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lunedì, 22 Dicembre 2025
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Da idee a imprese sociali: i 13 progetti sostenuti da Fondazione Marea

Dall’agricoltura sociale alla rigenerazione dei borghi, dall’educazione all’inclusione, fino al turismo etico e alla partecipazione democratica. I progetti incubati dal programma Onda raccontano una Sicilia che sperimenta nuovi modelli di sviluppo, attivando comunità, territori e competenze per rispondere alle sfide del lavoro, dei diritti e della cura dei luoghi

Filippo Passantino
Filippo Passantino
Giornalista professionista, laureato in Comunicazione per enti pubblici e non profit all'Università La Sapienza di Roma. A servizio del progetto editoriale e sociale de "Il Mediterraneo 24"
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PALERMO. C’è chi riparte dalla terra come luogo di cura, come Orto di Pino, che intreccia agricoltura sociale e percorsi di inclusione per persone con disabilità mentale. E chi usa la narrazione come strumento politico, come Fuori Centro, che ribalta lo sguardo sulle periferie urbane di Palermo, restituendo voce e dignità a quartieri troppo spesso raccontati solo per emergenze e marginalità. Ecco i primi tra i 13 progetti di cui il programma “Onda” di Fondazione Marea ha sostenuto la pre-incubazione. Sono iniziative che coinvolgono comunità locali, amministrazioni, associazioni, giovani e famiglie, e che producono effetti concreti: nuovi servizi, competenze, reti, spazi rigenerati.
Dall’agricoltura sociale, che restituisce senso e lavoro, ai piccoli comuni che diventano hub di sperimentazione; dalle scuole che ripensano l’educazione, alle piattaforme che aiutano i territori a non essere travolti dal turismo di massa.

La rigenerazione che passa anche da luoghi simbolici e fragili: Maqaluba lavora su un territorio segnato da una ferita geologica e sociale, trasformandolo in spazio di formazione femminile, arte e permacultura; non cerca di riqualificare, ma “accetta” il luogo e cerca di costruire attorno. AbiXama Rural Hub sceglie invece un piccolo borgo sui Monti Iblei, Buscemi, per dimostrare che le aree interne possono diventare laboratori di futuro, non cartoline nostalgiche.

Tra i progetti selezionati c’è anche chi immagina nuove forme di cittadinanza attiva: Agorà accompagna comunità e Pubbliche Amministrazioni nei processi di democrazia partecipata, mentre Zagara costruisce percorsi di formazione politica femminista e inclusiva, dando spazio a soggettività spesso espulse dal dibattito pubblico, in particolare al Sud.

Lo sguardo di Onda è esplicitamente europeo: Nexo Sicilia crea ponti formativi e professionali tra giovani siciliani ed europei; Unna affronta il tema dell’overtourism con una piattaforma di turismo etico che tutela territori e operatori locali, lavora sulla rigenerazione dei Monti Peloritani con glamping e orti comunitari. Inclusiva porta competenze digitali nei Comuni rurali, trasformando l’innovazione tecnologica in leva di inclusione sociale e lavoro.

Ci sono progetti che mettono al centro l’educazione e la fragilità: Scuola Dinamica a Custonacisperimenta un modello di istruzione primaria che unisce natura, comunità e apprendimento, rifiutando le quattro pareti di una qualsiasi aula; IN+ crea spazi inclusivi in contesti naturali per giovani adulti con disabilità; La Casa delle Lavoratrici costruisce accoglienza abitativa e opportunità concrete per famiglie vulnerabili. E poi Spora che sui Peloritani intreccia ambiente, turismo lento, comunità e nuove economie, dimostrando che anche la montagna siciliana può essere terreno di innovazione.

Tredici progetti diversi, ma un’unica traiettoria: fare della Sicilia un laboratorio di futuro, dove le risposte alle grandi sfide – lavoro, diritti, spopolamento, cura dei territori – nascono dal basso e parlano un linguaggio contemporaneo.

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