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lunedì, 16 Giugno 2025
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Manifestazione davanti all’assessorato per chiedere l’incremento dei servizi sulla salute mentale

Al sit-in promosso dal Coordinamento "Si Può Fare per il lavoro di Comunità" hanno partecipato utenti, familiari, associazioni e cooperative. Una delegazione è stata ricevuta dall'assessore Giovanna Volo

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO – I servizi in Sicilia dedicati alle persone che hanno disturbi e disagi, di vario livello, nell’ambito della salute mentale, sono pochi e non sempre efficienti e in grado di rispondere al grande bisogno dell’Isola. A lamentarlo a gran voce, sfidando le alte temperature estive, questa mattina – nel corso di un sit-in che si è svolto, davanti all’assessorato regionale alla sanità -, sono state le persone che vivono direttamente il problema insieme ai familiari, gli operatori e rappresentanti di associazioni e di cooperative, giunti da diverse parti dell’Isola. L’evento, è stato organizzato dal Coordinamento regionale “Si Può Fare per il lavoro di Comunità” – da anni impegnato sul tema della Salute mentale – insieme a Anaao Assomed, CGIL FP, CGIL Medici, CIMO, CISL Medici, ANGSA Sicilia, SINPIA sez. Sicilia, Fondazione Giovanni Amato, UIL Sicilia, UIL FPL, UIL Medici, UNASAM sez. Sicilia.

“Il senso di abbandono e sconforto tocca l’intera comunità che, a vario titolo, si confronta – scrive in una nota il Coordinamento – quotidianamente con problematiche che hanno a che fare con la salute mentale: da chi ha una fragilità e non trova risposte a chi le risposte le ha e si trova nella impossibilità di darle. Vogliamo psichiatri, psicologi, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione, educatori, infermieri come previsti dalla normativa. Vogliamo strutture adeguate per affrontare le difficoltà. Noi siciliani non vogliamo più il triste primato dei TSO e vogliamo dire NO alla contenzione durante i ricoveri, chiediamo l’ inclusione sociale e diciamo No ad ogni forma di ghettizzazione delle persone con fragilità. Non Vogliamo la luna, ma luoghi dove sia possibile la ‘recovery’ senza lasciare nessuno indietro e abbandonato”.

I familiari sono stanchi e delusi perché da anni non si applica quanto è previsto dalle legge in tema di riconoscimento dei diritti fondamentali della persona con disagio mentale; nella gran parte dei casi, sono in ginocchio davanti ad un sistema sanitario pubblico da cui non si sentono rispettati a causa dell’assenza di risposte ai loro bisogni concreti.

“Io sto male da diverso tempo – dice Francesca che ha 53 anni – ma vorrei oggi essere messa nelle condizioni, non soltanto di essere assistita, ma anche di essere aiutata a trovare una occupazione lavorativa”.

“Siamo insieme per lamentare la pessima gestione della salute mentale nella nostra Sicilia – ha detto p. Pippo Insana dell’organizzazione di volontariato Casa di Solidarietà e Accoglienza di Barcellona Pozzo di Gotto (Me) -. Mancano operatori  e un gruppo multidisciplinare che possa seguire ogni persona sulla base di un progetto specifico e personalizzato sia di tipo terapeutico che sul piano dell’integrazione socio-relazionale. Purtroppo sul tema si sono fatti dei passi indietro. Occorre che si incrementino il personale nei centri di salute mentale per attivare i progetti terapeutici riabilitativi. Chiediamo meno spese per le strutture residenziali che, spesso mortificano le persone con disagio mentale che si sentono ‘posteggiate’  e poco ascoltate e valorizzate. Mancano gli interventi a vario livello nel territorio che devono tenere nella giusta considerazione anche la possibilità di portare avanti gli inserimenti lavorativi. Tante persone, se opportunamente accompagnate, possono dare il loro contributo alla società con una occupazione lavorativa”.

Nella tarda mattinata una delegazione, guidata dal presidente del Coordinamento Si può fare Tati Sgarlata è stata ricevuta dall’assessora Giovanna Volo.  “E’ stato preso l’impegno di avere una nostra rappresentanza del Coordinamento – ha riferito Tati Sgarlata – all’interno del tavolo tecnico regionale di salute mentale a cui partecipano tutti i direttori dei dipartimenti di salute mentale delle Asp della Sicilia. Sarà, inoltre, direttamente l’assessorato con il dirigente di struttura ad avere una interlocuzione diretta con noi. I primi tre punti che affronteremo davanti al tavolo saranno: la multiprofessionalità dell’equipe di salute mentale, la piena applicazione dei budget di salute con un controllo fattivo dell’assessorato di quanto dovranno porre in essere i direttori generali e la trasformazione degli SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) da media assistenza ad alta assistenza con un aumento del personale tra infermieri, medici e pure psicologi e assistenti sociali. Vogliamo che il momento del ricovero non sia un posteggio ma un momento per ricominciare un progetto di riabilitazione della persona”.

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