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martedì, 15 Luglio 2025
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Quando l’integrazione dei rifugiati passa dalla lingua: il percorso di ItaStra con 100 ragazzi

L'obiettivo del percorso è quello di accompagnare i giovani: nella formazione civico-linguistica, nei progetti personalizzati di inclusione, nel sostegno dello studio a scuola e nell'avviamento al lavoro

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO – L’interazione interculturale e il multilinguismo sono al centro del percorso che 100 giovani migranti (di età compresa da 15 a 18 anni), arrivati dalla rotta del Mediterraneo e accolti nei centri di accoglienza SAI, hanno appena iniziato. Si tratta del progetto Una lingua per il lavoro e per i diritti. Percorsi di integrazione per Rifugiati e MSNA a Palermo, cofinanziato dall’8X1000 a diretta gestione statale e con fondi della Scuola di Lingua italiana per Stranieri (ItaStra). Questa lavora, insieme anche al Centro Astalli e all’impresa sociale Incastri Creativi. Il percorso si articola in Italiano per la comunicazione, Italiano per i diritti e Italiano per il lavoro.

L’obiettivo è quello, in particolare, di accompagnare i giovani: nella formazione civico-linguistica, nei progetti personalizzati di inclusione, nel sostegno dello studio a scuola e nell’avviamento al lavoro attraverso borse lavoro e formazione professionale presso le aziende.

Già al terzo giorno di lezione i ragazzi si sono lasciati andare a piccole confidenze. Nella classe, infatti – che raccoglie chi ancora non sa leggere e scrivere -, Madou (nome di fantasia di un giovanissimo subsahariano), in un misto di italiano e francese, durante una pausa ha sussurrato all’insegnante come sia difficile muoversi nel mondo con una statura possente che non corrisponde alla sua età e alle sue fragilità. “Non voglio raccontarvi di cosa hanno alle spalle questi giovani – ha raccontato Clelia, una insegnante di Itastra -, mi piace però parlare dei loro piccoli passi nella direzione che ItaStra da sempre si propone di raggiungere: non solo leggere e scrivere, non solo parlare italiano ma prendere consapevolezza della loro misura intera e cioè imparare a stare dritti dentro la propria voce e a muoversi in autonomia per le strade della città. E la città, al loro passaggio, si allarga un po’.

Abbiamo giovani che hanno bisogno di imparare, oltre alla lingua, tantissime cose – afferma Mari D’Agostino, direttrice di Itastra dell’Università di Palermo -. Per circa una ventina di loro che sono semianalfabeti si procede con un percorso molto più articolato finalizzato ad acquisire capacità di lettura e scrittura sia in Italiano che nella loro lingua di origine. Cerchiamo, da ormai quasi vent’anni, infatti, di avvalerci di strumenti attraverso cui potere valorizzare pienamente la cultura e le competenze acquisite nel loro Paese di origine. L’importante è capirsi per costruire relazioni. Al centro del percorso c’è un approccio multilinguistico e interculturale che è lontano dal modello didattico tradizionale. In questo modo, proprio la lingua italiana diventa, insieme all’arabo, un ponte che fa nascere amicizie perché unisce le diverse culture in una prospettiva di arricchimento reciproco tra Oriente, Occidente e Africa”.

Dal 4 Luglio al 26 settembre sono stati avviati, infatti, i corsi differenziati per i rifugiati, quasi tutti maschi, provenienti, soprattutto, da Egitto, Tunisia, Bangladesh e dall’Africa subsahariana. Il percorso è articolato in attività distinte per obiettivi con un laboratorio comune che ha come tema la città e i suoi luoghi. Le attività in classe si alternano a passeggiate volte a conoscere la dimensione più artistica e suggestiva di Palermo. Il percorso è caratterizzato dall’uso di materiali multimediali per valorizzare le competenze orali e alfabetiche nelle lingue di partenza.

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