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sabato, 3 Giugno 2023
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Mikhail Albano, “l’artista degli elefanti”

Dalla Street alla Film Art, il giovane artista creativo, racconta il suo percorso di formazione e la sua passione per l'arte

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media

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CATANIA. Un artista figurativo-realistico che, attraverso le sue opere, realizzate in Sicilia, ha saputo esprimere al meglio le sue emozioni, il suo stile espressivo e la sua creatività nella “street art” e “film art“, ricevendo l’apprezzamento di un pubblico molto vasto che va dai giovani agli adulti. Dialoghiamo con Mikhail Albano per portarvi alla scoperta della sua storia di vita tra studi, contatti con le scuole, i territori e le istituzioni e, progetti futuri.

Mikhail, raccontaci della tua infanzia, come è nata la tua passione per l’arte?

“Sono nato in Russia e sono stato lì fino all’età di 5 anni. Poi sono giunto in Italia, perché sono stato adottato da una famiglia siciliana e mi sono trasferito a Leonforte con i miei genitori adottivi. Qui, avevo fatto la prima e la seconda elementare per poi trasferirci a Milano, dove ho proseguito gli studi fino alle medie. Abbiamo poi deciso di tornare in Sicilia. Ho frequentato l’istituto tecnico per geometri chiudendo tutto il ciclo di studi. Sin da piccolo ho avuto l’interesse nel dipingere e disegnare, e mi sono chiesto: perché non coltivare questa mia passione? Mi sono dunque iscritto all’accademia delle belle arti, studiando, tra le tante cose, la storia dell’arte e lo studio dell’anatomia del corpo e perfezionando il mio stile e la mia tecnica. Nasco come pittore a olio. Quindi ho realizzato nel tempo dipinti su tela, su tavola con l’implementazione di varie tecniche”.

Qual è il tuo legame con gli elefanti?

“Qui a Catania sono conosciuto come l’artista degli elefanti -racconta il giovane artista -. Ogni opera che faccio deve dare sia una emozione, sia essere attenta a ogni singolo particolare. In ogni singola pennellata, ci deve essere un dettaglio, uno studio dietro e mi impegno nel creare una tridimensionalità nelle mie opere. Come tonalità dei colori uso soprattutto i colori della terra. Ad esempio, quando dipingo gli elefanti vi sono presenti, sia qualche grigio, che tutte le varie sfumature. Ciascuna ruga degli elefanti da me realizzati, sono un percorso che ho vissuto nella mia vita reale. Un altro aspetto importante nelle mie opere è lo sguardo degli occhi. L’occhio è il riflesso dell’anima, l’occhio dice tutto, mi soffermo sempre sullo sguardo per creare l’emozione”.

Street Art e scuole: cosa ti hanno trasmesso i ragazzi che hai formato?

“Dopo l’accademia mi sono dedicato alla Street Art, dedicandomi ai temi sociali con il fine ad abbellire e riqualificare le zone più dimenticate del territorio. Ho vissuto l’emozione di insegnare ai ragazzi della fascia di età tra i 16 e 18 anni, la street art. Una esperienza, quella con le scuole, che si protrae da ben 8 anni in cui gli studenti apprendono l’utilizzo della tecnica e delle bombolette. I ragazzi devono esprimere quello che hanno dentro su un muro, quindi dare la loro impronta. Gli ho fatto realizzare i bozzetti, lo studio del colore e l’emozione che esso può dare. Se noi utilizziamo, per esempio, un rosso  su una parete, non è casuale. Il rosso può essere il fuoco, il sentimento che ti brucia dentro, quindi l’emozione di ogni colore, viene studiato con cura”.

La Film art è un arte green che rispetta l’ambiente, ci puoi dire da dove nasce questa idea?

“La film art si realizza con la pellicola biodegradabile fatta di mais ed è compostabile, quindi ad impatto zero sull’ambiente e senza nessun rischio di inquinamento. Dopo un certo periodo si autodistrugge e i colori utilizzati sono ad acqua”.

“Nel periodo del lockdown, non potendo fare né mostre né esposizioni, mi sono immedesimato su questa forma creativa di fare opere. Quest’arte è nata, quasi per gioco, ho detto perché non creare qualcosa visto che era tutto chiuso, in cui lo spettatore possa vedere infatti un film come se fosse dentro un film, come se potesse apprezzare l’opera proprio davanti? Così ho iniziato a fare le pellicole, inizialmente con le riproduzioni, partendo da Klimt, Caravaggio, Leonardo Da Vinci, in modo tale da avvicinare le persone alla cultura, all’arte, e approcciarsi ad essa in modo proprio. Da lì, una volta che ho appurato che hanno apprezzato questo mio modus operandi, ho iniziato a far vedere le mie opere, quindi creare sulla pellicola quello che è Mikhail, iniziando dagli elefanti, per poi proseguire sui temi sociali contro la violenza e contro le guerre”.

Qual è l’episodio che ti ha colpito di più durante la tua vita da artista?

“Un giorno ho fatto la riproduzione della Gioconda in piazza Roma, a Catania. Una signora, scese dalla macchina e mi disse che io sono un angelo sceso dal cielo, ringraziandomi di ciò che regalo. Forse non avrà avuto l’opportunità di visitare i musei, però, vedendo la sua espressione, dall’emozione che ho dato a quella signora ho capito che tutti possono comprendere, in modo universale, una opera d’arte. Considerato dunque che con la mia arte, riesco a trarre fuori una emozione al pubblico, ho detto a me stesso di proseguire questo mio percorso”.

I progetti futuri di Mikhail

Tante le ambizioni e i progetti di Mikhail che, accompagnato dal suo sorriso, cerca di diffondere sempre di più il bello dell’arte in tutte le località della Sicilia. “Ho molti progetti in itinere. Abbiamo concluso da poco, con il supporto della mia musa ispiratrice, la realizzazione di alcune opere sulle pareti del reparto pediatria del Policlinico di Catania. Prossimamente vi sarà l’inaugurazione”.

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