PALERMO. Sfide, emozioni alternate tra gioie, sofferenze, speranze e incoraggiamenti reciproci hanno caratterizzato il percorso all’Università di Palermo di Agata e Gaia. Madre e figlia che hanno creato piena sinergia familiare in un vero e proprio rapporto di amicizia intensa. Entrambe laureate, nella stessa sessione, a distanza di un giorno.
Agata con chiarezza e determinazione ha scelto il percorso riguardante la comunicazione per poter compensare la pratica delle proprie esperienze lavorative con le nozioni teoriche che solo tali corsi universitari potevano fornirle in modo ampio: “Dal 1989 lavoro nel settore delle ricerche di mercato come Supervisor, Intervistatrice, Reperitrice, Rilevatrice, Mistery Shopper, Data entry, utilizzatrice WordCloud, ecc. Ho scelto questo percorso accademico per approfondire le mie conoscenze professionali e conoscere meglio la parte teorica visto che avevo molta più esperienza in quella pratica“.
Gaia riferisce, invece, di aver scelto il proprio percorso di ingegneria come naturale proseguo degli studi scientifici effettuati nel periodo liceale. Anni in cui le discipline studiate hanno creato una vera e propria passione di studio: “Sono sempre stata molto affascinata dalle materie di stampo scientifico, infatti anche a 14 anni ho scelto di frequentare il liceo scientifico. Durante cui non ho mai perso questo interesse verso queste discipline, anzi l’ho solo accresciuto. Mi è sembrato quasi naturale proseguire con ingegneria“.
La pandemia: lo studio all’Università di Palermo tra cambiamenti e sfide nella vita familiare
Il contesto pandemico ha rivoluzionato la vita e le modalità di studio di milioni di studenti e studentesse italiane, tra cui quelli dell’Università di Palermo. Hanno dovuto affrontare molteplici sfide tra le criticità della DAD da un lato e i postumi psicologici dei lockdown dall’altro, che hanno cambiato profondamente le relazioni umane. È ciò che si percepisce altresì nelle parole di Gaia, che ricostruisce dettagliatamente quei momenti di condivisione degli spazi familiari nella quotidianità e nel contempo la gestione dei momenti di studio cercando di fare sintesi dentro le mura casalinghe:
“Il periodo della pandemia è stato molto pesante sia a livello umano che a livello universitario. Perché naturalmente tutti i componenti della famiglia ci siamo ritrovati a condividere ogni momento di ogni giornata insieme. Abbiamo dovuto trovare degli equilibri per avere ciascuno i propri spazi. Per me personalmente per riuscire a seguire le lezioni, organizzare riunioni con i colleghi per vari progetti curriculari, studiare per gli esami“.
Agata, soffermandosi sul contesto accademico, ha ripreso le problematiche della limitazione delle relazioni umane con i colleghi e con i docenti universitari forzatamente digitalizzati tramite i social media classici e la piattaforma messa a disposizione dall’Università di Palermo: “A livello universitario il lockdown ritengo sia stato fortemente limitante visto che ha impedito le relazioni umane e il confronto con i colleghi, con i docenti, ma anche con tutto il mondo accademico nel suo insieme e nel suo contesto anche logistico. I rapporti molto spesso sono stati agevolati solamente grazie ai gruppi di interazione creati su Whatsapp fra colleghi e su Teams quando i gruppi di lavoro fra colleghi si organizzavano su richiesta dei docenti“.
Non sono mancati momenti di forte sconforto e di sfiducia che avevano perfino portato a pensare al ritiro definitivo dagli studi, superati grazie al fortissimo incoraggiamento delle figlie nonché nel sostegno reciproco dei colleghi e di alcuni docenti:
“Sono stata molto supportata dalle mie figlie soprattutto nel secondo semestre del secondo anno quando, annoiata e non motivata dalla DAD, avevo pensato di ritirarmi, ma loro mi hanno supportata quotidianamente per farmi raggiungere l’obiettivo della laurea magistrale in corso – ha aggiunto Agata –. Questo incoraggiamento, a mia volta, lo davo anche ai colleghi che provavano le stesse mie demotivazioni. E quindi, anche con loro e con qualche docente che aveva ben compreso la situazione, ci siamo supportati a vicenda“.
La cucina e la lettura come passioni condivise
Pur non avendo degli hobby particolari, il rapporto amicale madre-figlia si attua tramite la condivisione delle ricette culinarie e la discussione in merito ai libri che vengono letti: “Io e mia figlia non abbiamo hobby particolari in comune a parte la musica che amiamo. A volte ascoltare ad alto volume per ricaricarci o la cucina quando prepariamo qualche piatto particolare consultandoci. Entrambe amiamo la lettura e a volte discutiamo sullo stesso libro che abbiamo letto“, riferisce Agata Sammartino.
Tra spiritualità e laicità: punti di convergenze/divergenze con i colleghi dell’Università di Palermo
Interessante è anche il lato spirituale, intimo, di Agata, che non nega che l’università le abbia dato l’opportunità di osservare coloro che non esplicitavano un lato spirituale creando dei momenti di scontro/incontro tra le opinioni a volte convergenti altre divergenti: “Non ho mai nascosto per paura di essere derisa, nè ai miei colleghi, nè ai docenti il mio credo religioso e la mia fede. Con qualcuno non sono riuscita a intraprendere un dialogo. Ma ho sempre rispettato la differenza di pensiero dell’altra persona rispettando anche i non credenti con i quali sono riuscita ugualmente a costruire dei buoni rapporti sociali con scambi di idee molto interessanti. Questo percorso accademico mi ha aiutato ad aprirmi meglio alle diversità di pensiero altrui pur a volte non condividendolo“.
Il futuro: tra il lavoro che continua e nuove strade
Dopo i numerosi sacrifici ripagati nel conseguimento delle lauree magistrali, Agata e Gaia non vogliono fermarsi più e vogliono costruire con perseveranza e tenacia il proprio futuro lavorativo. Agata esprime una certa continuità con il passato con qualche speranza di trovare delle novità e delle esperienze nuove: “Il mio futuro è legato ovviamente al mio passato e al mio presente in quanto continuerò a fare il mio lavoro con maggiore consapevolezza e preparazione: ho scelto di lavorare nel settore del marketing e delle ricerche di mercato 32 anni fa e non ho alcuna intenzione di cambiare, bensì di fare nuove esperienze visto che questo settore è molto variegato“; Gaia, invece, esprime ottimismo e tenacia nel raccontare la sua nuovissima esperienza lavorativa in attesa di nuove soprese per il futuro: “Io ho iniziato a lavorare per un’azienda di consulenza, staremo a vedere cosa mi riserverà il futuro“.