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Agricoltura biologica e biodistretti: a Sambuca, lo chef non vedente Andaloro presenta le “busiate sicane”

Nell'evento organizzato dal Bio-Distretto "Borghi Sicani" e da UNITRE, si è parlato di "coralità civile" e "coscienza di luogo", per una promozione efficace del territorio. Poi, spazio alla cucina e ai piatti tipici

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione per le Culture e le Arti all'Università degli Studi di Palermo, con un master in Editoria e Produzione Musicale all'Università IULM di Milano. Si occupa di cultura, turismo e spettacoli per diverse testate online e da addetto stampa. Scrive di sociale per "Il Mediterraneo 24"
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SAMBUCA. In un territorio vocato al biologico e alla sostenibilità anche la solidarietà è un dono. E una risorsa da tutelare e difendere con grande forza, dignità e coraggio.
È nel segno della “coralità civile” e di quella “coscienza di luogo”, citate da Fabrizio Ferreri nel suo saggio Culture della sostenibilità”, che si svolge a Sambuca, il convegno su “Come riconoscere e promuovere una nuova visione dello sviluppo locale” organizzato dal Bio-Distretto “Borghi Sicani”, sabato 25 marzo nell’azienda Antico Frantoio.
A Sambuca, dopo i saluti del sindaco e di Antonella Murgia, presidente del Bio-Distretto “Borghi Sicani” e titolare dell’azienda che ci ospita, dopo l’introduzione del direttore del Bio-Distretto e di UNITRE, Giuseppe Oddo, e l’intervento del presidente della Federazione Italiana “Strade del Vino”, Gori Sparacino, si inizia a parlare di “coralità civile” e di “sviluppo locale”.

Fabrizio Ferreri

Come riconoscere e promuovere una nuova visione di sviluppo locale? È la domanda a cui risponde Fabrizio Ferreri, assegnista di ricerca all’Università di Catania (Dipartimento Scienze Politiche e Sociali) ed esperto di piccoli paesi, si occupa di aree interne e sviluppo locale e ci spiega quanto la “coralità civile” sia fondamentale e decisiva al benessere di un territorio quindi al suo sviluppo.

Giuseppe Oddo e Antonella Murgia

“Questa coralità civile non è altro che quel giusto metro, quella fitta rete di relazioni e quel senso di appartenenza che gira intorno alle risorse di un territorio, come l’olio o il vino, il grano o i formaggi, come la solidarietà e il volontariatospiega Fabrizio Ferreri -. È dimostrato che i luoghi con meno ‘coralità civile’ si spopolano più velocemente e sono meno attrattivi: sia di persone che di capitali. La coralità civile è il sostrato indispensabile dell’economia. È un necessario fattore abilitante: senza ‘coralità civile’ non c’è sviluppo. Tutt’al più c’è uno sviluppo estemporaneo effimero”.

La “coralità civile” si sposa con il territorio, con la gastronomia, con l’economia e con la solidarietà. E il “Bio-Distretto Borghi Sicani”, nato nel 2017 proprio a Sambuca su iniziativa dell’Amministrazione Comunale gioca un ruolo fondamentale per difendere, tutelare e promuovere le risorse che qui sono presenti.

Risorse come il latte, il vino e l’olio, il grano e le ciliegie, il miele e i formaggi, le mandorle e le erbe officinali, che l’associazione del Bio-Distretto “Borghi Sicani”, tutela e promuove. Il Bio-Distretto “Borghi Sicani” mette assieme imprese profit e pubbliche amministrazioni, a cui aderiscono circa 8 Comuni tra le province di Agrigento e Palermo, con Sambuca di Sicilia capofila e circa 50 aziende tra le realtà agroalimentari più importanti della zona.

L’evento del Bio-Distretto “Borghi Sicani” del 25 marzo a Sambuca di Sicilia

Cos’è un “Bio-Distretto”?

Il biodistretto è un’area geografica naturalmente vocata al biologico dove i diversi attori, agricoltori, cittadini e associazioni, operatori turistici e pubbliche amministrazioni “si accordano” per la gestione sostenibile delle risorse puntando su produzioni biologiche che coinvolgono tutti gli anelli delle filiere fino al consumo. È un patto, di solidarietà potremmo dire, per lo sviluppo “green” del territorio.

