PALERMO. “La danza da sempre aiuta a riorganizzare le comunità”, a dirlo è il danzaterapeuta, educatore e pedagogista Fabrizio Campo, che ieri pomeriggio ha condotto un open session di danza movimento terapia con dei giovani autistici all’Orto di Paolino a Palermo.
Un’iniziativa a conclusione di un laboratorio nell’ambito di “PalermAbility 2030”, il progetto presentato dall’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Palermo e ammesso la scorsa primavera al finanziamento “Periferie Inclusive” del Ministero per le Disabilità.
Un tavolo di progettazione a cui il Comune di Palermo, con l’Assessorato allora guidato da Rosi Pennino aveva partecipato con un ruolo determinante: il Comune di Palermo aveva voluto che il fondo fosse destinato direttamente alle Città Metropolitane e non in forma distrettuale, e che non venisse scelta l’utenza in base alla valutazione dell’UVM (Unità di Valutazione Multidimensionale), ma piuttosto che l’utenza fosse quella dei bambini, dei ragazzi e dei giovani con disabilità nelle liste di attesa senza ancora nessun servizio attivo. La scelta del Comune inoltre di optare per la co-progettazione con il terzo settore ha consentito a Palermo di arrivare tra le prime tre città d’Italia ad aggiudicarsi il massimo del finanziamento.
Il progetto, la cui presentazione è avvenuta il 15 giugno dell’anno scorso al Giardino dei Petrazzi a Palermo, denominato “L’Orto di Paolino” dalla Cooperativa LiberaMente che lo gestisce, prevede per due anni attività sportive, laboratori di empowerment, interventi assistiti con gli animali e agricoltura sociale, ma anche formazione per le famiglie, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di persone con disabilità e delle loro famiglie, in particolare per aumentare le opportunità di inclusione sociale e rafforzare il livello di autonomia di coloro che sono in condizione o a rischio di isolamento e fragilità sociale.
Danza movimento terapia, dunque, per lavorare sulle funzioni psichiche disorganizzate, e rafforzare il senso di comunità e inclusione. “Molto utile farlo nell’ambito dell’autismo – spiega Fabrizio Campo –, perchè lavoriamo attraverso l’aspetto senso motorio, che è quello più introspettivo e inconscio, su funzioni psichiche disorganizzate. Nella pratica giochiamo in relazione ripercorrendo le strutture profonde del corpo, le diverse qualità del movimento; è un lavoro pedagogico sul corpo che riorganizza l’aspetto relazionale, psichico e corporeo.”
Due gruppi di giovani con autismo. Ieri un open session. “Solitamente alla fine dei gruppi settimanali, organizziamo un momento aperto alla comunità, dove da una parte facciamo conoscere agli altri l’attività svolta all’interno dei laboratori, dall’altra è un’occasione per rimettersi in connessione gli uni con gli altri attraverso il corpo e la danza. La danza da sempre aiuta a riorganizzare le comunità – conclude Fabrizio Campo -, questo è un modo per connetterci gli uni e gli altri. Il laboratorio ha coinvolto due fasce d’età: adolescenti e preadolescenti 15-18 anni, e piccoli di 6-9 anni. Due percorsi differenti, entrambi nell’ambito dell’autismo. Durata tre mesi e mezzo, con 15 incontri per ogni gruppo, e un’attività settimanale di 45 minuti.”