di Martina Costa
LIPARI
Oggi ho il piacere di parlarvi di un nuovo libro, pubblicato lo scorso dicembre,“ Il pesce spada e la ragazza”, opera prima di Davide Nostro. Una storia tra cielo e mare, in un binomio insolito: umano e animale. Narrato in prima persona, vede protagonisti una ragazza di Messina e un pescespada: un nido d’amore tra le onde del mare dello Stretto di Messina. Ricostruito attraverso conversazioni che non hanno una lingua in comune, se non quella fatta di gesti e sguardi in grado di restituire emozioni al puro sentimento. Nessuna trasformazione da pesce a principe azzurro, nessun elemento della favola antica, nessun amuleto prezioso, la favola moderna e particolare del Nostro è una richiesta speciale: per amare non bisogna “convertirsi”. Convertirsi all’altro, sostituire la propria vita per qualcuno, omologarsi a chi abbiamo di fronte.
No, l’Amore non è questo. “Il pesce spada e la ragazza” ricorda a noi lettori di custodire la nostra libertà. Anche, e soprattutto, nell’Amore. «Scappa, nuota via! Sei libero, sei salvo, ti prego non tornare!». La libertà che salva l’amore e ti salva da ciò che amore non è.
Durante la nostra intervista, parto da qui con Davide, dal concetto di Amore, chiedo una sua versione e idea. Mi risponde in brevi ma concise parole: «L’Amore è uno sguardo tra tanti che rimane il solo».
Ecco perchè, quindi, tra le pagine dell’autore c’è l’uomo che le abita, mi racconta Davide: «Rivedo tutto me stesso in quel libro, in quella storia e in quel pesce spada: la solitudine, la curiosità, il provare forti sentimenti e, infine, la sofferenza». Un modo per aprirsi all’altro, non insolito, ma estremamente raro al giorno d’oggi, poiché portatore di sensibilità, qualità e valore di risalto in una società che deve fare i conti con una generale apatia nei confronti della vita stessa.
L’impegno di Davide, continua nella sua vita, privata e lavorativa, che richiede un impegno emotivo che combacia perfettamente con il suo animo da scrittore. Alla mia domanda sui prossimi progetti che porterà avanti, la risposta arriva netta e cosciente: «Tra i miei progetti futuri c’è, di sicuro, la scrittura, infatti, ho appena finito di scrivere il secondo libro che verrà visionato dalla mia editor a breve, mentre ho già a metà dell’opera il mio terzo libro il terzo libro. La mia passione e il mio lavoro, in qualche modo sono correlati, quando fai il fisioterapista non vivi solo il dolore delle persone ma ne vuoi anche comprendere la storia. Durante la terapia, i miei pazienti parlano molto della loro vita e, molto spesso, sono proprio loro a darmi interessanti spunti di riflessione. La scrittura per me è sfogo, un modo per comunicare tutto ciò che ho dentro, sentimenti, paure, rabbia…Nei miei libri, nelle mie poesie e nelle mie lettere mi metto completamente a nudo».
Davide, continua raccontandomi la sua infanzia, passata tra i cortili, dove per essere felici bastava calciare un pallone, tra una lettura dei fumetti di Topolino e la lettura delle fiabe prima di addormentarsi. Fiabe alle quali, al giorno d’oggi, non si ripone più aspettativa, si fa fatica a credere nel loro lieto fine, sostituite dalle “luci-blu” che non permettono di conoscere i colori del mondo. Chiedo a Davide, quindi, che riscontro ha avuto, in questi mesi successivi alla pubblicazione del suo libro: «Oggi vedo bambini posizionati come automi davanti a computer, tablet e cellulari. Mi chiedo se i genitori leggano ancora fiabe ai bambini. In ogni caso, ho avuto un riscontro molto positivo non solo a livello giovanile ma anche, e soprattutto, da persone adulte, con mio stupore. Sai, ai bambini può venir più facile sognare perché possiedono ancora quell’innocenza a loro tanto cara, ma agli adulti? Per noi è molto più difficile, ma come scrivo tra le mie righe, non è impossibile. A noi è altrettanto concesso sognare o fantasticare. Spesso, siamo soliti a stare “troppo” con i piedi per terra per paura di commettere qualche errore. Per me questo è sbagliato! Molte persone si sono commosse leggendo il libro e questo mi ha emozionato parecchio, perché significa che sono riuscito a comunicare, con parole brevi e semplici, qualcosa di importante».
All’interno de “Il pesce spada e la ragazza”, oltre alla favola adatta ad adulti e bambini, troverete tanti disegni, lasciati volutamente in bianco e nero, che attendono di essere colorati. Un’ esercizio, questo, molto importante nel nostro quotidiano: recenti studi hanno dimostrato come colorare sia un ottimo anti-stress. Esso, oltre a stimolare la nostra immaginazione, aiuta a rilassarci. La nostra attenzione si focalizzerà sugli spazi bianchi che richiedono colore e permetterà di ritrovare la concentrazione che, durante il giorno, sembra essere perduta. Farlo con i bambini, oltre a diventare un momento di condivisione e di rafforzamento del legame, è un ottimo esercizio di creatività e manualità. I colori godono di un vero e proprio “effetto emozionale”: ognuno di essi porta con sé un significato ben preciso, e tutti noi, durante le fasi della nostra vita, siamo legati ai colori in maniera imprescindibile.
Un ringraziamento importante voglio farlo a Davide che, con tanta dolcezza, mi ha omaggiato del suo libro con annessa dedica! Un gesto che mi ha reso davvero tanto grata…
Non mi resta che fare un grosso in bocca al lupo! Da questo momento, oltre alla sua attività di fisioterapista, dovrà tenere in considerazione la sua “arte di penna” che, ne sono sicura, gli procurerà infinite emozioni! Una penna libera, come mi puntualizza prima di lasciarci, per non sentirsi mai legato a un foglio, ma legato soltanto al sentimento dell’ispirazione.