PALERMO. Classici in strada è alla sua decima edizione. Quest’anno, nel mese di maggio, gli studenti delle scuole primarie e secondarie di Palermo si confronteranno con il tema “Lu Cuntu di li cunti, storia e racconti della tradizione orale Siciliana”.
A presentarla ieri, a cornice dell’evento palazzo Branciforte, Isabella Tondo che da dieci anni cura la regia della manifestazione. Con lei, per introdurre i lavori, il docente universitario Andrea Cozzo.
Entrambi, ripercorrendo la storia della Manifestazione che fa di Palermo ogni anno un palcoscenico a cielo aperto, hanno sottolineato il potere della Letteratura che nelle sue parole che si intrecciano le une alle altre, “è sale – così Marina Castiglione, docente universitaria intervenuta all’incontro di presentazione – è sapore di ogni vicenda personale e collettiva, di ogni storia umana”.
La prima dei Classici in Strada ha avuto come cornice Ballarò. In quella che era una discarica, recuperata a piazza nel tempo, andava in scena Omero e con lui gli eroi della sua Iliade, della sua Odissea. Ad allestire lo spettacolo una sola scuola e qualche decina di studenti del Benedetto Croce.
A loro si sono uniti di edizione in edizione altri giovanissimi delle scuole del Capoluogo siciliano, fino a contarne circa mille. Tutti, nelle tre giornate consacrate alla manifestazione, hanno portato nei vicoli della periferia Palermitana e in quelli del centro storico l’incanto della letteratura e delle sue parole, “L’incanto di quella letteratura capace – così Isabella Tondo -, di fare sollevare lo sguardo verso l’alto, capace di salvare il mondo”.
E a salvare il mondo sono le parole e chi le parole le parla. Negli anni i giovani e i giovanissimi delle scuole le hanno recitate, cantate, messe in scena con movenze e gesti. Con loro i docenti e i dirigenti. Con loro le famiglie. Con loro i cittadini. “Tutti uniti nella narrazione che si è fatta – così Andrea Cozzo, che con Isabella Tondo ha sognato e organizzato I Classici -, anche narrazione di amicizie, di relazioni, di civiltà“.
“Dieci anni sono passati – continua Cozzo -, e si è chiuso un primo ciclo. Non pensavamo potesse fare storia. Ritorniamo nuovamente ad Omero, a quel primo Omero che dieci anni fa ha inaugurato questo incredibile corso; ritorniamo ad Omero antenato dei Cantastorie proprio con Il Cunto dei cunti. E così continuiamo l’impresa culturale che speriamo possa ancora trasformare Palermo, come ha trasformato Ballarò dieci anni fa e come di anno in anno ha trasformato altri angoli, vie, vicoli e piazze, restituendoli a tutti i cittadini“.
A sottolineare la rilevanza del progetto Francesco Paolo Camillo, dirigente dell’Istituto comprensivo “Lombardo-Radice”: “I Classici in Strada hanno aperto la scuola al territorio e ne ha fatto uno spazio di cooperazione. In più per i nostri studenti che hanno con entusiasmo partecipato a molte edizioni della manifestazione, grazie all’impegno della docente referente per il progetto, Anna Sorci, I Classici sono stati occasione per imparare di più, per ampliare le loro competenze e per riscoprire la loro città”.
A raccontare di Cunti, nella giornata di ieri, anche Mimmo Cuticchio e il cantastorie Peppino Castello. La strada è stata da sempre il loro palco per dire di eroi, di santi e cavalieri, quelli di un tempo lontano, quelli dei nostri giorni.
E sempre la strada sarà palco anche quest’anno per gli studenti e per i loro professori che, mentre faranno cunti e canti, tesseranno una rete più ampia, con la quale metteranno al riparo qualche altro pezzo di questa città.