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venerdì, 4 Luglio 2025
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Quando la partecipazione parte dagli hub: la cura della comunità e del territorio a Palermo e Sciacca

Presentate, durante il convegno "Spazio ai beni comuni", le esperienze di innovazione sociale nate dalla collaborazione tra cittadini e amministrazioni

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media
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PALERMO. Si è svolto oggi, nella Sala Petrucci di Palazzo Ziino, l’evento “Spazio ai beni comuni: strumenti e pratiche per prendersi cura di comunità e territorio”, un appuntamento del calendario di Palermo Capitale Italiana del Volontariato 2025.
Organizzato da Sguardi Urbani insieme a neu [nòi], Teatro Atlante e Idea e Azione, con il sostegno del Comune di Palermo, CeSVoP e Labsus, l’evento si inserisce nel progetto europeo New Inherit, finanziato da Creative Europe. La presidente del Cesvop, Giuditta Petrillo, esprime la propria soddisfazione nel vedere concretizzato un lavoro frutto di un percorso durato diversi anni: “Oggi per il Cesvop è una giornata molto importante, perché si realizza un cambio culturale che abbiamo iniziato molti anni fa – precisa Petrillo-, la nostra realtà facilita le aggregazioni attraverso il volontariato e la cittadinanza attiva che è la base fondamentale per prendersi cura dei beni comuni”. L’assessore alle Politiche sociali, Mimma Calabrò, ha ricordato l’impegno nelle periferie delle associazioni del terzo settore in collaborazione con le istituzioni, sottolineando la necessità di “vedere la città come una unica entità da vivere nella gestione collettiva degli spazi”. “Ciò è fondamentale per l’integrazione sociale che spesso, viene a mancare”.

Partecipazione civica e innovazione sociale: la casa del volontariato di Sciacca

L’assessore alle politiche sociali del Comune di Sciacca, Agnese Sinagra, ha ricordato che la cittadina siciliana è stata “pioniera” nello sperimentare già nel 2016 il “regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani”, con la nascita di una gestione di un bene, la “casa del volontariato” che è diventata un punto di riferimento per le realtà che si occupano della cura della persona e del bene comune. Anche qui il ruolo chiave del Cesvop è stato prezioso: “Grazie al nostro supporto, la Casa del volontariato è diventata una realtà, frutto di un patto di collaborazione gestito dal comune e gruppo di associazioni che fanno parte del mondo del volontariato – evidenzia Giuditta Petrillo, presidente del Cesvop di Palermo -, grazie a questo impegno hanno vinto un riconoscimento al Festival dell’amministrazione condivisa dei beni comuni, tenutosi ad Assisi lo scorso marzo. Abbiamo creato in tutte le 4 province case del volontariato, che saranno progressivamente regolarizzate con patti di collaborazione e anche in concessione per sette anni alla nostra realtà in Sicilia per mettere in rete le associazioni”.

Un nuovo modello partecipativo per la cittadinanza

«I cambiamenti culturali richiedono necessariamente tempo: non si può pensare di modificare in poco tempo il pensiero dei cittadini. Tuttavia, momenti come questo, che sono insieme informativi e collaborativi su strumenti come il Regolamento dei beni comuni, rappresentano un’opportunità concreta di sviluppo”, ha dichiarato Michelangelo Pavia (neu [nòi]). Il fatto di aver spiegato il Regolamento, che viene già applicato in molte città, e il fatto di comprendere che anche un singolo cittadino può attivare un patto di collaborazione con una semplice PEC “può generare un effetto a catena: informare altri cittadini, spingerli a leggere il regolamento e fare pressione sull’amministrazione”, aggiunge Pavia. “È l’inizio di una nuova stagione”.

La casa della Partecipazione a Palermo: da un patto di collaborazione un motore di iniziative per la Kalsa

La Casa della Partecipazione in via Alloro 95, nel cuore del quartiere Kalsa, ha ospitato nel pomeriggio un confronto sui bisogni del territorio e sull’uso degli spazi. Vi hanno partecipato realtà che operato nel quartiere e residenti. L’iniziativa nasce dalla recente approvazione del patto di collaborazione tra il Comune di Palermo e le associazioni Idea e Azione, neu[nòi], Sguardi Urbani e Teatro Atlante per la gestione dello spazio dell’ex Museo della Scuola di via Alloro. «Il progetto europeo “New Inherit”, finanziato da Europa Creativa, ha come obiettivo la promozione di buone pratiche di rigenerazione urbana nei territori in cui operano i partner del progetto: Palermo, Berlino, Murcia e Sofia – ha spiegato Luisa Tuttolomondo di Sguardi Urbani –. In quanto partner, insieme a neu [nòi], abbiamo scelto di convogliare le attività partecipative previste all’interno di un processo già attivato dal basso, quello che ha portato alla firma del patto di collaborazione per la Casa della Partecipazione, negli spazi dell’ex Museo della Scuola in via Alloro. Si tratta del primo patto che riguarda l’affidamento di un immobile: un’esperienza nuova, alla quale aderiamo con convinzione, perché vogliamo contribuire a sdoganare questa pratica. Come si è visto anche dal dibattito di oggi, è ancora qualcosa di nuovo, che per essere diffuso ha bisogno di essere sperimentato. Questo è il nostro intento: siamo in formazione, insieme all’amministrazione, dentro un percorso condiviso che unisce partecipazione e rigenerazione».

Per il Comune di Palermo è intervenuto anche l‘assessore alla Rigenerazione Urbana, Maurizio Carta, tra i supporter della Casa della Partecipazione, che ha ribadito come, “in un processo partecipativo ampio, è importate il contributo dei cittadini per il piano urbanistico generale, che a sua volta è contenitore sia dei patti di collaborazione che degli usi temporanei dei beni, che possono essere autorizzati tramite richiesta in apposita piattaforma”. La Casa della Partecipazione ambisce a diventare un motore di iniziative di cittadinanza attiva nel quartiere Kalsa, configurandosi come luogo inclusivo aperto alle associazioni e ai cittadini. 

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