E di solidarietà si parla con lo chef Anthony Andaloro, non vedente, ospite dell’evento di sabato a Sambuca, che nel 2006 diventa cieco per una retinite pigmentosa e per il morbo di Stargadt ma, che nello stesso tempo ricomincia a vivere sotto un nuovo nome, da Antonino ad Anthony, iniziando dalla cucina.

Anthony Andaloro

I piatti tipici dello chef non vedente nel bio-distretto “Borghi Sicani”

Nel 2016 Anthony viene premiato come “Blind chef on the road” a cinque stelle d’oro del mondo. Andaloro è uno chef di fama internazionale e vincitore di diversi premi, unico chef “Quality food” Unesco e ambasciatore identitario della Libera Università Rurale dei Saperi e dei Sapori. È fiduciario dell’associazione “Disciple d’Auguste Escoffier” presieduta dallo chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore. È un esempio di grande forza e di coraggio.

La stampa lo ha definito “Unico maestro sensoriale al mondo”. Ai ragazzi con trisomia 21 (sindrome di Down), con autismo e cecità, con il progetto educativo di autonomia in cucina “Cucinabile”, Anthony gli dà un’opportunità lavorativa per il “dopo di noi”. “Perchéspiega lo chef è assodato che questi ragazzi spesso sono abbandonati o i genitori si vergognano della disabilità”.

Anthony Andaloro

“Invece che restare chiusi negli Istituti voglio che escano fuori dalle mura spesso fisiche e mentali. Anch’io ho un figlio ‘speciale’, che è l’orgoglio della mia vita. Con il progetto ‘Cucinabile’, in cui la ‘cucina’ è associata all’abilità della disabilità, con gli eventi in giro per il mondo e le cene sensoriali ad occhi chiusi, dove i commensali vengono bendati, un format che ho ideato e portato in 43 nazioni con 151 eventi, è questo il futuro che io sogno: un futuro dove la disabilità diventa abilità”, conclude lo chef.

Già alla quarta lezione del progetto “Cucinabile” a Messina, con le associazioni Enigma Club e Il Sagittario, i ragazzi fanno da soli i maccheroni con il ferretto, le orecchiette e il sugo, tagliano e hanno fatto anche la focaccia. “Vedo, ma con altri occhi, il loro interesse, come si appassionano e sono felice”, racconta Anthony Andaloro facendo riferimento ad un’esperienza simile alla Locanda del Girasole a Roma dove ha partecipato con un evento sensoriale e ha donato l’incasso perché il progetto con questi ragazzi ‘speciali’ vada avanti. Appuntamenti a breve termine dello chef sono l’11 aprile al Teatro Pirandello di Agrigento, dove Anthony riceverà il Premio Sikelè, tra dieci premiati, per chi “eccelle nella vita e nella solidarietà”.

Le “busiate sicane”

“Mani in pasta” quindi, a Sambuca, dove lo chef Anthony Andaloro ha preparato le “busiate sicane”, con prodotti tipici del Bio-Distretto “Borghi Sicani”, presieduto da Antonella Murgia. La padrona di casa ci accoglie con questo piatto, con pasta di grani antichi Altamore, salsiccia, finocchietto selvatico e vastedda del Belìce, pangrattato, paprika dolce e zafferano, besciamella e asparagi, tutti prodotti tipici del Bio-Distretto.

Vini “Antico Frantoio”

E tra un calice del vino che produce nella sua azienda, divenuta negli anni un modello di sviluppo, tra un sorriso e un po’ di commozione, Antonella, che da poco ha lanciato una linea di cosmetici realizzata col suo olio, sogna ad occhi aperti, e dice: “La promozione del nostro territorio, sempre più crescente e forte, sia in Italia che all’estero, è una strada da continuare a perseguire, in modo autentico e vivace, con semplicità mostrando agli altri quello che davvero sei“.

Le foto sono di Franco Lo Vecchio

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