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lunedì, 13 Ottobre 2025
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Io, Alex, “nero immigrante” nella terra della felicità

Pubblichiamo l'articolo del giovane componente della redazione Sai Palermo Young, in cui racconta il suo arrivo in città e del suo nuovo percorso per realizzare i suoi sogni

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Allora mi presento,
mi chiamo nero immigrante, nero di nome e immigrante di cognome, ho 17 anni arrivato sulla terra della felicità un anno fa, quindi in 2024.

La chiamo terra della felicità perché su tutte le terre straniere che ho percorso è quella che mi ha permesso di passare da un battito di 500 km/h e da raggiungere la velocità normale che indicava il tachimetro della vita.
Nel mio paese il mio sogno più forte era di sopravvivere, potere svegliarmi la mattina, stringere le persone che amo, muovermi, ispirare, essere vivo in generale.

Sognavo sulle cose che la maggior parte delle persone non apprezzano più perché non sono mai stati in situazione in cui questo privilegio viene minacciato e quindi a 15 anni, fragile, perché la vita non deve essere una cosa che si deve togliere a nessuno, ho corso come tutti i ragazzi che vengono trattati male e on hanno nessuno a chi condividere e poter ricevere aiuto.
Alloro ho corso come non l’ho mai fatto per proteggere la mia vita verso il famoso viaggio della morte verso la porta della felicità, un gioco senza regole, né arbitri solo spettatori che sono pronte a pagare per fare alzare il cancello che ci porta alla terra della felicità.

La chiamo terra della felicità perché su tutte le terre straniere in cui sono passato cioè il Nigeria, il Niger, l’Algeria, la Libia, la Tunisia odiavano il mio nome ovviamente perché descrive il mio colore di pelle, per la colpa di essere nero avevamo il privilegio di essere buttati in prigione o nel deserto senza acqua e cibo quindi senza vita per le forze di l’ordine. A quel punto dove i rischi erano dovunque si parlava allora di due scelte seguente:
* tornare nel pericoloso per cui sei uscito quindi a casa tua o
* la barca
Come la maggior parte delle persone che fanno questo viaggio, ho scelto la barca che si definisce come buona decisione per quelli come me che possono tenere una penna e una carta per scrivere e contare questa storia come lo sto facendo adesso ma sfortunatamente, come non c’è mai fumo senza fuoco, la barca era l’ultima e fatale decisione per quelli che dormono in fondo del mare, per quelli che non possono raccontare cosa è successo, per quelli che adesso fanno parte dei pensieri, pubblicazioni e scritture come questo.

Una giornata, una notte, finalmente questo famoso giorno alle 2 della notte cento giovani, bambini donne prendono il loro coraggio in mano si buttano al loro ritorno in acqua ma non per approfittare delle vacanze ne dell’estate, ma per scappare del passato e raggiungere la terra della felicità e sperando che questa felicità si farà vedere il più presto possibile.
Già 24 ore di navigazione tradizionale in cui ti fidi di un capitano che si fida della posizione del sole e che ci dice ho una buona e un brutta notizia quelle che era più necessario a dire perché tutti vedevamo la porta della felicità a circa 400km ma vediamo pure un motore che mancava di benzina con tutti i recipiente di riserva vuoti non ho mai pregato il signore come questo giorno.
Con 20 minuti senza riposte minuti e trasportati per le onde del mare arrabbiato, il signore risponde finalmente mandando un nave di poliziotto italiano, non sono mai stato così felice di vedere i poliziotti nella mia vita mentre che parlava una lingue che ci era sconosciuto e mi ricordo la prima frase di quella poliziotta che ci dice <ciao e benvenuti in Italia> parola chi da il sorriso a tutto l’equipaggio.
 

Eccolo la prima origine del nome che ho dato all’Italia <terra della felicità> perché mi ha accolto e quando pensavo che era tutto, mi ha chiesto quelle è tuo sogno ho risposto voglio essere in vita e mi ha risposto <essere in vita non è un sogno ma un diritto che nessuno te lo potrà togliere qua>.
Allora in quel momento mi sono reso conto un bambino normale deve sognare di crearsi un educazione scolastica per potere avere un lavoro, un futuro come lo vorrebbe e in quel momento ho scelto la medicina, modo giusto per me mantenere il più lontano sulla terra per farli scoprire le sue bellezze e apprezzare il fatto d’essere in vita.

Adesso a 17 anni dopo aver preso la terza media, studio in un liceo scientifico di Palermo in classe terza superiore dentro un progetto sai che si chiama “SAI PALERMO-IL SOGNO DI AYLAN” in cui mi trovo bene, ho un sacco di amici e famiglie che mi vuole bene e che li voglio anche bene.
Ringrazio l’ITALIA non solo di avermi salvato la vita in mare ma soprattutto di avermi permesso di sognare di nuovo e di portare questo sogno con me fino alla realtà perché adesso mi più italiano che camerunese GRAZIE CARA ITALIA PER TUTTO QUELLO CHE FAI PER NOI.

Chiudo con le miei filosofie sul due termini molto importante:
* il razzismo è un gioco di persone ignoranti che non ti deve consumare sei unico e speciale sappiatelo
* la guerra nel mondo il mio nonno diceva <il più cattivo non è la persona che alza gli armi per sparare il più debole ma è quello che rimane bocca chiusa e fa finta di non esistere> la nostra voce può salvare i bambini, donne, uomo che muoiono.

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