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mercoledì, 4 Ottobre 2023
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Dal materiale riciclato nascono eroi: il teatro di Cartura a Catania

Un progetto artistico-culturale eco-friendly che si manifesta attraverso la filosofia del “Carturismo”: carta e oggetti di scarto diventano decorazioni e personaggi di un teatro che è arrivato anche in Cina

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media

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CATANIA. Un luogo incantato che, attraverso le opere con materiale di recupero e la cartapesta realizzate dalle maestranze dei suoi artisti creativi, riesce a donare emozioni positive, gioie e spensieratezza a un target di pubblico che va dai più piccoli agli adulti. Questa è la storia di Cartura, una bottega, ideata dall’illustratore catanese Alfredo Guglielmino, che da 25 anni porta avanti un progetto artistico-culturale innovativo e ricco di originalità che si manifesta nei diversi settori attraverso la filosofia del “Carturismo”.

Arte Green e Cartura

Una realtà che ricorda, a partire dal nome, la sua forte impronta eco friendly. Il nome Cartura deriva infatti da un gioco di parole (Carta e spazzatura). In questo luogo magico, anche il materiale povero di scarto come la carta e oggetti che di solito vengono buttati prendono una nuova vita, una nuova anima, che li “rende” vivi e presenti al proprio pubblico grazie al lavoro di squadra di Alfredo Guglielmino, Elena Cantarella e Calogero la Bella che immaginano in ogni loro singola opera una storia.

Cartura è un gruppo, le cose vengono fatte da più mani – dichiara Elena Cantarella -, io e Calogero ci occupiamo delle sculture, Alfredo della illustrazione e decorazione. Quasi sempre gli occhi li realizza lui. C’è una unione di intenti e spesso noi stessi ci stupiamo di ciò che facciamo, dal cuore e dalla mente si passa alla manualità nella fase di creazione”.

Il Movimento Carturista

Per poter parlare del “movimento Carturista” bisogna partire dal pubblico che, come avevamo detto, è molto vasto. Gli adulti si ritrovano in un mondo che li riporta alla parte più giocosa, rilassata, fermando la clessidra del tempo e riportandola alle memorie dell’infanzia. I bambini e gli adolescenti, invece, si avvicinano a questo mondo con tanto entusiasmo e stupore, attratti dai tanti colori, dalle forme e dalla manualità delle opere artigianali, allontanandosi per un po’ dalle distrazioni contemporanee del mondo digitale.

Cartura ha una sua filosofia, una sua riconoscibilità e una sua interiorità che riesce ad essere un dono trasmesso ad altri, che ci spiega Elena Cantarella: “Cartura ha un suo stile, una sua firma e una sua riconoscibilità – precisa Cantarella -, distinguibile a livello visivo, artistico e come visione. C’è un vero e proprio movimento Carturista che riguarda noi che lavoriamo in bottega ma riesce ad arrivare anche al di fuori di essa – ricorda Cantarella – perché chi è passato dalla bottega perché ha avuto delle esperienze formative e lavorative con noi, chi è entrato da visitatore qui, respira quest’aria e si vede osservato dagli occhi di queste opere, riesce a percepire tutto quello che c’è dietro questa arte e la sua visione”.

Cartura e il mondo del teatro

A confermare che le opere realizzate sono “vive” vi è l’esperienza di Cartura con il mondo del Teatro. Un teatro di figura dove le opere vengono mosse dalle mani degli artisti, in cui viene curato ogni singolo dettaglio, dalle storie, alle musiche, al movimento delle opere. “Il Teatro è la passione più grande per noi – riferisce Elena Cantarella –. In uno spettacolo di Cartura facciamo di tutto, dalla storia, alla scelta delle musiche e ci teniamo che siano comprensibili da tutti” .

L’esperienza in Cina

Una realtà che da Catania è riuscita a conquistare i cuori dei bambini della Cina attraverso “Valigie d’artista”, confermando che il “Carturismo” conquista tutti, senza distinzione alcuna, fino a giungere all’estremo oriente. “Quando Cartura è stata in Cina, abbiamo visto che le nostre opere arrivano ai cuori di persone che hanno una cultura diversa dalla nostra – dichiara con entusiasmo Elena Cantarella -. I bambini erano come i nostri bambini, gli adulti pure, un mondo visionario che arriva all’anima di tutti quanti”.

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