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giovedì, 1 Maggio 2025
HomeBuone notizie"Io, mamma di una bambina autistica, e il nostro impegno oltre la Giornata del 2 aprile"

“Io, mamma di una bambina autistica, e il nostro impegno oltre la Giornata del 2 aprile”

Pubblichiamo la lettera di Carla Rallo che assieme ad altri genitori ha fondato l'associazione "Io Vivo l'Autismo Parliamone aps": porta avanti campagne di sensibilizzazione e supporta scuole e famiglie

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PALERMO. Mi chiamo Carla Rallo, sono la mamma di una bambina autistica livello 3 non verbale di nome Delia, vi scrivo questa lettera perché proprio in quest’ultimo periodo leggo e sento parlare spesso di autismo in vista della Giornata mondiale del 2 aprile e mi chiedo: e dopo? Da giorno 3 in poi? Cosa accadrà, chi ne parlerà?
Da mamma che vive ogni giorno questa complessa condizione vorrei sottoporvi l’attenzione e la sensibilizzazione dell’argomento che a mio avviso andrebbe trattato sempre e non solo in un determinato periodo dell’anno. Ed è per tale ragione che con altri genitori avendo in comune l’autismo “dentro casa”, abbiamo deciso di aprire un’associazione “Io Vivo l’Autismo Parliamone APS” presieduta da Davide Corona, un’associazione no profit che parla di autismo ogni santo giorno, che sensibilizza e supporta scuole e famiglie e che cerca di creare opportunità per tutti questi bambini e ragazzi dai bisogni speciali.

Il nostro obiettivo è quello di confortare, supportare e informare tutte le famiglie che ogni giorno lottano per sopravvivere all’Autismo, ci tengo a dire che non è una malattia bensì una condizione che però stravolge le vite di un’intera famiglia. Io come molte mamme sono stata costretta a lasciare il lavoro per seguire mia figlia tra terapie e accertamenti.
Le giornate sono colme di pensieri, ansie e preoccupazioni, ma non mi lamento anzi ci tengo a trasmettervi tutta la forza, l’energia e la voglia che ho di lottare per migliorare le cose, un sistema che ad oggi pecca per molti aspetti, liste d’attesa infinite per avere una diagnosi, terapia Aba a pagamento e una sanità che non riesce a sostenere i costi e l’organizzazione per dei reparti adatti a questi bambini. Con questa lettera vi chiedo la massima attenzione rivolta all’argomento e una presa di coscienza da parte delle autorità competenti con la speranza di essere ascoltati almeno per una volta. 

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