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giovedì, 4 Dicembre 2025
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Gli “Universi silenziosi” di Arianna Di Romano in mostra a Palazzo Branciforte

Volti incontrati in Sicilia e in Sardegna e nei luoghi più disparati del mondo. L'esposizione a partire da sabato 19 marzo fino a domenica 19 giugno, organizzata dalla Fondazione Sicilia e curata da Gabriele Accornero.

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in "Comunicazione per le Culture e le Arti" all'Università di Palermo, con un master in "Editoria e Produzione musicale" all'Università IULM di Milano. Si occupa di sociale, cultura, spettacoli, turismo, scuola, per diverse testate online e da addetta stampa. Scrive per "Il Mediterraneo 24" ed è socia dell'impresa sociale-editrice del giornale. Ha realizzato dei reportage-inchiesta sul fenomeno della dispersione scolastica nel quartiere Sperone di Palermo per la testata "OrizzonteScuola", il giornale dedicato alla scuola più seguito in Italia. Si occupa di violenza sulle donne come addetta stampa per il Centro Antiviolenza "Lia Pipitone" di Palermo. Ha lavorato come giornalista e addetta all'accoglienza per la Fondazione "Le Vie dei Tesori", il più grande circuito di promozione del patrimonio culturale della Sicilia, nell'ambito di varie edizioni del festival che ogni anno si svolge a Palermo, Sambuca di Sicilia e Sciacca. Nel quartiere Sperone di Palermo, periferia a forte marginalità sociale, a sud-est di Palermo, ha curato l'ufficio stampa della grande iniziativa territoriale e di comunità "Il Carro risorto delle Rosalie ribelli. Il Festino dello Sperone", con la partecipazione attiva di cittadini, scuola e associazioni. Altre importanti collaborazioni l'hanno vista impegnata come addetta stampa per l'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella campagna elettorale delle Elezioni Europee 2024; per l'Ufficio speciale del "Garante regionale per i diritti dei detenuti e il loro reinserimento sociale" guidato dal dott. Santi Consolo; per il Centro Antiviolenza "Lia Pipitone" a Palermo gestito dall'associazione Millecolori APS ETS. Ultime iniziative recenti: l'ufficio stampa del XX° Premio Letterario Internazionale "G. Tomasi di Lampedusa" di Santa Margherita di Belìce; e lo show internazionale "Be like the wind - Essere come il vento" del Teatro del Fuoco a Palermo, realizzato dall'associazione Elementi di Amelia Bucalo Triglia.
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PALERMO. Ottantuno scatti fotografici raccontano gli “Universi silenziosi” della fotografa sarda ma siciliana d’adozione Arianna Di Romano a Palazzo Branciforte, a partire da sabato 19 marzo fino a domenica 19 giugno. Una mostra organizzata dalla Fondazione Sicilia e curata da Gabriele Accornero che racchiude volti incontrati in Sicilia e in Sardegna e nei luoghi più disparati del mondo. Altri scatti fanno parte di alcuni progetti fotografici della Di Romano.

Volti di uomini e donne provenienti dalla Sicilia e dalla Sardegna, dalla Polonia, dalla Bosnia e dalla Serbia fino in Francia, Austria e in Romania. Volti dal Sud est asiatico. “Di questa mostra fanno parte 2 scatti del progetto sulle carceri di Caltagirone, 1 dal progetto sulle Monache ortodosse della Regione moldava a confine con l’Ucraina e 1 dalla Marcia della morte su Chelm, città della Polonia che ha vissuto lo sterminio degli ebrei prima di Auschwitz. Mostra, quest’ultima che giungerà a Gerusalemme e poi in Sicilia nel mese di luglio”, racconta la Di Romano.

Al Monte dei Pegni di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte dove espone la Di Romano, un luogo che profuma di storia, qui dove un secolo fa i più poveri lasciavano i propri averi per ricevere in cambio dei beni necessari alla sopravvivenza, ogni scaffale delle 5 sale che ospitano la mostra racconta una vita. “Sono volti a cui non ho potuto dare un nome per via delle barriere linguistiche. Scatti rubati a queste popolazioni che spesso appartengono alla religione degli animisti che credono che uno scatto ti rubi l’anima. Sguardi sul quale si è posato il mio sguardo e di cui mi sono innamorata. A cui voglio restituire una voce”, spiega la fotografa.

Nella mostra “Universi silenziosi”, una novità assoluta nell’arte di Arianna Di Romano è il colore. Tra gli scatti c’è un 10% di colore voluto dal curatore Gabriele Accornero. Su 81 scatti 11 sono a colori e raccontano volti sardi e siciliani, scorci dell’Asia come i pescatori nei fiumi dei villaggi o la città imperiale del Vietnam. “Un aspetto diverso da mespiega la Di Romanoavendo scelto da sempre il bianco e nero ed uno stile cupo e drammatico per esprimere al meglio la fragilità, il disagio e la povertà delle persone che incontro.

Una mostra “Universi silenziosi” differente da “Oltre lo sguardo” inaugurata un mese fa alla Palazzina Marfisa d’Este a Ferrara nata da un’idea di Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Ferrara D’Arte e visitabile fino al 12 giugno. Due mostre ed un unico universo fotografico che racchiudono la sensibilità della fotografa che ha scelto di raccontare un’umanità spesso silenziosa come quella degli ultimi.

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