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giovedì, 12 Giugno 2025
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“Parole e musica per Gaza”: l’appello di Università di Palermo e Itastra

Dopo l'assemblea, diversi artisti hanno cantato e suonato per dire stop al massacro in corso sulla popolazione palestinese

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. Parole e Musica per esserci e dire, ancora una volta, STOP al silenzio sul massacro in corso della popolazione palestinese. A dirlo forte, è stata l’Università degli studi di Palermo insieme ad ItaStra (Scuola d’Italiano per Stranieri) nei due giorni dedicati a Rompiamo il silenzio! Musica per Gaza!.
Dopo l’assemblea del 4 giugno, ieri pomeriggio nella splendida cornice del complesso universitario di Sant’Antonino, diversi artisti hanno cantato e suonato per la martoriata popolazione palestinese. Ad esibirsi con suoni , canti e ritmi diversi sono stati Lucina Lanzara e le voci vicine, Maurizio D’Amico, Massimo Pisano, Arianna Ensemble, Patrizia d’Antona, Piero Marchese ed il suo trio, Rita Cracolici, Ezio Noto e Vorianova e PalermoCoroPop con Maurizio Spicuzza. Anche se la musica rischia di incidere poco nelle scelte dei palazzi di potere, sicuramente, contribuisce in maniera forte al processo di sensibilizzazione sociale e culturale nei confronti di un tragedia umana cosi grave.

I numeri terrificanti, le immagini dei bambini uccisi, mutilati, arsi vivi, la sistematica uccisione di giornalisti, operatori sanitari e umanitari, l’azzeramento del sistema sanitario ed educativo, ci chiedono ogni giorno di fare di più, ci chiedono cosa stiamo aspettando per agire (…) – riporta l’appello dell’Università sottoscritto da tante persone -. Tutto questo ci chiede di alzare la voce e prendere la parola per dire che ‘dobbiamo fermarci e dobbiamo fermarli’ mettendo in atto ogni iniziativa che vada in questa direzione ricollegandoci a quanto fin qui costruito in primo luogo da alcune realtà studentesche, oltre che da ricercatori e docenti, in dialogo con le comunità palestinesi. Chiediamo alle Università di fare la loro parte moltiplicando le occasioni di conoscenza, di incontro, di ascolto con e per i giovani tutti, occasioni alle quali possano partecipare anche le università palestinesi, e i tanti artisti, scrittori, registi che stanno dando voce alla complessità e alla ricchezza di un popolo che oggi ha bisogno di meno tifo e più ascolto e riflessione. Chiediamo alle Governance dei nostri Atenei di interrompere ogni complicità con il genocidio in corso e fare pressione sul Governo:si revochi l’accordo militare con lo Stato di Israele in rinnovo l’8 giugno;si interrompa ogni trasferimento di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele; per l’immediata rottura dell’assedio e la libera distribuzione degli aiuti internazionali; vengano adottate sanzioni economiche e diplomatiche, come deliberato dall’Assemblea generale dell’ONU; si fermi l’occupazione illegale e l’apartheid in Palestina; si cooperi con la Corte penale internazionale, dando attuazione ai mandati d’arresto contro Netanyahu e Gallant”.

“Insieme a tante realtà italiane, in queste settimane ci stiamo mobilitando per iniziative che possano concretamente rompere il silenzio nei confronti di questa tragedia – ha sottolineato Davide Schirò, dottorando in Migrazioni Differenze e Giustizia sociale  -. Chiediamo in maniera forte il cessate il fuoco a Gaza e l’immediata apertura dei valichi che permettano di fare entrare gli aiuti umanitari internazionali. Nell’Appello chiediamo di sostenere tutta la popolazione palestinese presente a Gaza ma anche in tutti gli altri luoghi del Medio Oriente che da anni subisce violenza e occupazione da parte degli israeliani”.

“E’ un presidio di due giorni che ci coinvolge in maniera molto intensa e forte – ha detto Mari D’Agostino direttrice di ItaStra -. Con un gruppo di docenti, ricercatori, dottorandi e amministrativi del dipartimento di Scienze umanistiche di UniPa abbiamo voluto esprimere con forza la nostra vicinanza alla popolazione palestinese. Stiamo rilanciando anche la collaborazione con le università palestinesi che sono allo stremo. Occorre ripartire da un ruolo forte che deve avere l’Università. Da settembre inizieremo a promuovere alcune iniziative a favore dei docenti, studenti e studentesse palestinesi”.

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