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sabato, 5 Luglio 2025
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In scena “0, 12, 400 Rosalie”: sul palco teatroterapia e inclusione

Lo spettacolo teatrale racconta Santa Rosalia di tutti, nessuno escluso. Protagonisti gli attori della Compagnia Instabile, composta da persone che vivono esperienze di sofferenza mentale

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di Federica Chiarello
PALERMO

Villa Castelnuovo, a Palermo, ha ospitato ieri, 4 luglio, la rappresentazione teatrale 0, 12, 400 Rosalie”, realizzata dalle associazioni Pensiamo In Positivo e Mentelibera in collaborazione con il CeSVoP. Alla ribalta, gli attori della Compagnia Instabile che esiste dal 2012 ed è composta da persone che vivono un’esperienza di sofferenza mentale. In totale hanno lavorato allo spettacolo 18 operatori e 28 attori.
Lo spettacolo narra la devozione dei palermitani alla “Santuzza” attraverso uno spaccato di vita quotidiana dei giorni nostri, mostrando tra allegria e malinconia come la fede popolare e la speranza riguarda tutti trasversalmente compresi i più fragili.
L’iniziativa rientra nelle celebrazioni dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia e nella programmazione di Palermo capitale italiana del volontariato 2025

La teatroterapia, cura e riscatto

L’evento teatrale è il risultato di un laboratorio che dura un anno e rende un servizio, un rimedio in più per le persone prese in carico dai Servizi per Salute Mentale sul territorio dell’ASP (CSM, CD, CTA) che decidono spontaneamente di fare questa esperienza.
Roberta Zottino esperta di teatroterapia, presidentessa di Pensiamo In Positivo e regista e sceneggiatrice dello spettacolo, spiega cosa significa per gli attori della Compagnia Instabile il teatro: “Uscire dai loro contesti. Lavorare molto sull’autostima, perché esibirsi davanti a un pubblico non è semplice. Loro si mettono tantissimo in gioco. Così hanno anche la possibilità di riscatto nei confronti di uno stigma che ancora purtroppo si portano dietro. Perché la parola “pazzo” per loro pesa più di quanto possa pesare per qualsiasi altra persona. Per loro è un momento anche di svago e un momento di condivisione e anche di integrazione”.
Per loro il momento pubblico è importante?Tantissimo – aggiunge -, il fatto che le persone li vengono a vedere che gli battono le mani… Adesso sono qui che si mettono in prima persona sul palcoscenico e sono veramente grandiosi. Si mettono in gioco tantissimo e lo fanno con una disinvoltura e semplicità che alle volte è disarmante. E se tu chiedi loro se sono attori, loro ti dicono no, cioè “noi siamo noi stessi”. Questo è bellissimo. Perché non hanno la voce impostata, una cultura teatrale, noi non lavoriamo su questo. Noi lavoriamo molto sull’ essere spontanei, sull’essere creativi, sull’essere loro stessi. Malgrado la terapia, che alle volte li calma forse lo po’ troppo loro riescono a gioire e a stare con noi”.

Il morale della compagnia dopo l’esibizione è alto, Alessandro si definisce “adrenalinico e felice” e Salvatore è contento per “il pubblico caloroso”. Maria Rita, che ha interpretato Rosalia, a spettacolo finito ci racconta: “Ah, una carica emotiva… molto emozionante. Sono riuscita a fare anche molto meglio dell’altra volta!  Infatti, non ho dimenticato nulla, è andata bene sinceramente”.

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