PALERMO. Di droga si continua, a poco a poco, a morire insieme a tanta gente che soffre il dramma della dipendenza senza avere spesso servizi di risposta adeguati. A dirlo sono state diverse realtà, istituzionali e religiose, che chiedono a politici dell’Ars che si esami, al più presto, il disegno di legge, nato dalla società civile, per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche. Il punto sullo stato attuale è stato fatto, nel salone Lavitrano del Palazzo arcivescovile, nel corso della tavola rotonda su “Disagio Giovanile e dipendenze” promossa dall’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro, dal Progetto Policoro, dal Progetto “Albergheria e Capo Insieme”; in collaborazione con Cattedrale di Palermo, l’Associazione ERRIPA “Achille Grandi” e Ufficio per le Comunicazioni Sociali.
Giampaolo Spinnato, direttore dell’Unità Dipendenze patologiche dell’Asp di Palermo ha sottolineato come, l’anno scorso, si sono avuti ben 900 utenti in più per il consumo di crack e di altre droghe come oppioidi e fentanyl aggiunto all’eroina.
“Noi non possiamo sopportare che una persona stia male, soprattutto se la sua sofferenza è indotta da realtà criminali di qualsiasi genere e livello – ha detto l’arcivescovo don Corrado Lorefice -. Non essendoci ancora una legge, non si riescono a dare risposte importanti sul piano dei servizi. Se io trovo un ragazzo piegato per strada dove lo porto? Allora dobbiamo assumerci tutte le nostre responsabilità. La droga è la peste del nostro tempo. E Rosalia ci dice che ci sono adulti, ci sono istituzioni, c’è una chiesa e ci sono comunità cittadine che non possono non coinvolgersi dinnanzi ai problemi reali. Pertanto, dobbiamo indignarci, metterci insieme per fare crescere una sensibilità di impegno civile e sociale. Se vediamo che anche per strada si spaccia, se vediamo che anche per strada si consumano atti di violenza e di ingiustizia, non possiamo non assumerci la responsabilità di cambiare la città ognuno nel suo grado, dalle istituzioni alle nostre famiglie”.
“L’evento di ieri è stato in continuità con il percorso finora fatto con SOS Ballarò – ha detto il salesiano don Enzo Volpe – di cui fanno parte tante realtà che, da sempre, vivono i problemi del territorio. In particolare, ieri, ognuno per ruoli e competenze diverse, ha ribadito che occorre dare ancora risposte concrete per combattere con azioni e prevenzione l’uso, il consumo e lo spaccio di droghe. Chiediamo, con forza, nuove politiche a sostegno dei giovani e delle famiglie a partire proprio dall’esame del disegno di legge. In maniera trasversale, considerata l’enorme importanza del problema, c’è bisogno che i rappresentanti politici regionali si impegnino concretamente nei confronti del testo legislativo, consegnato lo scorso luglio dall’arcivescovo insieme alle associazioni. Soltanto con una legge potremo migliorare tutti i servizi aiutando concretamente coloro che vivono il dramma forte della dipendenza dalle sostanze”.
All’incontro moderato da don Enzo Volpe sono intervenuti, inoltre, Luisa Capitummino (direttrice dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro), Lia Sava (procuratrice generale presso la Corte d’Appello di Palermo), Laura Vaccaro (procuratrice aggiunta), Giampaolo Spinnato (direttore dell’unità Dipendenze patologiche dell’Asp di Palermo), Laura Pavia (psicoterapeuta, coordinatrice del ‘Progetto In-Rete’ dell’Opera don Calabria), Biagio Sciortino (presidente nazionale Intercear e direttore della Casa dei Giovani).