PALERMO. Dopo vent’anni di abbandono, adagiato sull’altare senza le braccia e segnato dal degrado, il Crocifisso ligneo della parrocchia di San Paolo Apostolo torna al centro della vita comunitaria di Borgo Nuovo. Restaurato dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, il Crocifisso è stato riconsegnato oggi alla comunità nel corso di una cerimonia che ha assunto un forte valore simbolico e civile.
«Considero questo restauro un segno dell’avvio concreto dei progetti di riqualificazione di Borgo Nuovo, un segno di speranza – soprattutto nel tempo che ci avvicina al Natale – e un segno di attenzione verso chi vive in una delle periferie della nostra città», ha affermato l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice. Un’attenzione, ha sottolineato, che «deve mantenersi costante e guardare ai bisogni veri della gente».
Rivolgendosi ai rappresentanti delle istituzioni, l’arcivescovo ha richiamato alla responsabilità e alla concretezza: «Se le istituzioni non sono presenti dentro la carne della gente, soprattutto quella martoriata e sfigurata, e non rispondono alle istanze essenziali di vita – lavoro, pane, casa – allora a Palermo sappiamo che c’è un’altra “istituzione”, quella mafiosa, che si sostituisce alle istituzioni assenti». Più i quartieri sono lasciati nel degrado, ha ammonito Lorefice, più la mafia tenta di accreditarsi come risposta ai bisogni primari.
Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il commissario straordinario per gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale di Borgo Nuovo Fabio Ciciliano, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto Massimo Mariani, il parroco don Antonio Garau e don Antonio Coluccia.
Proprio il presidente Schifani ha voluto rivolgere un messaggio diretto ai giovani del quartiere: «Questa giornata è dedicata a voi ragazzi, che siete i veri protagonisti. Dovete credere, e dobbiamo credere insieme, che una realtà periferica può crescere e migliorare». Ricordando le proprie origini in una borgata, Schifani ha ribadito l’impegno della Regione nel sottrarre i giovani alla strada e alla criminalità, anche attraverso misure come il bonus palestre. «Lo Stato oggi c’è – ha detto – Comune, Regione e governo centrale hanno fatto sistema. Oggi vi regaliamo speranza e l’impegno di lavorare intensamente per le periferie, perché è dovere delle istituzioni fare in modo che la qualità della vita dei nostri ragazzi sia sempre più aperta alla speranza».
La restituzione del Crocifisso è stata anche l’occasione per fare il punto sul piano di rigenerazione urbana e sociale di Borgo Nuovo, finanziato dal governo nazionale sul “modello Caivano”. Il progetto prevede 25 milioni di euro di fondi statali, ai quali si aggiungono 17 milioni di euro di cofinanziamento da parte della Regione Siciliana e del Comune di Palermo.
“È un primo segnale concreto di attenzione e di presenza delle istituzioni, che anticipa un’importante attività di riqualificazione urbana e sociale: dalle scuole alle aree verdi, dagli spazi sportivi fino al recupero complessivo della chiesa di San Paolo, alla quale oggi diamo una prima, significativa risposta – ha aggiunto Lagalla -. In stretta collaborazione con il Governo nazionale siamo determinati a rispettare tutte le scadenze previste. Molti degli interventi programmati sono già in fase di gara e contiamo di avviare ulteriori cantieri, oltre a quelli già attivi in largo Gibilmanna, entro il primo semestre del 2026”.
Tra gli interventi previsti figurano la manutenzione straordinaria e il risanamento strutturale dell’aula liturgica, del campanile e di altri locali e aree della parrocchia. Un insieme di opere che, nelle intenzioni delle istituzioni e della Chiesa locale, punta a restituire dignità a un quartiere segnato da fragilità sociali ma anche da una forte voglia di riscatto.
Il Crocifisso restaurato diventa così non solo un’opera recuperata, ma un segno concreto di rinascita, affidato alla responsabilità condivisa di istituzioni, comunità ecclesiale e cittadini.







