PALERMO – La Sicilia, considerata da sempre terra di frontiera, si conferma la regione che ha un numero di posti maggiore rispetto al resto d’Italia. Un focus sul sistema di accoglienza nazionale si è svolto, ieri mattina, nella sede dell’Anci Sicilia, nell’ambito dell’incontro su “L’ecosistema Sai. La Rete, la governance, il territorio”. In particolare, a Palermo, il Sai ha creato un “ecosistema” che integra il territorio a partire dalle persone che accoglie. “Oggi è più giusto e corretto parlare di cittadinanza e cittadini piuttosto che di immigrati e rifugiati – ha dichiarato nel suo saluto l’assessore all’Accoglienza dei migranti, Fabrizio Ferrandelli -. E’ importantissimo, come unità organizzativa, lavorare in rete con l’Anci per raccontare i tanti modi diversi di accogliere in Italia”.
In Sicilia, nel 2024, ci sono stati 119 progetti per 6.297 posti attivi. Il Sai Palermo, attivo dal 2014, oggi ha una capacità di accoglienza articolata in: 181 realtà di accoglienza ordinaria, 240 strutture per Msna (minori stranieri non accompagnati) e 4 comunità per persone in stato di vulnerabilità (Ds-Dm) curate dalla Unità organizzativa “Casa dei Diritti”. “Da sempre, chiediamo sia ai beneficiari che agli enti gestori che possano fare la loro parte con un impegno ampio e significativo che ci coinvolge tutti – ha detto Angela Errore, responsabile del Sai Palermo che ha moderato l’incontro -. Le sfide che la politica ci ha posto sono state sempre tante. Oggi abbiamo aperto un dialogo con i Cas per iniziare con loro un lavoro di prevenzione e cura delle persone che poi accogliamo”.
Sono 1.968 i Comuni italiani legati alla rete Sai. Circa 25mila sono le operatrici e operatori che garantiscono quotidianamente il funzionamento dei servizi. Nel 2024, il Sistema accoglienza integrazione-Sai ha ospitato 54.999 persone. Oltre il 90% ha meno di 41 anni e 15.199 sono stati le persone di minore età accolte, tra cui una quota significativa di minori stranieri non accompagnati. A dare la sua testimonianza è stato il giovane egiziano Ibrahim di 17 anni che fa parte della redazione giornalistica “Sai Palermo young”. “Sono arrivato a Palermo il 14 dicembre del 2022 – racconta Ibrahim – e vivo in una comunità di Termini Imerese (Pa) dove mi trovo molto bene. Dopo avere preso la licenza media, oggi studio all’Ipsia. Il mio desiderio grande è però quello di potere, in futuro, studiare Scienze dell’educazione all’Università per diventare un educatore di comunità”.
“In questi anni la composizione della rete si è rafforzata – ha affermato Virginia Costa responsabile del Servizio centrale Sai -. Abbiamo avuto, infatti, il 10% di crescita corrispondente a 3 mila posti i più in Italia. Finora, i comuni coinvolti sono più del 25 %. Anche il ventaglio di organizzazioni di terzo settore è diventato molto ampio. Oltre all’accoglienza delle persone ucraine, abbiamo, adesso pure alcune donne e bambini/e palestinesi, provenienti da Gaza. La nostra forza è soprattutto una buona capacità di adattamento alle diverse situazioni che ci sono in relazione a ciò che accade”. “I numeri del Sai sono la risposta più importante che il nostro Paese riesce a dare in tema di accoglienza e integrazione – ha aggiunto pure Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo e delegato nazionale Anci all’immigrazione – Ci aspettiamo che la rete Sai venga, sempre di più, potenziata e strutturata per valorizzare il sistema di accoglienza diffusa nei Comuni, superando la logica della gestione emergenziale dell’immigrazione”.