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venerdì, 4 Luglio 2025
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Il Centro Betesda Onlus, la lotta alle dipendenze e un aiuto per le persone in difficoltà

L'impegno della realtà della Chiesa cristiana evangelica pentecostale anche nell'isola: un orecchio aperto e una mano tesa per chi vuole uscire da questo tunnel. Attivo periodicamente un servizio a Casteldaccia

Gabriele Giovanni Vernengo
Gabriele Giovanni Vernengo
Classe 94, attivo nel mondo dell'associazionismo. E' assistente all'autonomia e alla comunicazione dei disabili. Appassionato di cultura, arte e terzo settore. Lavora a scuola, costantemente a contatto con ragazzi con specialità e normotipici. Ha scritto per diverse testate siciliane, tra queste: Live Sicilia, Resapubblica, Giornale del Mediterraneo. È co-fondatore del sito NewSicily.it.
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PALERMO. Un rapporto, ormai, almeno trentennale quello che lega il Centro Betesda Onlus, guidata dal pastore cristiano evangelico pentecostale Angelo Guarino, e la Sicilia. Betesda, infatti, è una realtà impegnata nella lotta contro le dipendenze di qualsiasi genere (sesso, gioco d’azzardo, alcool, sostanze stupefacenti, farmaci e psicofarmaci…) che attualmente ha sede operativa e legale a Taranto.

Obiettivo del centro? Fare uscire il prossimo dal tunnel delle dipendenze e aiutarlo nel completo reinserimento sociale, offrendogli valide, oneste e funzionali alternative di vita. Proprio Guarino, infatti, è un ex tossicodipendente, liberato dalla droga, proprio grazie alla fede cristiana.

Tra gli ospiti della struttura ci sono molti siciliani e, durante gli oltre trent’anni di iniziative di recupero, i missionari hanno visitato più volte Palermo e altre città siciliane. Tra il 2017 e il 2018 Betesda ha avuto anche una propria struttura a Palermo.

A un certo momento – spiega a tal proposito Guarino – gestire sia il centro di Taranto, sia quello di Palermo era diventato davvero molto difficile. Quindi, dopo averci pensato e pregato, abbiamo deciso di mantenere solamente la struttura pugliese e di continuare a seguire (seppur a distanza) le iniziative in Sicilia”.

Quando evangelizzammo i quartieri popolari palermitani…”

Ricordo quando nel 2021 siamo stati l’ultima volta a Palermo – racconta Guarino – e abbiamo visitato i quartieri più difficili come: Zen, Cep, Borgo Nuovo, Sperone e Borgo Vecchio. Siamo stati accolti davvero bene. Moltissimi ragazzi hanno aperto il loro cuore al prossimo e soprattutto a Dio”.

Evidentemente – continua Guarino – molte persone (spesso giovanissimi) avevano già toccato il fondo, a causa della droga e avevano solamente voglia di riscattare la propria vita”.

Addirittura – ricorda emozionato – alcune persone, dalle finestre, ci invitavano a salire a casa propria per parlare ai loro figli. Quel giorno abbiamo anche trasmesso in diretta l’evangelizzazione sui nostri canali social. Il video ebbe migliaia e migliaia di visualizzazioni e ci continuavano ad arrivare messaggi da gente che ci invitava a parlare di Gesù ai cari che vivevano con loro”.

Metodone invece del metadone

 “Sostituire  – spiega Guarino – il metadone (sostituto di sintesi dell’eroina ed un analgesico di potenza paragonabile a quella dell’eroina stessa. Spesso viene somministrato ai tossicodipendenti durante i periodi più difficili di astinenza, ndr) con il metodone. Il metodone consiste nel somministrare la Bibbia e i buoni principi cristiani, non solo a parole ma soprattutto anche attraverso semplici esempi concreti“.

Il centro d’ascolto a Casteldaccia

Periodicamente, inoltre, la missione Betesda incontra delle persone che vivono una svariata serie di disagi grazie a un Centro di ascolto istituito sporadicamente a Casteldaccia. Un’opera possibile anche grazie alla collaborazione di alcune comunità cristiane del comune balneare vicino Palermo.

La preoccupazione di volontari e operatori

Se da un lato, c’è la speranza di recuperare il prossimo e l’amore per la propria missione, dall’altro c’è la paura che “il recupero dei tossicodipendenti diventi, secondo leggi che potrebbero essere emanate in futuro, competenza esclusiva delle strutture sanitarie accreditate e che saranno obbligate a seguire dei protocolli medici abbastanza rigidi”. Protocolli che “prevedono per la maggior parte delle volte la somministrazione di farmaci che spesso possono provare alterazioni dell’umore, se non altre complicazioni“.

Tutto ciò sarebbe su un piano diverso rispetto l’operato di realtà come Betesda che, invece, basano il proprio operato su una concreta fede cristiana e sull’ascolto.

Il progetto ‘Una goccia sulla roccia’

La nostra missione – afferma il pastore Guarino – è sostenuta da alcune offerte volontarie. Sono davvero molti i ragazzi che vogliono farla finita con la vita che ci contattano, chiedendoci di aiutarli a vivere. Siamo certi che Dio sta operando potentemente e noi lo ringraziamo davvero dal profondo del nostro cuore”.

Proprio per questo motivo, nasce il progetto ‘Una goccia sulla roccia’, ovvero una libera campagna di donazione a sostegno della realtà benefica e solidale tarantina. “È possibile contribuire al sostentamento della nostra missione – continua il pastore Guarino – donando anche solamente 33 centesimi al giorno (dieci euro al mese)“. Per contattare il Centro basta mandare un messaggio in privato su WhatsApp al 3406020452.

Gabriele Giovanni Vernengo

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