PALERMO. Quella di Bennardo Raimondi è una storia che tocca le corde del cuore, anche perché è una storia in cui tanti, purtroppo, possono rispecchiarsi.
È la storia di un uomo di 61 anni, artigiano fin dall’adolescenza, oggi con una moglie, una figlia e un figlio.
È la storia di chi da una vita fa un lavoro che gli piace, che lo appassiona, che ama: è, infatti, ceramista, presepista e scultore; “l’unico” – come gli piace ricordare – “che in Sicilia fa vedere dal vivo come si fanno le statuette”.
È la storia di chi, oggi, arranca nel portare avanti la famiglia. Con una bottega che non c’è più, la merce che non si riesce a smaltire, i sussidi statali che non bastano per avere una vita dignitosa.
È la storia di chi nella sua vita è stato vittima di usura, denunciando e subendo intimidazioni.
Nei primi anni duemila, infatti, vedendosi puntualmente rifiutare i prestiti dalle banche, è caduto nella ragnatela degli usurai, a causa dei quali, nel 2003, è stato costretto a licenziare i suoi 12 dipendenti e a vendere perfino i macchinari della sua attività.
Raimondi, sull’orlo della disperazione, ha però trovato a forza di denunciare nel 2006, divenendo testimone di giustizia ed entrando, però, nel mirino della mafia, che ha iniziato a perseguitarlo con una serie di intimidazioni e minacce che gli causarono l’isolamento.
È per questo che Raimondi fa appello alla solidarietà di chi ci legge, chiedendo di poter vendere le sue pregevolissime sculture.
Aiutare Raimondi è anche aiutare un uomo che ha lottato per difendere la propria attività dalle grinfie di una mafia che maschera la propria avidità con una mano tesa ad aiutare chi è in difficoltà. È far sentire meno solo chi solo si è trovato per il solo fatto di aver adempiuto ai suoi doveri.
Per sostenerlo, lo si può contattare ai seguenti recapiti:
Bennardo Mario Raimondi: tel. 3391327950 Info: bennardomarioraimondi.weebly.com
La pagina Facebook: bennardo.raimondi