PALERMO. Fin da giovanissimo, all’età di 16 anni, ha cominciato a lavorare in teatro cantando le opere liriche. Poi, nella sua vita ha percepito la chiamata alla vita monastica. Fratel Claudio Corsaro, 28 anni, nato a Palermo e cresciuto a Mezzojuso, sta vivendo il suo secondo anno di noviziato nel monastero basiliano di Grottaferrata.
Dopo il liceo, ha frequentato il Conservatorio di Palermo dove ha studiato canto lirico e in un secondo momento anche direzione di coro. Per dieci anni, dunque fino a poco tempo prima del suo ingresso in monastero, ha sempre lavorato in teatro perseguendo le sue passioni artistiche. Dall’ottobre 2019 vive pienamente la sua vocazione in monastero dove continua anche ad occuparsi di musica.
Il rito greco nel suo cammino
Essendo cresciuto a Mezzojuso, dove è presente anche il rito greco, fratel Claudio, accompagnato nel suo percorso spirituale dalla figura delle suore Collegine e basiliane e dai sacerdoti che lo hanno affiancato, ha scelto di viverlo nella sua pienezza. Adesso aspetta con gioia il momento della professione monastica nella quale prenderà i voti e nel frattempo studia per diventare ieromonaco, sacerdote. “Fin da piccolo ho sempre avuto una grande attrazione verso Dio, per tutto quello che il Signore ha fatto per la salvezza dell’umanità – racconta -. All’età di venticinque anni ho sentito che quel senso di appartenenza a Dio, quel desiderio di volerlo costantemente nella mia vita, dovesse prendere una piega più concreta”.
Le vecchie passioni continuano ad essere alimentate anche nella vita monastica
“La musica per me è sempre stata una grande espressione dell’anima che tendeva ad avvicinarsi materialmente a Dio”. Ancora oggi fratel Claudio continua a coltivare il suo rapporto con la musica nelle diverse espressioni, in particolar modo nella liturgia greco-bizantina. Dirige il coro monastico e il coro giovanile della basilica. Spiega che il rito greco è caratterizzato soprattutto dalla preghiera cantata, dal salmeggiare.
Il congedo dal palcoscenico
“Ricordo bene che l’ultima volta che cantai, la Boheme di Puccini, quando si chiuse il sipario dinanzi a me temevo di soffrire lasciando quel palco per entrare poco dopo in monastero; era l’ottobre del 2019”. Fratel Claudio aveva già deciso nel suo cuore, ma come per ogni scelta importante, occorre una certa discrezione in quanto come lui stesso afferma: “Si è germoglio nelle mani del Signore e questo germoglio per crescere nella santa pace e al cospetto di Dio, ha bisogno di tanto silenzio. Un’immagine che mi ha aiutato molto è quella della Madre di Dio, la Madonna del silenzio che è riuscita a portare nel Suo cuore un mistero talmente grande che è quello dell’Incarnazione”.
Grande emozione nel giorno della vestizione
Nella memoria di fratel Claudio, il ricordo del giorno della vestizione. Nelle sue parole, la gioia e l’emozione di quel giorno. “Lo ricordo con tanta pienezza perchè avevo con me Dio, la Madre di Dio e i Santi, ho sentito come se mi accompagnassero a braccio verso l’altare”. Avevo con me anche la mia famiglia, che è passata da un atteggiamento di diffidenza iniziale a una condivisone piena della gioia, di questo mio sentimento; perché la vocazione è un sentimento, non è un brivido passeggero, è un innamoramento costante di Dio, della Chiesa, della liturgia”.
La prossima tappa del percorso monastico di fratel Claudio sarà la professione dei voti nella quale cambierà il nome mantenendo la sua iniziale (C). Nel frattempo sta iniziando gli studi per poter diventare, dopo la professione solenne, sacerdote. E, da giovane monaco, dice ai suoi coetanei: “Lasciate andare le briglie del vostro cuore incontro a Dio. Non abbiate paura, la fede dev’essere superiore a qualsiasi sentimento. Fidatevi pienamente di Dio, dite il vostro sì al Signore”.
Maria Stefania Causa