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domenica, 1 Giugno 2025
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Palermo, l’annuncio dell’assessore Petralia Camassa: “Coworking comunale all’Arenella”

Giorgio Pace
Giorgio Pace
Studente della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Palermo, impegnato nel sociale. È co-fondatore di "AmUnì", un'associazione che vuole supplire all'assenza di rapporto tra gli universitari e il mondo del sociale, attraverso l'organizzazione di seminari, convegni e iniziative di volontariato. Da settembre 2020 collabora con "Il Mediterraneo 24"
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Palermo avrà un coworking comunale all’Arenella. L’annuncio è dell’assessore alle Politiche giovanili e all’innovazione, Paolo Petralia Camassa, come risposta alle esigenze di tanti giovani lavoratori che, in seguito alla pandemia, stanno sperimentando il lavoro telematico da casa, lo smartworking, e alcuni di loro il southworking, evoluzione dello smartworking che ha come protagonisti giovani nati al Sud che, assunti da aziende con sede nel Centro e nel Nord Italia, sono tornati nelle loro città d’origine continuando a lavorare telematicamente per le loro aziende.
Dunque, la pandemia è stata anche l’occasione per far venire alla ribalta le realtà già esistenti di coworking: luoghi in cui liberi professionisti possono usufruire di spazi condivisi in cui disporre di postazioni autonome e al tempo stesso interagire con altre persone. Così il Comune di Palermo ha ben pensato, su input del sindaco Leoluca Orlando e dell’assessore Petralia Camassa, 27 anni, di mettere su un coworking comunale in un padiglione della Sispi (Sistema Palermo Innovazione).

L’assessore Paolo Petralia Camassa

Assessore, lei ha studiato e lavorato fuori Palermo, come tanti giovani che oggi tornano nella loro città grazie allo smartworking…
«Sì, ho vissuto a Milano per 5 anni e mezzo, dove ho studiato Giurisprudenza. Negli Stati Uniti, in California ho scritto la tesi, a Ginevra ho fatto un master in Affari internazionali e uno stage al Parlamento europeo come assistente parlamentare dell’onorevole Caterina Chinnici. Poi, ho lavorato all’Aja, in Olanda, nell’ufficio Affari istituzionali di Eurojust. Sono tornato a Palermo perché, sposando la visione del Sindaco e ritenendomi in linea con il percorso di crescita culturale che l’amministrazione comunale ha messo in campo, ho accettato con grande entusiasmo di entrare a far parte di questo percorso politico, accettando altresì le deleghe allo sport, innovazione, relazioni internazionali e politiche giovanili. Il southworking, in realtà, è inserito in un progetto di chi alla sua terra è sempre stato legato e qui è tornato, ma anche di chi vuole venire qui a lavorare. Non sono uno smartworker, però un po’ ho vissuto la dimensione di chi è stato all’estero e poi è tornato a godere le caratteristiche di questo territorio, con le sue difficoltà. Quindi, capisco l’importanza di questo percorso e per questo abbiamo deciso di andare avanti con proposte concrete».

Quali sono i tempi per la realizzazione di uno spazio comunale dedicato al coworking?
«Non credo che le cose serie si costruiscano in fretta, e considerato l’attuale momento di trasformazione, credo che, prima di procedere con il coworking, vada fatto un confronto con chi a Palermo ha già un’esperienza su questo campo. Ragione per cui riteniamo utile per il percorso imbastire una discussione con i coworking attualmente operativi e capire come potere realizzare lo spazio di coworking in sinergia: non è una cosa che fa il pubblico per il pubblico, ma una cosa che comunque deve passare da chi ha quel tipo di prospettiva. Nella mia personalissima ottica di valorizzazione della partnership pubblico-privato, è inevitabile che chi mette a disposizione un luogo – in questo caso il pubblico – si confronti e collabori per la realizzazione di un coworking più di sistema».

È già stato individuato uno spazio?
«Certo. È un padiglione nella sede della Sispi, che è la società che si occupa dell’innovazione del Comune di Palermo, all’Arenella. Lì dentro, oltre al locale utilizzato dalla Sispi, c’è un padiglione molto grande dove abbiamo deciso di organizzare il coworking. Sono già stato lì per tre volte con tre soggetti del mondo privato per ipotizzare una caratterizzazione di design, di prospettiva, di connessione anche con l’Arenella come località: necessita una valutazione complessiva nell’ottica della partnership pubblico-privato di cui prima».

L’intenzione quindi è quella di fare un bando per darlo in gestione a qualcuno che fa già coworking?
«Ribadisco che risulta necessario un passaggio di confronto con queste organizzazioni per capire come, in sinergia, si possa procedere verso il percorso del coworking. Nella nostra ottica il coworking, che come elementi costitutivi ha le postazioni di lavoro, la socialità e la condivisione dello spazio, deve avere carattere inclusivo: immagino di più una sorta di collaborazione generale. E proprio per questa ragione non si può non passare da un confronto».

State pensando a misure per incentivare il southworking?
«Gli incentivi per agevolare il southworking sono diversi. Uno proviene direttamente dalla struttura digitale. Palermo è la città più cablata d’Italia. Lo dicono i dati: è la città che ha l’estensione della fibra più grande d’Italia rispetto a tutte le altre città; fino a un mese e mezzo fa eravamo la seconda città d’Italia, dietro Milano. Da poco Open Fiber, che ha una convenzione con noi, ha completato l’ultimo pezzo e sta continuando la cablatura della città ancora oltre il “recinto” di oggi. Questo è già un incentivo strutturale, nel senso che sapere di andare in una città dove non c’è connessione tramite fibra è un conto, sapere che sei in una città dove la fibra ce l’hai è un altro. Inoltre, abbiamo fatto la scelta strategica di puntare sui locali della Sispi anche perché si tratta una società informatica di innovazione il cui socio unico è il Comune di Palermo. E scommettere su quella zona comporterebbe anche una prospettiva di crescita per chi volesse investire nel campo del digitale all’interno della struttura della Sispi».

E quali agevolazioni invece per le associazioni che già mettono a disposizione i locali per il coworking?
«Oggi il quadro normativo ci offre la possibilità di prevedere delle agevolazioni fiscali riguardanti le imposte locali. In questa fase abbiamo diminuito le aliquote a tutto tondo. Non sono, però, competenze esclusive della Giunta, quanto del Consiglio comunale. Quindi, in questo caso, proponiamo al Consiglio di fare una modifica del regolamento per il 2020, posto che, con la proroga dello stato di emergenza nazionale al 31 gennaio 2021, anche questa regolamentazione è in divenire. Un altro incentivo riguarda la continuità della visione della politica palermitana. Su questo punto mi limito a dire che, nel percorso che abbiamo immaginato con il documento #PalermoSiCura, il digitale si pone al servizio della persona e non viceversa. Entro questa parte di una visione più complessiva di Palermo città aperta, si inserisce anche il percorso del coworking per creare e sostenere un ecosistema che porti e riporti capitale umano prezioso per la crescita culturale, economica e anche politica».

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