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lunedì, 11 Dicembre 2023
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Donare ce l’ha nel sangue: le 60 candeline di AVIS in Sicilia

Nei giorni scorsi i festeggiamenti al Policlinico di Palermo assieme ai vertici nazionali e regionali, ai donatori e ai rappresentanti delle istituzioni. Ragusa "capitale europea" per numero di donazioni

Ornella Tuzzolino
Ornella Tuzzolino
Entusiasta fimmina siciliana, ama viaggiare ma mai allontanarsi a tempo indeterminato dalla sua Isola. Parla quattro lingue oltre l’italiano e, dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, ha vissuto all’estero per alcuni anni. Esperta nella materia del turismo di lusso, ambasciatrice della sua terra e con un’eccellente conoscenza di storie, di persone, di luoghi siciliani: sogna un po’ più di Sicilia nel mondo.

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PALERMO. Sessant’anni di AVIS Sicilia, con lo sguardo rivolto ai grandi traguardi raggiunti e alle molte difficoltà da superare: a partire dal lavoro svolto dai tanti soggetti implicati nella macchina della solidarietà. Oltre i donatori infatti, partecipano all’opera silenziosa della donazione regionale 167 presidenti di sezione, altrettanti tesorieri e segretari, i volontari, i sanitari, il personale amministrativo: tutti coinvolti a vario titolo in un’attività che, di fatto, alimenta la vita di migliaia di persone ma che molto spesso è trascurata dalla politica e dagli amministratori locali e nazionali.

Lo scorso 18 febbraio, presso la Sala Turchetti dell’Ospedale Policlinico Universitario Paolo Giaccone, sono avvenuti i festeggiamenti, alla presenza dei vertici nazionali e regionali AVIS, dei donatori, del Sindaco e delle autorità militari e civili intervenute per l’occasione. Un cuscino di fiori, a fine cerimonia, è stato depositato, tra i cortili dell’ospedale, nel luogo dove è stato ucciso il professore Paolo Giaccone, uno dei padri fondatori della costituzione dell’AVIS comunale di Palermo, prima sede in Sicilia. Una grande commozione generale per tutti.

Il fiore all’occhiello in Sicilia è la città di Ragusa, considerata la capitale europea per numero di donazioni all’anno, con oltre 26mila i soci donatori che assicurano al sistema sanitario italiano ogni anno oltre 43mila donazioni. Nel Ragusano il 7,9 per cento degli abitanti è donatore di sangue, rispetto a una media nazionale del 3 per cento e una europea che sfiora il 4 per cento.

Salvatore Calafiore, attualmente Presidente regionale, vive la sua storia d’amore con AVIS da quasi cinquant’anni. Infatti, il suo impegno sociale inizia nel 1975, come amministratore di una delle sedi comunali siciliane, quella di Palermo per l’esattezza, quando queste erano anche primordiali centri trasfusionali. Anni impegnativi per un giovane volontario, indaffarato in procedure di collezione di sangue umano davvero embrionali, fino all’entrata in vigore della legge 107 del 1990 che ha definitivamente regolamentato la raccolta, ampliando le normative sulla sicurezza e rimettendo alle strutture pubbliche il compito della distribuzione delle sacche di liquido ematico perfettamente esaminato.

Al telefono il Presidente Calafiore ha la voce spezzata dalla commozione: “Non riesco ad immaginare la mia vita senza AVIS” ammette, “anche se alle volte non è così semplice come si pensi fare volontariato”, continua. “Alcune sere ci succede, nel bel mezzo della cena, di ricevere la chiamata disperata di alcuni talassemici che rimandati indietro dagli ospedali perché sforniti, provano a contattarci per avere notizie sulla disponibilità di sangue nei nostri centri, visto che di norma necessitano due sacche di sangue ogni 25 giorni”. “Sovente prevale la tristezza e la sensazione di impotenza, ma queste emozioni vengono compensate talvolta inaspettatamente” racconta. “L’episodio più significativo della mia vita è avvenuto qualche tempo fa, quando ho incontrato per caso mia figlia appena diciottenne, in una sede AVIS mentre donava il sangue. Una scena spiazzante ed emozionante al tempo stesso perché in quel momento non vestivo i panni del presidente ma ero solo il padre consapevole dell’avversione e del terrore di sua figlia per gli aghi – conclude -. Quell’esempio di sacrificio così vicino a me, il senso di orgoglio che ho provato, mi hanno ricordato gli obiettivi ottenuti fino a quel momento e accresciuto il desiderio di futuro e di ulteriore impegno nei confronti di AVIS”.

Ogni giorno, in Italia, migliaia di persone sopravvivono grazie a un gesto così semplice ma così importante. Oggi è possibile donare il sangue prenotando il proprio appuntamento nella sede più vicina, oppure seguendo una dei camper AVIS in giro per le città.