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sabato, 22 Marzo 2025
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Il ricordo di persone vittime di tratta a Palermo: la testimonianza di Lakshmi

Accesa da ogni partecipante nella chiesa di Palermo che ha ospitato il momento una candela, poi depositata ai piedi dell’altare per simboleggiare l'impegno contro questo fenomeno

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. E’ invisibile ma è ben presente, da molti anni, anche a Palermo; dopo la pandemia, avviene dentro le case private: la tratta delle donne, costrette a vendere il proprio corpo in regime di schiavitù; un fenomeno che è diventato sempre più sommerso e di cui i mass media parlano sempre meno. Ieri sera, per la IX Giornata internazionale contro la tratta di persone (donne uomini e minori), presso la chiesa di Sant’Antonio di Padova si è svolto un momento di riflessione e di preghiera. L’evento “Camminare con dignità. Per divenire pellegrini di dignità umana, contro ogni forma di sfruttamento e di tratta di persone” è stato curato dall’USMI Sicilia e organizzato dal gruppo comunicazione contro la tratta composto dalla paolina suor Fernanda di Monte e dalla comboniana suor Valeria Gandini.

La scelta della giornata dell’8 febbraio è in memoria di santa Giuseppina Bakhita, monaca sudanese, che fin da bambina, ha vissuto l’esperienza traumatica di essere vittima della tratta di esseri umani.
Durante la celebrazione, sono stati ricordati: Fatou, tenuta prigioniera in una stanza, nascosta, in una grande città di un paese molto ricco, dove molti estranei la abusavano ogni giorno; il piccolo Josè, obbligato a chiedere l’elemosina e a rubare sulle strade per poter avere la sera un pezzo di pane da mangiare; Meera, obbligata a sposare un estraneo, molto più vecchio di lei, a causa della povertà della sua famiglia; Adil, che lavora più di 12 ore al giorno costruendo palazzi senza ricevere nessuna paga.

Durante il momento di raccoglimento, è stata, inoltre, accesa da ogni partecipante una candela, poi depositata ai piedi dell’altare per simboleggiare l’impegno ad essere, ognuno con i propri strumenti, una luce contro la tratta.

Durante la celebrazione è stata letta la storia di Lakshmi. “Sono Lakshmi. Quando ero più giovane, vivevo in una zona rurale dove molte famiglie vivono in povertà. Da lì, da un posto che consideravo la mia casa, sono stata presa contro la mia volontà da una persona di un villaggio vicino per un lavoro domestico. In realtà mi sono ritrovata dopo pochi giorni, costretta nello sfruttamento sessuale. Ogni due settimane, queste persone mi portavano in un posto diverso. Questo è continuato fino a quando sono stata trovata in un villaggio vicino in una situazione deplorevole e sono stata rimandata a casa. Dopo essere sfuggita a questo inferno, sono venuta in contatto con alcune suore che sono state capaci di prendersi cura di me. Ma l’orrore non è finito. Un giorno le suore hanno visitato la mia casa e mi hanno trovata completamente isolata e abbandonata: le mie mani erano bloccate intorno il mio petto, non riuscivo a parlare, a mangiare, ed ero caduta in depressione, perché i miei fratelli avevano abusato fisicamente di me, picchiandomi ripetutamente. Il giorno seguente, le suore sono tornate e sono riuscite a farmi fare un bagno, ma le mie mani erano ancora là, attaccate al mio petto senza che io dicessi una sola parola”.

La schiavitù e mercificazione delle donne straniere costrette a vendere il loro corpo, per anni presente anche in molte strade di Palermo, oggi dopo la pandemia, è invisibile perché organizzata nelle case private. Ad appellarsi a tutta la società civile affinchè si possa fronteggiare sempre di più la tratta delle donne con tutti gli strumenti possibili sono suor Fernanda Di Monte e suor Valeria Gandini da trentadue anni impegnata nell’aiuto delle donne vittime di tratta.

“Ho cominciato a Verona negli anno ’90 e sono a Palermo da 12 anni – dice la comboniana suor Valeria Gandini -. Nel mio percorso, ho conosciuto moltissime donne straniere originarie dell’est- Europa, dell’Africa e dell’America Latina. In quest’ultimo periodo, dopo la pandemia non vedendole più per la strada, sembra apparentemente tutto tranquillo ma non lo è. La tratta è diventata un fenomeno criminale nascosto perché, la maggior parte di loro, si vendono negli appartamenti con uno stato di sfruttamento che purtroppo continua ad esistere. Attualmente, seguo tante mamme con bambini che, una volta uscite dal tunnel, aiutiamo e seguiamo nei loro diversi bisogni. Sicuramente, c’è ancora da fare tantissimo; c’è da recuperare il senso umano e più profondo dettato dal rispetto della persona al di là dei soldi, il divertimento e il sesso. I problemi oggi sono ì tanti ma c’è una completa assenza comunicativa sul tema come se non esistesse più. Bisogna lavorare anche sulle coscienze delle persona e sulla formazione e sensibilizzazione a più livelli. Ci sono tante donne che soffrono e, quando le accompagniamo a poco a poco nella loro vita, scopriamo che sono povere ma ricchissime di umanità e piene di amore anche per come si prendono cura dei loro bambini”.

“E’ un fenomeno silenzioso purtroppo invisibile di cui si parla troppo poco – dice pure suor Fernanda Di Monte da oltre dieci anni impegnata sul tema -. La schiavitù continua ad esistere anche se in forma diversa rispetto al passato. Bisogna parlarne, denunciare e poi, con tutti gli strumenti a disposizione, continuare ad organizzare momenti di forte sensibilizzazione sociale delle persone. La dignità dell’essere umana va riscoperta e, pertanto, occorre fare conoscere tutte le forme di sfruttamento che sono sessuale e lavorativo di donne, uomini e pure minori“.

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