. E abbiamo toccato con mano il valore della partecipazione e della condivisione, il senso della democrazia e della cittadinanza. Al termine di questo processo, ne siamo usciti tutti e tutte più ricchi: di consapevolezze, idee, emozioni, legami“, conclude Vassallo.