PALERMO. “Dentro ogni battito c’è la vita che non si arrende”. E’ stato un flash mob,dall’impatto forte e molto emozionante, per gridare la pace e per manifestare, con il linguaggio della musica e dell’arte, l’impegno per la difesa dei diritti umani della popolazione di Gaza. In questo modo, questa mattina, sulla scalinata monumentale del Teatro Massimo, 200 giovani, guidati dagli insegnanti/e, hanno messo in scena la performance con danze, canti e ritmi di trombe e tamburi. Il flash mob è stato realizzato dai ragazzi e dalle ragazze del Liceo Musicale e Coreutico Regina Margherita e dell’Istituto Comprensivo Karol Wojtyla-Arenella che, con le loro magliette colorate, hanno rappresentato la bandiera della Palestina.
“La musica e il corpo sono la nostra voce e vogliamo usarli per dire no alla violenza e sì alla dignità di ogni essere umano. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza”. Con queste parole, cariche di consapevolezza e voglia di partecipazione, i giovani sono scesi in piazza per dare vita al flash mob Voci di pace: musica e corpi per Gaza. Ad accompagnarli le dirigenti dei due istituti promotori dell’iniziativa, Margherita Maniscalco e Ivana Corvaia.
Tante le famiglie che, molto emozionate, insieme ai diversi turisti, hanno voluto assistere allo spettacolo, nel salotto storico della città.
“I nostri giovani sono stati motivati e determinati a mandare un messaggio forte – ha detto Vincenzo Marchese, papà di Elisa del terzo liceo coreutico – attraverso il linguaggio della musica e della danza. Il loro vuole essere, insieme al nostro di genitori, un no secco alla violenza nei confronti della popolazione martoriata di Gaza. Speriamo che questo sia un segno di speranza per la pace”.
“E’ stato davvero emozionante riuscire – ha continuato Tiziana Di Blasi, mamma di Chiara del primo liceo – a vedere come questi nostri giovani siano riusciti a rappresentare in maniera lodevole un tema così forte, tremendo e triste che ci interpella tutti. Speriamo che questo piccolo contributo, insieme a tutti gli altri del resto d’Italia, possa portare al raggiungimento della pace”.
“E’ stata una esperienza bellissima – ha aggiunto anche Maria Sirchia, mamma di Aurora del primo anno di liceo – che mi ha emozionato tantissimo. Desideriamo in maniera forte, insieme a tutti i nostri giovani, che si metta fine alla guerra e alla violenza per fare rinascere la pace”.








