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sabato, 20 Dicembre 2025
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Manfredi chef, Giada artista e Teresa creativa: quando il presepe vivente è inclusione

Realizzato da persone con disabilità, l'Aias ha allestito un percorso di luci, suoni e profumi che trasforma la Natività in un’esperienza di emozione e partecipazione per le famiglie e la comunità

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PALERMO. Manfredi, 34 anni, impeccabile con il suo cappello da chef, nell’angolo gastronomico che regala al presepe un tocco di modernità e profumi familiari: «Stiamo preparando insieme arancine, calzoni, pizza, panini con panelle. Io sono uno chef». Poco più in là, con il rossetto rosso che illumina il volto e le mani immerse nel colore, Giada, 29 anni, dipinge con cura e maestria: «Frequento il centro di via Raiti – dice –. Oggi sto dipingendo questo gnometto realizzato con il gesso». C’è poi Teresa, 57 anni, che mostra con orgoglio i suoi lavori natalizi, ghirlande intrecciate con pazienza e dedizione, e non manca di elogiare chi ogni giorno si prende cura di lei: «Abbiamo fatto le ghirlande e sono un amore. Io qui mi trovo bene, Ina è una semplice sorella, una semplice cugina».

A Palermo il Natale si accende di un’emozione speciale grazie al presepe vivente del Centro AIAS, l’unico in città ad avere come protagonisti giovani e adulti con gravi disabilità. Nella cornice dello spazio attorno alla piscina del Centro, trasformato per l’occasione in un vero villaggio di Betlemme, prende forma un presepe che parla al cuore prima ancora che agli occhi. Luci soffuse, profumi, suoni antichi e scene di vita quotidiana accompagnano i visitatori lungo un percorso che invita al silenzio, allo stupore, all’ascolto profondo.

Ogni scena è il frutto di un lavoro paziente e corale, iniziato già nel mese di ottobre, che ha visto operatori, famiglie e ragazzi dei centri AIAS impegnati fianco a fianco nella costruzione di abiti, utensili, addobbi e scenografie. Un percorso lungo e intenso, fatto di gesti ripetuti, di attese, di concentrazione, di sorrisi improvvisi e di piccole grandi conquiste quotidiane.

Per i familiari è stato un cammino carico di emozione: vedere i propri figli, fratelli o genitori partecipare attivamente, creare con le proprie mani, sentirsi parte di qualcosa di bello e condiviso ha trasformato la preparazione stessa in un momento di profonda comunione.

A sottolineare il valore dell’iniziativa è il presidente dell’AIAS, Salvatore Nicitra: «È una festa di Natale che facciamo insieme ai nostri assistiti, alle loro famiglie e ai nostri dipendenti. È un evento per il quale i nostri ragazzi si preparano per buona parte dell’anno. Credo di poter dire che questo è l’unico presepe vivente al mondo interamente realizzato e impersonato da ragazzi disabili che hanno curato scenografie, costumi e lavoretti».

Il Presepe vivente dell’AIAS si conferma così non solo come una tradizione natalizia, ma come un messaggio alla città: la disabilità non è un limite, ma una diversa forma di espressione della vita, capace di generare emozione, bellezza e legami profondi.

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