PALERMO. “Canto contro la Peste. Nove orchestre e una preghiera” è il titolo dell’edizione di quest’anno del Festino di Santa Rosalia. Finalmente il carro della Santuzza torna a solcare il Cassaro dopo due lunghi anni di assenza, “Il carro – dice Maurizio Carta, coordinatore del Comitato artistico istituzionale – sarà accompagnato da un canto contro tutte le pestilenze, contro pandemia, la guerra, contro la mafia, contro l’ingiustizia e la marginalità. Un canto di attivazione che illuminerà le tenebre e farà risuonare la musica della speranza“.
Da 398 anni il Festino di Santa Rosalia è un rito collettivo di rinascita di Palermo, rappresenta e da corpo alle sue diverse anime quella laica e quella religiosa. Anche quest’anno attraverso la processione lungo il Cassaro e poi lungo il Foro Italico e gli spettacoli musicali e teatrali associati alle tappe. “Verrà plasmato lo spazio urbano – continua Carta – con la miscelazione delle forme e dei colori delle tradizioni religiose, artigianali, culinarie, musicali, artistiche. Arte popolare e coreografie colte, fuochi d’artificio e cibo di strada, sciami popolari lungo le strade e nobili balconi ricolmi si rispecchiano all’infinito l’uno nell’altro, trovando nel Festino la loro polifonica armonia“.
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Per mettere in atto questa azione collettiva il Comune di Palermo ha attivato una direzione artistica corale per co-progettare futuro a partire dalla cultura e dalla creatività delle sue molteplici comunità, potenti energie di questa città. “Il Festino di Santa Rosalia – aggiunge Carta – e più di una festa, è un grande momento comunitario che attrae, convoca, coinvolge, integra, abbraccia, pacifica. E’ un modo di essere di Palermo, che ogni anno rinnova il patto di comunità che le permette di rinascere dai problemi e tornare a guardare il futuro, insieme“.
Come da tradizione il carro trionfale sfilerà lungo il Cassaro il 14 luglio, attraverso un percorso musicale “a stazioni”, nove in tutto, che partirà da Porta Nuova / Palazzo Reale e farà tappa alla Cattedrale, a Piazza Vigliena, all’incrocio con via Roma, alle Mura delle Cattive e, infine, giungerà al Palchetto della Musica per un ultimo saluto musicale prima degli attesissimi fuochi d’artificio. Davanti al carro, in prima fila lungo tutto il percorso, sfileranno medici, infermieri, protezione civile, forze dell’ordine, Croce Rossa, in segno di riconoscenza per coloro che durante la pandemia hanno salvato vite umane a costo, spesso, della loro.
“Questo Festino – dice l’arcivescovo Corrado Lorefice – soprattutto dopo gli anni di pandemia, con le conseguenze psicologiche, relazionali, economiche, sociali che ha causato, non può e non deve essere un motivo di evasione, di alienazione. Ma motivo di autentica festa. Ci chiede di cantare insieme – forti di un ritrovato senso comunitario e fraterno della vita – un inno di liberazione che nasca da cuori e mani che hanno deciso di coinvolgersi in un cammino di liberazione e di rinascita di questa nostra città amata da Rosalia. Amata da tutti noi, tranne da chi la vuole tenere in schiavitù. S. Rosalia vegli ancora su Palermo, dall’alto di Monte Pellegrino e dal Piano della nostra Cattedrale. Vegli su questa città e il suo vegliare sia nostra forza nell’impegno di dare motivi autentici e concreti di fiducia e di gioia ai nostri cari concittadini e alle nostre care concittadine“.
E se “Canto contro la peste” è il titolo del 398esimo festino, “Nove orchestre e una preghiera” è il sottotitolo e la sintesi del programma artistico, un mosaico di contributi donati dalle principali istituzioni culturali della città. Per mettere in atto questa azione corale il Comune di Palermo ha attivato un gruppo di lavoro interno all’amministrazione (con il coordinamento organizzativo di Gaspare Simeti) e un comitato di direzione artistica, coordinato da Maurizio Carta, Prorettore dell’Università di Palermo, formato dall’Università di Palermo, dalla Fondazione Teatro Massimo di Palermo, dall’Accademia di Belle Arti di Palermo, dalla Fondazione Teatro Biondo Stabile di Palermo, dal Conservatorio di Musica di Stato “Alessandro Scarlatti”, dalla Fondazione Federico II, dalla Fondazione The Brass Group e dalla Fondazione Sant’Elia, che hanno messo a disposizione le loro risorse umane, culturali e artistiche. A queste si vanno affiancando in progress altre istituzioni e soggetti culturali della città metropolitana con l’obiettivo di dar vita a un Festino che sia espressione di un modo collettivo di governo della città
e di una politica che guardi al bene comune.