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mercoledì, 25 Giugno 2025
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Tratta delle Donne, a Palermo le associazioni lanciano un appello al Comune: “Dobbiamo fare rete”

Nella Giornata europea, si sono riunite a Palermo le associazioni di volontariato che si occupano del fenomeno. Dalla Consulta delle Culture: "Le donne non abbiano paura a denunciare"

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in "Comunicazione per le Culture e le Arti" all'Università degli Studi di Palermo, con un master in "Editoria e Produzione Musicale" all'Università IULM di Milano. Si occupa di sociale, cultura, scuola, turismo e spettacoli per diverse testate online e da addetta stampa. Scrive per "Il Mediterraneo 24" di cui è anche socia dell'impresa sociale-editrice del giornale; e ha realizzato dei reportage-inchiesta su "OrizzonteScuola" circa il fenomeno della dispersione scolastica nel quartiere Sperone di Palermo. Ha lavorato come giornalista e addetta all'accoglienza per la Fondazione "Le Vie dei Tesori", il più grande circuito di promozione del patrimonio culturale della Sicilia, nell'ambito di varie edizioni del festival culturale a Palermo, Sambuca di Sicilia e Sciacca. Nel quartiere Sperone ha anche curato con diligenza l'ufficio stampa della grande iniziativa territoriale e di comunità "Il Carro risorto delle Rosalie ribelli. Il Festino dello Sperone", con la partecipazione attiva di cittadini, scuola e associazioni. Altre importanti collaborazioni l'hanno vista impegnata come addetta stampa per l'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella campagna elettorale delle Elezioni Europee 2024; per l'Ufficio speciale del Garante regionale per i diritti dei detenuti e il loro reinserimento sociale Santi Consolo; e per il Centro antiviolenza "Lia Pipitone" a Palermo gestito dall'associazione Millecolori onlus.
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PALERMO. Una voce corale si alza a conclusione della 16° Giornata europea contro la Tratta delle Donne, svoltasi a Palermo, nell’Aula Tindara Ignazzitto della Scuola Italiana per Stranieri dell’Università. L’importanza per le associazioni è fare rete tra di loro e con il Comune per contrastare il fenomeno assai diffuso, non solo in Africa, ma anche a Palermo, oltre che in Europa.

“Cerchiamo di fare rete per trattare in modo più efficace questo fenomeno”, dichiara la responsabile Ufficio Immigrazione Cgil Palermo, che lavora anche allo sportello studenti stranieri dell’Università di Palermo, Bijou Furaha Nzirirane.

“Faremo un documento e da lì ripartiremo con le Istituzioni per trovare soluzione. Abbiamo chiesto alla Consulta delle Culture la possibilità che sia la nostra interfaccia con il Comune. Il fenomeno è abbastanza vasto: ci sono donne uscite fuori dalla Tratta, che devono ricominciare una nuova vita. Alcune sono di nuovo vittime della violenza. Altre sono in mezzo al problema e devono venirne fuori. Quando vogliono denunciare si devono confrontare con le Forze dell’Ordine. Tutte le realtà che affrontano il problema devono avere competenza. Essere formate per dare soluzioni. Già il momento della denuncia è assai complesso. Come dev’essere affrontato? Bisogna continuare, inoltre, a sensibilizzare nelle scuole. Associazioni come Pellegrino della Terra, già lo fa. Dovremmo forse farlo tutti?”.

“Noi da sole non possiamo fare tutto”, spiega la presidentessa dell’APS Donne di Benin City, Osas Egbon. “Vogliamo fare rete. Non abbiamo dove portare alcune donne che vogliono liberarsi. Due anni fa avevamo una casa di accoglienza dove ospitavamo più di 5-6 donne, ma quest’anno non l’abbiamo più perché mancano i finanziamenti. Continuiamo il lavoro nelle nostre case. Abbiamo bisogno di una rete dove lavorare insieme dividendo i compiti, aiutando le donne nella ricerca di un lavoro o nel fare i documenti, per esempio”.

“La Consulta delle Culture accoglie queste richieste e le presenterà al Comune di Palermo”, dichiara Dasililla De Oliveira Pecorella, che gestisce il coordinamento contro la Tratta di esseri umani e la Violenza sulle donne della Consulta delle Culture del Comune di Palermo.

Dasililla De Oliveira Pecorella, Consulta delle Culture (al centro)

In questi anni abbiamo fatto molti incontri con scuole e associazioni per sensibilizzare sul fenomeno. Mettendo in campo anche la mia esperienza personale, come donna straniera in Italia, vittima di stalking, che ha avuto gli strumenti per contrastare questo problema. L’intervento delle Forze dell’Ordine e della Procura ha giudicato, con due anni di carcere, il mio stalker.

Alle donne vittime di Tratta dico: ‘Non abbiate paura di denunciare. Cercate i centri o le associazioni antiviolenza o qualcuno che vi aiuti a denunciare. Come membro del consiglio direttivo della Consulta, auspico: ‘Più impegno nell’accoglienza delle donne vittime di Tratta, bloccate dalla paura della denuncia e dalle barriere linguistiche. Che si mettano a disposizione dei mediatori culturali, che si formino gli organi di competenza sul fenomeno della violenza e della Tratta, per un contrasto più efficace del fenomeno”.

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