PALERMO. C’è dolore e rabbia di fronte alla morte di nuovi 20 civili, tra cui 5 giornalisti, colpiti a Sud di Gaza, nel raid che ha preso di mira l’ospedale Nasser di Khan Younis.
Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres: “Condanna fermamente” le uccisioni dei palestinesi negli attacchi israeliani all’ospedale Nasser. Il suo portavoce Stephane Dujarric ha sottolineato come “Queste ultime, orribili uccisioni evidenziano i rischi estremi che il personale medico e i giornalisti affrontano nello svolgimento del loro lavoro vitale in questo brutale conflitto”. Guterres “ricorda che i civili, compresi il personale medico e i giornalisti, devono essere rispettati e protetti in ogni momento, e chiede un’indagine tempestiva e imparziale su queste uccisioni”.
Non mancano in tutta Europa dimostrazioni di solidarietà, iniziative sociali e politiche con la richiesta del “cessate il fuoco”. Per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “La guerra a Gaza potrebbe finire entro due o tre settimane”.
A Palermo, Rifondazione Comunista ha chiesto agli enti locali di devolvere lo 0,01% del bilancio in favore dell’UNWRA, l’agenzia dell’ONU che ha lo scopo di assistere le popolazioni ove si manifestano emergenze umanitarie, e già presenti nella striscia di Gaza e in Cisgiorndania. La proposta è stata lanciata in occasione di due contemporanee iniziative a cura delle associazioni Voci nel Silenzio e Palestina nel Cuore, animatrici della comunità palestinese palermitana. “Rifondazione Comunista – dicono i cosegretari federali di Rifondazione Barbara Evola e Ramon La Torre -, avanza anche la proposta a che gli enti locali si facciano portatori verso gli organismi superiori della medesima azione.”
Una proposta concreta che sollecita l’intervento delle opposizioni, ribadita durante un recente incontro con il deputato di Avs Marco Grimaldi, organizzato da Sinistra Italiana. “Abbiamo chiesto ai consiglieri comunali quindi alle forze politiche presenti nei Consigli comunali – continua Evola -, di farsi portavoce di questa proposta e di attivare anche i progetti con il bilancio partecipato.” La proposta si inserisce in un più ampio scenario nazionale di mozioni e documenti prodotti dai Comuni per intervenire nel conflitto.
“Il Comune di Palermo – spiega ancora Barbara Evola -, ha un bilancio strutturato sulla base delle sue spese correnti, con una manovra che si aggira tra i 900 mila e il milione di Euro. La devoluzione di una percentuale, il minimo è lo 0,01%, con la creazione di un capitolo ad hoc, quindi lo 0,01% delle spese correnti, equivarrebbe a 90 mila Euro, se la manovra è di 900 mila, o di 100 mila Euro, se la manovra è di un milione di Euro. Da devolvere all’URWA, o, il Consiglio comunale, può anche decidere in che modo utilizzare questa percentuale. Dietro ci dev’essere però una volontà politica.”
“Una mossa che potrebbe coinvolgere anche i Comuni più piccoli – continua la segretaria di Rifondazione -, che hanno sicuramente delle manovre di bilancio inferiori a quelle di Palermo, Catania, Trapani, potrebbe essere lo strumento del bilancio partecipato. I cittadini, le cittadine, decidono di devolvere la cifra stabilita per legge. Questa volta non si richiede l’impiego di un capitolo, ma l’individuazione di un progetto: la somma partecipata consente ai cittadini e alle cittadine di scegliere la cifra che si calcola per legge, quindi individuare un progetto per la comunità. Gli strumenti di bilancio ci sono, inutile fare solo mozioni e chiacchiere. Proviamo a dare concretezza.”
Alla Cala di Palermo, nel frattempo, sul lungomare che costeggia il capoluogo siciliano, nei pressi del Porto che dà accesso alla città, è in corso un Presidio permanente a staffetta per la Palestina. Fino a giovedì 28 agosto, cittadini, associazioni, rappresentanze politiche si uniscono per mostrare solidarietà alle vittime del genocidio e alle azioni di mobilitazione civile di Freedom Flotilla e Global Sumud Flotilla.
“Non possiamo restare indifferenti di fronte a questo genocidio – scrivono i promotori dell’iniziativa -. Saremo presenti per alzare la nostra voce, a staffetta ogni giorno, di fronte al Mediterraneo. Chiedendo la cessazione del genocidio e di tutte le violenze, il rilascio immediato di tutti i prigionieri (palestinesi e israeliani), l’accesso alle cure sanitarie e la distribuzione sicura degli aiuti di emergenza, l’ingresso in sicurezza per gli operatori umanitari e per i giornalisti internazionali.”
L’appuntamento fino a giovedì è dalle 19.30 alle 20.30, in via Cala 116 a Palermo.
“Ai nostri governi chiediamo la cessazione immediata di tutti gli accordi di supporto militare allo Stato di Israele – continuano i promotori di questa staffetta permanente -, la cessazione delle politiche di riarmo, l’avvio di negoziati di pace coordinati da personale internazionale formato alla soluzione nonviolenta dei conflitti. Infine, la cessazione dell’occupazione illegale del territorio palestinese e l’istituzione di una commissione per la verità, la giustizia e la riparazione.”
Dal Parlamento europeo interviene pure l’eurodeputato di Avs Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo, che in un video diffuso stamane sui social definisce: “Inaccettabili, il genocidio e la carestia inflitti dal governo Netanyahu, a Gaza e ai palestinesi tutti.” E mostra: “Pieno sostegno, piena solidarietà a Freedom Italia Flotilla – dice l’eurodeputato -, e al tempo stesso alla coalizione internazionale, che, non violenta e pacifica, tenta di rompere l’embargo in danno del popolo palestinese.” Al Parlamento europeo – continua l’ex sindaco del capoluogo siciliano -, ho già rivolto, e ancora una volta rivolgo un appello, perchè cessi la complicità, cessi al tempo stesso un comportamento di silenzio e distrazione, che diventa certamente responsabilità diretta per i terribili crimini commessi dal governo Netanyahu, l’aperta violazione della legalità internazionale e di ogni principio di umanità.”