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sabato, 20 Dicembre 2025
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Turismo responsabile in Sicilia: fino al 68% dell’impatto sociale nasce dalla collaborazione

Presentati i risultati preliminari del progetto “Innovazione Sociale in Sicilia”: le organizzazioni coinvolte raggiungono un potenziale di impatto relazionale di 70 punti su 100. I dati confermano che lavorare in rete rafforza persone, comunità e sostenibilità dei territori

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PALERMO. Fare rete non è solo una buona pratica, ma una scelta strategica capace di generare valore concreto per le persone e per i territori. È questo il messaggio che emerge dai risultati preliminari del progetto “Innovazione Sociale in Sicilia: modelli e strumenti di misurazione e storytelling del suo impatto”, presentati il 17 dicembre nel corso dell’evento “Turismo responsabile e Rigenerazione sociale”.

Il progetto, finanziato da Fon Coop – Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua nelle imprese cooperative e progettato da Speha Fresia Impresa Sociale, ha coinvolto SCS Rigenerazioni Onlus, SCS Palma Nana, SCS Addiopizzo Travel e l’Associazione Capaci NoMafia ETS, con il contributo straordinario di Legacoop Sicilia. L’obiettivo è stato chiaro sin dall’inizio: misurare e raccontare in modo semplice e comprensibile l’impatto sociale generato da queste realtà nei territori in cui operano.

Parliamo di organizzazioni attive nel turismo responsabile, nella rigenerazione urbana, nell’impegno antimafia e nell’economia sociale, che ogni giorno costruiscono opportunità, relazioni e inclusione. La ricerca ha voluto andare oltre le percezioni, trasformando l’impatto in dati utili per migliorare le azioni future.

Il risultato principale è netto: fare rete funziona. Il lavoro congiunto delle organizzazioni produce un elevato impatto relazionale, con un potenziale complessivo pari a 70,26 punti su 100, indice della qualità delle relazioni e della capacità di generare valore economico, sociale, umano e ambientale.

Nel dettaglio, l’essere in rete incide per il 68% sulla Generatività delle Persone (70/100), cioè sulla crescita di competenze, autonomia e partecipazione; per il 34% sul BenVivere del Territorio (39,31/100), con effetti rilevanti su capitale umano, occupazione, sicurezza e ambiente; e per il 59% sulle performance ESG, che raggiungono un valore medio di 64/100. Un dato su tutti: oltre due terzi dell’impatto complessivo sulla generatività delle persone dipende direttamente dal lavoro di rete.

Investire sulle persone, evidenzia la ricerca, è il primo passo per migliorare davvero i territori. Persone più competenti e coinvolte diventano il motore di comunità più inclusive e resilienti, capaci di affrontare le sfide dello sviluppo locale.

La collaborazione porta benefici anche sul fronte della sostenibilità: più della metà delle performance ESG delle organizzazioni è legata al lavoro condiviso, soprattutto nella dimensione sociale e nella governance. In particolare, oltre il 77% della capacità di costruire relazioni positive con le comunità locali nasce proprio dalla rete.

Accanto ai punti di forza, emergono anche le sfide future: dalla necessità di strutturare maggiormente la collaborazione, fino allo sviluppo di strumenti di finanza sociale condivisa. «Questo percorso ci ha dimostrato quanto sia prezioso lavorare in rete – sottolinea Fabrizio Giacalone, presidente di Palma Nana –. La collaborazione è la chiave per trasformare le buone pratiche in un cambiamento concreto e duraturo».

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