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venerdì, 2 Maggio 2025
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Danilo Sulis: “La mia vita grazie a Peppino Impastato, Radio 100 passi, la musica e i giovani”

Autore del libro “Da Radio Aut a Radio 100 passi”, racconta il suo impegno per la legalità e quello radiofonico: "Per me Peppino è stato un esempio di coraggio"

Stefano Edward Puvanendrarajah
Stefano Edward Puvanendrarajah
Laureato in Comunicazione Pubblica, d’impresa e pubblicità presso l’Università di Palermo e digital marketing specialist. Racconta le realtà associative che si occupano del sociale in Sicilia e la vita quotidiana delle comunità migranti siciliane, utilizzando i nuovi media
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PALERMO. Una vita tra i mezzi radio, la musica e i giovani. Questo è in sintesi la storia di vita di Danilo Sulis, amico di Peppino Impastato e del cugino Francesco, fondatore di Radio 100 passi e autore del libro “Da Radio Aut a 100 passi” con la prefazione di Gian Carlo Caselli ed edito da Navarra Editore

La musica, l’amicizia con Francesco Impastato e la nascita del circolo “Musica e cultura”

Una amicizia di lunga data avviatasi dai tempi del liceo per poi svilupparsi nel tempo attraverso le esperienze musicali e di attivismo nella radio. Sono  a partire da queste due fondamenta, la scuola e la musica che Danilo Sulis ha costruito una forte amicizia con Francesco Impastato, cugino di Peppino: “Eravamo compagni di scuola e avevamo inizialmente frequentato ragioneria, erano gli anni della contestazione, tra il ’68 e il ’69 e noi eravamo i più contestatori – ribadisce con un sorriso Sulis, fondatore di radio 100 passi –. Ci siamo casualmente ritrovati in un’altra scuola dove abbiamo fatto ciò che si definisce salto ovvero di recuperare gli anni persi nel percorso scolastico e da lì abbiamo condiviso l’amore per la musica – prosegue Sulis ricordando i suoi concerti e quelli paralleli dell’amico Francesco –. Io in quei anni ero un musicista noto anche a livello nazionale e forse uno dei pochi gruppi musicali, il mio, che era riuscito ad uscire al di fuori della Sicilia. Da qui divenni in un certo senso un punto di riferimento per molti artisti e musicisti siciliani – afferma Sulis – ai tempi c’erano nei concerti i cosiddetti gruppi spalla, ovvero quei gruppi che aprivano i concerti dei più noti, Francesco, con il suo gruppo spalla apriva i miei concerti e conseguentemente facevamo le prove insieme e spesso andavo a Cinisi, tutto ciò prima di tutta la storia che riguardava Peppino”.

Nelle parole dettagliate di Sulis, si riscontra la centralità del ruolo degli studenti di quegli anni i quali hanno fortemente voluto valorizzare la musica con il fine di dar vita alle “scuole popolari di musica” e la forte capacità innovatrice di Peppino Impastato che, nel voler dare una impronta culturale estesa alla iniziativa  promossa dal cugino e dall’amico Danilo Sulis, proporrà un nome che possa unire i vari aspetti che interessano i giovani: “In quegli anni il movimento studentesco pensò di istituire le scuole popolare di musica, anzi, in quegli anni si chiamavano nello specifico centri di attività musicali che sono le odierne scuole popolari di musica – sottolinea Sulis –. Francesco pensa di portare questa idea nel suo paese di Cinisi che io frequentavo, lancia l’idea di una iniziativa che si chiama MUSICA è CULTURA, avevamo fatto un concerto di presentazione di questa iniziativa che inizialmente doveva essere svolta nel teatrino della chiesa di Cinisi ma Peppino Impastato che era noto come una persona di sinistra, seguiva le nostre prove con assiduità e appena ci vedono con lui ci buttano fuori dalla chiesa e siamo riusciti a farlo, per fortuna con tanti aiuti nell’aula consiliare del Comune di Cinisi – continua Sulis ricostruendo minuziosamente ogni singolo dettaglio –. L’iniziativa la chiama Musica è Cultura con la e accentata ma quando si pensa di fare il circolo che nasce due mesi dopo questa iniziativa, Peppino che capisce la forte potenzialità di questo circolo in grado di aggregare anche ragazzi dalla provincia, dagli altri paesi vicini, chiede a su cugino Francesco di fare una cosa più estesa a 360 gradi e quindi, di conseguenza, la e perde l’accento, nasce il circolo Musica E Cultura. lì comincia questa attività, che non ha all’interno più soltanto la musica anche se era quella portante e quindi nasce il collettivo antinucleare quando di nucleare non si parlava in nessun posto, il collettivo femminista, una piccola compagnia teatrale che già operava precedentemente a Terrasini che si avvicina anche al Circolo procede la nostra attività sino poi alla grossa manifestazione del festival di spiaggia Magaggiari che organizziamo appunto nella spiaggia di Cinisi”.

