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domenica, 12 Ottobre 2025
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La detenzione all’Ucciardone, la laurea in Studi globali e quella lode che sa di riscatto

Al Polo universitario penitenziario dell’Università di Palermo, F.G., detenuto presso l’Ucciardone, ha conseguito la laurea triennale in Studi Globali, Storia, Politiche, Culture con una tesi sulla guerra e la pace

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PALERMO. Una giornata di emozione e di riscatto all’Università degli Studi di Palermo, dove il Polo universitario penitenziario ha festeggiato il secondo studente detenuto che ha raggiunto il traguardo della laurea. F.G., recluso nella Casa di Reclusione “Calogero di Bona – Ucciardone”, ha conseguito con 110 e lode la laurea triennale in Studi Globali, Storia, Politiche, Culture (classe L-42) presso il Dipartimento Culture e Società.

La tesi, dal titolo “La guerra, le nuove guerre… e la Pace?”, è stata discussa sotto la supervisione del professor Tommaso Baris. Grazie a un permesso speciale, F.G. ha potuto lasciare temporaneamente l’istituto penitenziario per discutere il suo elaborato nell’aula magna del campus di viale delle Scienze, accanto agli altri laureandi. In sala, applausi, commozione e un pubblico numeroso composto da familiari, accademici, colleghi e tutor.

Tra i presenti anche Anthony De Lisi, garante regionale dei diritti dei detenuti in Sicilia; Fabio Prestopino, direttore della Casa di Reclusione “Calogero Di Bona – Ucciardone”, e Maria Luisa Malato, direttrice della Casa Circondariale “Antonio Lorusso – Pagliarelli”.

“Questo nuovo risultato – ha dichiarato il rettore Massimo Midirinon è solo un traguardo personale, ma un segnale concreto della forza trasformativa della cultura. Il percorso universitario di F.G. testimonia l’impegno dell’Ateneo nel dare piena attuazione all’articolo 27 della Costituzione: la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. L’università è presidio di giustizia sociale, inclusione e speranza”.

La scelta di F.G. di intraprendere un percorso a vocazione storica e internazionale acquista un significato profondo: un invito a riflettere sulla complessità del mondo e sull’urgenza della pace. Attraverso la ricerca e la conoscenza, il giovane ha superato i confini fisici e simbolici del carcere, riaffermando la centralità della persona e dei valori umanitari universali.

“Oggi – ha sottolineato Paola Maggio, delegata del Rettore per i rapporti con gli istituti penitenziari – non celebriamo solo una laurea, ma la forza di un’idea: che lo studio possa spezzare le catene dell’emarginazione. L’università deve essere un luogo aperto a tutti, anche a chi vive in condizioni di privazione della libertà”.

L’Università di Palermo ha recentemente concluso anche un progetto di inclusione sociale presso l’Archivio Storico di Ateneo, coordinato dal professore Mario Varvaro, che ha coinvolto due detenuti dell’Ucciardone in attività culturali e formative con ricadute professionali. Avviati nel marzo 2021, i Poli universitari penitenziari siciliani sono stati rinnovati per il triennio 2024–2027 grazie a un accordo tra la Regione Siciliana, gli atenei di Palermo, Catania e Messina, il Garante regionale, il Provveditorato regionale e l’Assessorato all’Istruzione e alla Formazione professionale. Il Polo di Palermo aveva già celebrato, nell’ottobre 2024, la laurea del primo studente detenuto, N.C., recluso al Pagliarelli, proclamato dottore in Urbanistica e Scienze della città. Oggi sono circa quaranta gli studenti detenuti iscritti al Polo universitario penitenziario dell’Università di Palermo, distribuiti tra Pagliarelli e Ucciardone, seguiti da una rete di docenti, tutor e personale accademico.

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