BISACQUINO. In un periodo in cui la bellezza sembra spesso sfuggente, sovrastata dalla frenesia quotidiana, questa grazie all’arte torna a sorprenderci. E ci fa esclamare inaspettatamente: “Che meraviglia!”.
Un esempio di questo inatteso stupore si trova nel progetto iArt Fivas, che ha trasformato con la street art l’entroterra palermitano: grazie a questa iniziativa, infatti, è possibile adesso, in otto paesi del territorio di Ficuzza e della Valle del Sosio, imbattersi improvvisamente nella bellezza di 30 murales, opere che emergono tra strade e vicoli, rivelandosi agli occhi come tesori nascosti.
Narrazione visiva per raccontare cinema e territorio
Il progetto iArt Fivas ha visto il coinvolgimento di 29 artisti, tra i più interessanti del panorama internazionale della street art, provenienti da 9 Paesi, tra cui Italia, Uruguay, Portogallo, Argentina, Serbia, Spagna, Canada, Germania e Stati Uniti.
I lavori delle opere sono iniziati lo scorso 10 maggio e si sono conclusi il 27 giugno. Il risultato è un viaggio di emozioni tra le strade di Bisacquino, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Corleone, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Prizzi e Roccamena. Ogni murales racchiude una storia, spesso ispirata a film iconici girati in Sicilia o legati a registi e attori originari di queste terre.
«Le opere realizzate – spiega Lucenzo Tambuzzo di iWorld Ets, ideatore, direttore artistico e generale di iArt Fivas – esplorano la relazione tra cinema, identità e territori. I murales si ispirano ad attori e registi che hanno proprio qui la loro origine (tra cui Al Pacino, Frank Capra), o a film girati in queste aree, come il premio Oscar “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore e i documentari di Vittorio De Seta».
Ogni opera dialoga con l’ambiente circostante, trasformando gli spazi urbani in luoghi di condivisione e riflessione. «I nostri borghi, grazie a iArt Fivas, – dice Tommaso Di Giorgio, sindaco di Bisacquino, comune capofila del progetto – sono diventati una grande pinacoteca di capolavori di street art e noi non vediamo l’ora di farli ammirare ai turisti che, sono certo, arriveranno sempre più numerosi nei nostri splendidi comuni».
Non mancano poi narrazioni visive che sviluppano i temi della legalità e della speranza, come l’opera, all’ingresso di Campofiorito, di Artez “Colui che tiene la luce”, ispirata al film “Delitto di mafia – Mario Francese”.
Identità e tradizione
IArt Fivas non si limita a celebrare il cinema, esplora anche le radici culturali e spirituali della Sicilia. Spazio dunque a figure della tradizione popolare, immagini sacre, icone che creano legami tra passato e presente, tra locale e globale.
A Mezzojuso, ad esempio, Web3 ha creato “L’infinita lotta”, un omaggio a Mastro di Campo, maschera simbolica secolare, che rappresenta la prevalenza del cosmos sul caos nell’alternarsi delle stagioni e del passaggio dall’inverno alla primavera. Mr. Thoms, a Prizzi, invece, con l’opera “Giochi di un tempo” ricorda i tradizionali giochi che rischiano di sparire per sempre, nell’auspicio che possano continuare a vivere nella memoria.
Con iArt Fivas i territori si trasformano e raccontano, le identità si valorizzano, si creano nuove narrazioni: un invito a scoprire, riflettere, sognare.