Dal Festival nella spiaggia Magaggiari a RADIO AUT

Danilo Sulis fu uno dei promotori del primo festival di musica nella spiaggia Magaggiari  a Cinisi. Dopo questa esperienza indelebile che Sulis definisce come una via di mezzo fra un festival dell’Unità e Woodstock, egli racconta come Peppino Impastato in una esperienza radio con lui abbia manifestato il suo forte interesse verso questo mezzo di comunicazione: “Noi organizzammo questo festival di spiaggia Magaggiari, io registro perché avevo già una radio a Palermo, RadioPal e invitai Peppino Impastato a commentare le registrazioni perché in quel periodo era la radio il nostro strumento di comunicazione per questo ribadisco che la radio libera è stato il primo social – evidenzia Sulis – perché dette la possibilità agli ascoltatori di partecipare attivamente perché potevano telefonare, commentare, parlare con l’artista oppure potevi addirittura intervenire nel caos in cui vi fosse una trasmissione su un argomento specifico diventato una sorta di talk show aperta – prosegue Sulis – proprio in quel giorno in cui ero con Peppino ricevemmo numerose chiamate in diretta e lui, a conclusione della diretta, rimase molto entusiasta. Mi chiese pertanto di trovare un trasmettitore,  non era una cosa semplice ma, siccome come dico sempre per noi le radio erano come i social e la rete web, in quegli anni ognuno aveva la sua radio, c’era un grande movimento di associazioni a sinistra e con  queste associazioni che avevano ognuno la sua radio abbiamo deciso di fare una unica radio che si chiamò Radio Sud e quindi avanzarono alcune attrezzature  che furono utili per poter far aprire a Peppino RADIO AUT quindi li porto a Cinisi e facemmo delle prove di trasmissione”.

Peppino, tra riservatezza, leadership e amicizia

 “Peppino era una persona affettuosa ma riservata – ricorda con emozione Sulis – lui per me è stato un esempio di coraggio e noi molte cose che accadevano a casa sua non le sapevamo perché non ce li raccontava, è il classico leader che voleva caricare il suo gruppo, io stesso avevo scoperto molte cose parlando con la madre Felicia dopo che è stato assassinato, aveva questo atteggiamento con il fine di non farci far arrivare le cose negative, arrivava invece la carica, la forte voglia di cambiamento”.

Un episodio indelebile che potrebbe essere comparato ad una scena di un film e citato nel suo libro viene ricostruito dallo stesso Sulis: “Noi suonavamo nei classici box di autovetture sotto i palazzi e avevamo un box nostro dove facevamo le prove, dato che era un posto un po’ umido, quando finivamo di suonare coprivamo la batteria, spesso nella pelle davanti la cassa della batteria  è presente un buco, vi è una sorta di cerchio per fare entrare il microfono e per non fare vibrare troppo la pelle si mette una coperta o una stoffa e quindi ogni volta che il flautista nostro doveva iniziare a suonare, prendeva questa sua tela che teneva sull’amplificatore e la metteva dentro la cassa della batteria – riferisce Sulis – in Sicilia si usano le ‘nciurie ovvero dei soprannomi assegnati ai singoli soggetti, nel mio libro ne annovero alcuni, per questo motivo avevamo il tecnico luci che aveva la ‘nciuria “elettrico” mentre il flautista aveva un naso abbastanza prospiciente e lo chiamavamo NASO – continua Sulis –  e quando stavamo trasportando questi strumenti che stavamo caricando cadde dalla batteria questo lenzuolo, Peppino lo prende e disse Danilo questo pure? E gli dissi no, questo è il lenzuolo di NASO! E lui lo butta in aria schifato, guarda io questo gesto ancora me lo ricordo come se fosse una scena di un film – confida Sulis – me lo ricordo anche per le risate che ci eravamo fatti tutti insieme”.

L’importanza della diffusione della Web Radio tra i giovani

La nostra radio, radio 100 passi, nasce come web radio per due motivi ben precisi, il primo perché volevamo estendere il nostro raggio di azione – precisa Sulis – non sono più i 100 assi tra la casa del Boss e quella di Peppino Impastato, le Mafie hanno investito tanto nei paesi dell’est, in Sudamerica e noi vogliamo arrivare in tutti i luoghi del mondo dove le mafie investono i loro capitali per dare un messaggio chiaro e quindi il web è il modo ideale per arrivarci, il secondo motivo, invece è questo, quando decisi di riaprire la radio non è stato certo per rimettermi a trasmettere, bensì l’idea mia, di Francesco e di Giovanni, il fratello di Peppino con cui abbiamo dato vita all’associazione è stato quello di creare uno strumento da mettere a disposizione dei ragazzi, dunque alla luce di queste riflessioni abbiamo fortemente voluto e optato per la radio web”.

 L’esperienza con le comunità migranti e i progetti futuri

“Dopo essere stato musicista avevo fatto delle esperienze da discografico eavevamo un grosso studio in campagna anche con la possibilità di abitazioni e con la comunità tamil abbiamo realizzato un CD. È stata una esperienza indimenticabile, ho conosciuto dei bravi musicisti anche perché sono arrivati anche cantanti, musicisti fuori dall’Italia, non è stata una cosa locale. Siamo rimasti amici con alcuni di loro, poi ci siam persi un po’ per strada, c’è chi è andato via –  racconta Sulis rivelandoci il suo sogno nel cassetto che vorrebbe implementare nel contesto multiculturale e multietnico palermitano sul modello romano -. Vorrei fare una orchestra multietnica, pur non essendo semplice ma  un progetto ambizioso e  reso fattibile nel suo complesso se si prendessero in considerazione gli aspetti riguardanti i costi e le possibilità di farla suonare con costanza, non nego che resta ancora oggi qualcosa che vorrei assolutamente realizzare nel futuro”, chiude con entusiasmo Sulis.

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